
In Spagna, la giudice Auxiliadora Díaz ha inflitto la prima condanna per violenza di genere indiretta: ha condannato un 18enne che aveva ucciso il cane della ex fidanzata gettandolo da una scogliera. Il giovane è stato condannato a 12 mesi di carcere perché, secondo la giudice, "la morte dell'animale era lo strumento scelto per causare il danno psicologico".
Gettò il cane della compagna da una scogliera: condannato a 12 mesi di carcere
Il 13 settembre un 18enne di Las Palmas, nelle isole Canarie, gettò il cane della fidanzata da una scogliera, uccidendo l'animale e provocando alla ragazza un grave danno psicologico. Quel giorno il giovane ha contattato la ex minacciandola: "Ucciderò il cane e poi me stesso". Una volta giunto nel luogo stabilito per l'incontro ha ripetuto la minaccia, per poi prendere davvero il cane, di appena quattro mesi, e ucciderlo.
Secondo la ricostruzione del Tribunale, il 18enne aveva proprio "l'intenzione di compromettere la salute mentale della compagna", e con il suo gesto ci è riuscito. Dopo aver assistito alla morte del cucciolo la ragazza ha sviluppato un disagio psicologico che ha richiesto cure mediche e una prognosi "stimata in 90 giorni".
Il giovane è stato quindi denunciato, e poi condannato, non solo per il reato di maltrattamento di animale, ma anche per il danno psicologico causato alla ex compagna, in quanto emanazione di violenza indiretta, che per la prima volta è stato riconosciuto in relazione a un abuso su animali.
Cos'è la violenza di genere indiretta e perché riguarda anche gli animali domestici
Secondo il comunicato diffuso dal Tribunale superiore di giustizia, quella emessa da Auxiliadora Díaz è una sentenza innovativa in quanto per la prima volta applica una prospettiva di genere al caso di uccisione e maltrattamento di animali. Nel diritto spagnolo i reati verso gli animali non sarebbero di competenza dei tribunali per la violenza contro le donne, questa infatti è stata la prima volta che è stato realizzato un simile collegamento.
In realtà, da tempo gli esperti inseriscono tra le forme di intimidazione psicologica anche ricatti e minacce nei confronti dei figli, delle persone care e degli animali della compagna abusata. Questo accade perché il carnefice quando non si può più rivalere sull'oggetto del suo odio cerca di colpire tutto ciò che rappresenta la vittima, e gli animali di famiglia spesso sono i primi a pagare questo prezzo. Si tratta di una analisi portata in Italia dall'associazione Link che si occupa proprio di svelare il "collegamento" tra la violenza sugli animali e quella contro le persone.
Una visione abbracciata anche dalla giudice: "la morte dell'animale è stata lo strumento scelto per causare il danno psicologico. Non si tratta di un semplice atto simultaneo, bensì di uno scopo specifico: uccidere l'animale per distruggere psicologicamente la donna".
La strada però è ancora lunga per la giustizia di genere: nonostante l'innovazione della sentenza spagnola, il 18enne ha beneficiato della sospensione della pena in quanto non ha precedenti penali e la condanna è inferiore a due anni.