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Gli scimpanzé che suonano le percussioni sugli alberi e l’origine profonda della musicalità

Gli scimpanzé tamburellano gli alberi seguendo un ritmo regolare molto simile a quello umano. Un nuovo studio su due diversi "stili" seguiti da due differenti sottospecie suggerisce che le basi della nostra musicalità potrebbero essere molto più antiche e condivise tra noi e loro.

11 Maggio 2025
19:00
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Uno scimpanzé maschio mentre "tamburella" sulle radici di un albero emettendo una vocalizzazione chiamata "pant–hoot". Foto di Adrian Soldati

Gli scimpanzé suonano le percussioni a tempo, in maniera ritmica. Lo fanno battendo con mani e piedi contro le radici sporgenti degli alberi, più o meno come facciamo noi con un bongo. E secondo un nuovo studio un nuovo studio pubblicato su Current Biology questa forma di percussione potrebbe raccontarci molto sulle origini della musicalità umana. Per gli scienziati, i nostri parenti più prossimi non solo tamburellano con intenzione, ma lo fanno seguendo ritmi regolari, con colpi equidistanti nel tempo.

E non finisce qui. Esistono differenze stilistiche tra le due sottospecie studiate: gli scimpanzé dell'Africa occidentale e quelli dell'est mostrano pattern ritmici distinti, come se ogni "tradizione musicale" locale evolvesse in modo indipendente. Vesta Eleuteri, ricercatrice dell'Università di Vienna e prima autrice dello studio, racconta che in precedenti osservazioni si era già notato come ogni scimpanzé avesse una sorta di "firma sonora", un modo unico di colpire e far "suonare" gli alberi.

Ogni regione ha il suo "stile musicale"

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Gli scimpanzé orientali e occidentali, due sottospecie distinte, mostrano pattern ritmici distinti per stile, velocità e modalità

Questi suoni, udibili anche a centinaia di metri di distanza, servono a segnalare la propria posizione o il proprio stato d'animo agli altri membri del gruppo, una sorta di messaggistica a percussione a distanza. Ma la vera novità è che questi pattern non sono casuali: seguono regole, tempi, ritmi. In una altre parole, musicalità. Per scoprirlo, gli scienziati hanno analizzato 371 sessioni di percussioni registrate in 11 diverse comunità di scimpanzé, sparse tra sei differenti popolazioni.

Le registrazioni hanno poi svelato che gli scimpanzé dell'ovest preferiscono colpi equidistanti, mantenendo un ritmo stabile, mentre quelli dell'est tendono ad alternare colpi ravvicinati a pause più lunghe, creando un andamento più vario. I primi tamburellano anche molto più velocemente e spesso accompagnano il ritmo alternandolo con le vocalizzazioni, versi specifici che i ricercatori chiamano pant-hoot, come se il drumming diventasse parte di una performance multisensoriale.

L'origine profonda della musica

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Le percussioni sugli alberi degli scimpanzé condividano alcune proprietà ritmiche con la nostra musica. Foto di Adrian Soldati

Quello che colpisce non è solo la capacità delle scimmie di generare suoni, ma il fatto che questi suoni rispecchino alcune delle strutture fondamentali che ritroviamo nella musica umana. "Fare musica è qualcosa di profondamente umano", ha spiegato Catherine Hobaiter, coautrice dello studio e ricercatrice all'Università di St Andrews. "Ma non sappiamo da quanto tempo facciamo musica. Il fatto che gli scimpanzé condividano alcune proprietà ritmiche con la nostra musica è un passo importante per capire quando e come questa capacità si sia evoluta".

L'ipotesi è tanto affascinante, quanto rivoluzionaria, in senso evoluzionistico: ovvero che la capacità di percepire il ritmo e di produrre suoni organizzati nel tempo sia un'abilità antica, che noi umani abbiamo almeno in parte ereditato dal nostro ultimo antenato in comune con gli scimpanzé, vissuto circa 7 milioni di anni fa. Non è la prima volta che nei nostri parenti primati ritroviamo il substrato o e le fondamenta biologiche di molte delle capacità un tempo considerate esclusivamente umane.

Noi e i gli altri primati, un confine sempre più sfumato

Recentemente, un altro studio ha dimostrato che gli scimpanzé stanno affinando e stratificando le loro capacità di fabbricare e utilizzare strumenti, anche grazie agli incontri e agli scambi tra le diverse popolazioni. Un altro, invece, sostiene che anche le abilità alla base del linguaggio umano e della nostra tecnologica sia ben radicate anche nei nostri antenati e negli scimpanzé. E lo stesso vale anche gli altri nostri cugini, i bonobo, che sanno combinare tra loro diversi richiami per creare "frasi" molto più complesse, una caratteristica alla base del linguaggio.

Anche la musica, in un certo senso, potrebbe essere un'eco profonda che ha attraversato milioni di anni, inizialmente scolpita nel ritmo delle percussioni alla base degli alberi, prima ancora che inventassimo strumenti e melodie. E partendo da quei colpi dati alla base delle radici milioni di anni fa, o da qualcosa di molto simile, siamo poi arrivati oggi a quella forma d'arte e di espressione che come poche altre cose definisce noi esseri umani, la musica.

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