UN PROGETTO DI
10 Dicembre 2025
11:05

Gli scienziati che seguono i “cani blu” di Chernobyl: “Il colore non è dovuto alle radiazioni ma all’incuria umana”

Dopo l'avvistamento di tre cani blu ripresi nella zona di Chernobyl, online circolavano ipotesi non scientifiche che la causa dipendesse dalle radiazioni dovute all'esplosione della centrale atomica del 1986. Ora gli esperti hanno svelato l'arcano: il motivo è dovuto alla mancanza di attenzione da parte dell'essere umano nella gestione dei rifiuti chimici.

Immagine

La notizia era circolata dopo la pubblicazione di un video da parte dell'associazione "Dogs of Chernobyl" in cui si vedevano tre cani che vivono nella zona abbandonata dagli esseri umani dopo l'esplosione della centrale atomica di Pripyat nel 1986. Nulla di strano fin qui: sono tanti e di diverse specie gli animali che hanno popolato l'area dopo la scomparsa dell'uomo. Ma quei cani avevano una particolarità: il loro manto era di colore blu. E la causa non sono le radiazioni ma, probabilmente, il fatto che gli animali sono entrati in contatto con il liquido di quel colore fuoriuscito da un bagno chimico abbandonato.

Perché i cani di Chernobyl sono blu: la risposta degli scienziati

Il tono con cui le immagini erano state fatte circolare sui molti media e sui social era stato molto allarmistico e veicolato senza alcun fondamento scientifico: "I cani di Chernobyl hanno subito una mutazione genetica a causa delle radiazioni". Come avevamo scritto su Kodami, questa affermazione però non era mai stata fatta dagli esperti che sono appunto da anni sul territorio proprio per monitorare gli animali rimasti nell'area. E ora proprio loro sono tornati sull'argomento, spiegando la possibile motivazione per cui gli individui filmati avevano quella strana colorazione.

Non c'è nulla di drammatico, in realtà, sul perché il pelo di alcuni cani di Chernobyl aveva assunto quel colore, se non che la causa più probabile è da attribuire ancora una volta solo all'incuria degli esseri umani. A svelare l'arcano è stato il professore di biologia Timothy Mousseau che da 20 anni studia gli effetti delle radiazioni del disastro nucleare su uccelli, insetti e anche sul "miglior amico dell'uomo". Mousseau ha precisato in una lunga dichiarazione pubblica che "la colorazione blu proveniva probabilmente da un bagno chimico rovesciato dove i cani si rotolavano negli escrementi, come i cani sono inclini a fare … La colorazione blu era semplicemente un segno del comportamento del cane".

Smentita l'ipotesi delle radiazioni: "Niente potrebbe essere più lontano dalla verità"

Nel lungo post il professore di biologia, consulente scientifico del Programma CFF "Cani di Chernobyl", mette in evidenza dunque due comportamenti tipici della nostra specie che continuano a procurare problemi all'ambiente e agli animali e anche alla comunità umana tutta con la diffusione di fake news. Scrive l'esperto al riguardo: "Una recente visita nella zona di Chernobyl da parte del team medico del CFF aveva portato al ritrovamento di tre cani dal colore blu brillante. I primi resoconti del CFF su TikTok hanno scatenato una raffica di commenti sui social media che suggerivano che questa potesse essere una risposta alle radiazioni nella regione. Alcuni hanno persino ipotizzato mutazioni indotte dalle radiazioni e qualche forma di adattamento evolutivo all'ambiente locale. Falso! Niente potrebbe essere più lontano dalla verità".

Il biologo poi spiega anche quanto queste notizie false si siano diffuse da sempre, praticamente, e su diversi animali della zona: "Ci sono state molte segnalazioni sui social media secondo cui i cani (e i lupi) della zona di Chernobyl hanno sviluppato mutazioni speciali che conferiscono resistenza alle radiazioni e ai tumori. Falso! La letteratura scientifica ha solo dimostrato in modo conclusivo che nella zona di Chernobyl esistono due popolazioni geneticamente distinte di cani semi-selvatici, una attorno alla centrale nucleare e un'altra nella città di Chernobyl e nei suoi dintorni, circa 6 chilometri a sud della centrale. Gli studi genetici indicano che la maggior parte di questi cani discende dagli animali domestici che le persone furono costrette ad abbandonare al momento del disastro nucleare del 1986 e che da allora ci sono state pochissime migrazioni tra le due popolazioni, il che ha permesso loro di evolversi indipendentemente l'una dall'altra, così come indipendentemente dagli altri cani delle regioni circostanti. Di fatto, queste due popolazioni esistono come isole separate da terre incolte".

La verità rispetto alle radiazioni e alla non influenza che hanno avuto sui cani viene poi in conclusione chiarita sempre dall'esperto: "Contrariamente ad alcuni resoconti mediatici, i cani di Chernobyl non mostrano segni di tassi elevati di tumori (ovvero cancro), ma non mostrano nemmeno segni di tassi di cancro ridotti. La verità è che i tumori sono generalmente una malattia della vecchiaia (sia nei cani che negli esseri umani) e la maggior parte dei cani nelle dure condizioni di Chernobyl non vive abbastanza a lungo da manifestare tumori, anche se fossero predisposti a farlo".

Video thumbnail

Nell'aprile del 1986, circa 120.000 persone che vivevano nell'area circostante alla centrale e nella città di Pripyat furono costrette a evacuare. Oltre ad abbandonare le proprie case, molti lasciarono anche i loro animali domestici che però in tanti sono riusciti a sopravvivere e a ripopolare con nuove generazioni i terreni abbandonati dall'uomo che circondano la vecchia centrale nucleare.

Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views