UN PROGETTO DI
13 Maggio 2025
16:36

Fierobecco, l’aquila dei serpenti che da Cuneo è arrivata al Sahara e sta tornando indietro: “Temevamo di perderlo”

Fierobecco, un biancone curato e liberato dal CRAS di Bernezzo ha compiuto un incredibile viaggio migratorio dall'Europa al Senegal. Ora, con un GPS installato sul dorso, sta per tornare nelle Alpi cuneesi, dove ad attenderlo ci sono le persone che lo hanno salvato e che lo stanno monitorando: "Entro stasera, se tutto va come deve, tornerà a sorvolare le valli dove è stato liberato"

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Il biancone Fierobecco e il tracciato GPS della sua migrazione. Foto e immagini di CRAS di Bernezzo

Ha solcato deserti, montagne e mari, attraversando l'Europa, il Mediterraneo e il Sahara, fino ad arrivare in Africa Occidentale. Poi è tornato indietro, ripercorrendo la stessa strada fino alle porte dell'Italia, da dove era partito. Il protagonista di questa storia si chiama Fierobecco ed è un biancone, o aquila dei serpenti, un rapace equipaggiato con un GPS che oggi, dopo un viaggio di migliaia di chilometri, sta per arrivare nelle vallate cuneesi, a "casa".

Il recupero e l'arrivo al CRAS dopo una grandinata: "Era sfinito per la migrazione"

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Il biancone è stato recuperato debilitato dopo un forte grandinata. Foto di CRAS di Bernezzo

Tutto ha inizio nel maggio del 2024, quando una forte grandinata si è abbattuta sulla zona di Busca, in provincia di Cuneo. Il rapace è stato trovato sotto un camion parcheggiato, evidentemente in difficoltà. L'animale è stato recuperato e poi affidato al CRAS di Bernezzo (Centro Recupero Animali Selvatici), dove gli operatori lo hanno nutrito e accudito per prepararlo al meglio per il ritorno in natura, avvenuto a metà settembre 2024.

"Probabilmente era sfinito dalla lunga migrazione e si è trovato in mezzo a una grandinata che non gli ha lasciato scampo. Ma per fortuna non aveva fratture né ferite gravi, solo un grande bisogno di riposo", racconta a Fanpage.it Matteo Attolico, responsabile del CRAS di Bernezzo. Durante la degenza, Fierobecco si è ripreso rapidamente e il CRAS, in collaborazione con l'associazione Sideralis, ha deciso di approfittare di questa occasione unica.

Il ritorno in natura con GPS: "Un occasione unica per studiare la migrazione"

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Prima di essere liberato, Fierobecco è stato equipaggiato con un trasmettitore GPS. Foto di CRAS di Bernezzo

Prima della liberazione, anche grazie al supporto dell'ornitologo Luca Giraudo, sul biancone è stato installato un trasmettitore GPS che permette di seguire in tempo reale tutti i suoi spostamenti. La scelta non è casuale. Come spiega invece Federico Pellegrino, fondatore dell'associazione Sideralis, impegnata in progetti e attività di divulgazione scientifica ed educazione ambientale, un rapace migratore come il biancone, dotato di GPS, può essere una preziosa fonte di dati e un'occasione per sensibilizzare.

"Monitorare un biancone attraverso un intero ciclo migratorio ci permette di ottenere dati preziosissimi sulle rotte che questi animali seguono, sulle sfide che affrontano e su come i cambiamenti climatici possono alterare i loro percorsi nel tempo", sottolinea Pellegrino. Fierobecco, chiamato così per il celebre ippogrifo della saga di Harry Potter, prende il volo dalle Alpi cuneesi e da lì inizia il suo epico viaggio: attraversa la Francia, poi la Spagna, supera lo Stretto di Gibilterra e raggiunge il Marocco. Ma non si ferma.

Andata e ritorno dall'Africa: "A un certo punto abbiamo temuto il peggio"

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Il momento della liberazione di Fierobecco, avvenuta a settembre del 2024. Foto di CRAS di Bernezzo

I suo viaggio prosegue verso Sud, affrontando le difficoltà del Sahara e per infine arrivare svernare al confine tra Mauritania e Senegal. Una rotta lunga e pericolosa, che migliaia di rapaci e altri uccelli migratori come lui percorrono ogni anno. Superato l'inverno, il segnale GPS si riattiva a marzo: Fierobecco è ripartito. Segue all'incirca lo stesso itinerario dell'andata, ma questa volta in senso inverso. C'è un momento, però, in cui il segnale si interrompe improvvisamente per un mese intero.

"Quando ad aprile ha smesso di trasmettere mentre era sul Sahara abbiamo temuto il peggio", confessano Attolico e Pellegrino. "Poi, a fine aprile, è ricomparso dal nulla al confine col Marocco. È stato un sollievo incredibile". Ora Fierobecco si trova a meno di 50 chilometri dal confine italiano. "Entro stasera, se tutto va come deve, tornerà a sorvolare le valli dove è stato liberato, dopo aver completato un viaggio circolare di migliaia di chilometri", racconta Pellegrino.

Il ritorno a casa e l'importanza dei dati raccolti grazie a Fierobecco

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Il biancone non è un rapace comunissimo e grazie ai dati raccolti con Fierobecco si riuscir a mappare le rotte e i siti di sosta cruciali per questa specie

La sua posizione esatta, tuttavia, viene tenuta segreta dai responsabili del progetto, soprattutto per tutelare l'incolumità del rapace. Il biancone (Circaetus gallicus), infatti, è una specie non comunissima e che spesso finisce vittima di bracconaggio. Conosciuto anche come aquila dei serpenti per via della sua dieta composta quasi esclusivamenteda rettili, è un'aquila di grandi dimensioni, con enormi occhi gialli e ali grandi e bianche nella parte inferiore. Nidifica in Europa e ogni anno intraprende una lunga migrazione verso l'Africa subsahariana.

Non capita però tutti giorni di poter seguire da così vicino il viaggio di un biancone e i dati raccolti grazie a Fierobecco in questi mesi saranno molto preziosi. Serviranno infatti a comprendere meglio il comportamento migratorio, a mappare le rotte e i siti di sosta cruciali per questa specie e, si spera, a proteggere più efficacemente questo maestoso rapace. Non è ancora chiaro se Fierobecco si fermerà definitivamente tra le valli cuneesi o se proseguirà il suo viaggio in Europa. Intanto, lui vola, mentre chi lo ha salvato e lo segue e lo sta aspettando "a casa".

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