
Non tutti lo sanno, ma esistono tantissime specie di farfalle velenose. O meglio, sarebbe più corretto definirle "tossiche", poiché la loro "velenosità" agisce quasi sempre solo se vengono mangiate, e non attraverso morsi o punture. Lo dimostrano i loro colori vivaci e brillanti, che in natura sono quasi sempre un messaggio rivolto ai potenziali predatori che possiamo tradurre più o meno così: "Non ti conviene mangiarmi, perché passerai un brutto quarto d'ora", o almeno è questo che molte farfalle cercano di far credere.
Questa tossicità o presunta tale (ci arriviamo), pur non rappresentando un pericolo per noi esseri umani persino quando mangiamo le farfalle, funziona però molto bene come deterrente per gli uccelli e altri predatori che potrebbero tentare di mangiarle. I colori sgargianti delle farfalle non servono infatti solo ad attirare la nostra attenzione, ma soprattutto a segnalare la loro pericolosità, il loro sapore sgradevole o a far finta di essere tossiche. Ma vediamo più da vicino alcune delle specie più conosciute.
Le 4 specie di farfalle velenose più comuni
In natura, quasi sempre i colori sgargianti e molto appariscenti – definiti aposematici – sono quasi sempre un segnale di avvertimento per indicare ai predatori che non conviene mangiare chi li indossa. Sono tantissimi gli animali che li "indossano", dagli insetti ai serpenti, ed è (anche) per questo che molto farfalle sono coloratissime.
Per di più, funzionano così bene che molte specie sono così colorate anche se sono completamente innocue. Questa strategia è chiamata mimetismo batesiano e avviene quando una specie innocua (il "mimo") imita l'aspetto e i colori di una tossica, sfruttando così la colorazione e i segnali di avvertimenti legati alla tossicità, anche se non lo è.
La farfalla monarca

Una delle farfalle più famose e studiate al mondo, la farfalla monarca (Danaus plexippus) è celebre non solo per le sue lunghe e spettacolari migrazioni, ma anche per la sua tossicità. Originaria del Nord America, la monarca si nutre durante la fase larvale – cioè quando è solo un bruco – di piante del genere Asclepias (conosciute in inglese come "milkweed"), ricche di glicosidi carioattivi, tossici per molti animali.
Queste sostanze si accumulano nel corpo del bruco e si conservano anche nella fase adulta di farfalla, rendendola tossica o quantomeno molto sgradevole da mangiare per la maggior parte dei suoi predatori, che imparano rapidamente a evitarle grazie proprio alla sua colorazione aposematica. I colori vivaci come l'arancione funzionano spesso come un segnale d'allarme universale per gli uccelli, che riconoscono il pericolo associato al suo consumo.
Le farfalle del genere Heliconius

Le farfalle del genere Heliconius vivono principalmente nelle foreste tropicali del Sud e del Centro America e sono famose per i loro colori accesi e i disegni delle ali che variano da specie a specie. Queste eleganti farfalle si nutrono di piante appartenenti alla famiglia delle passifloracee, come la comune passiflora, che contengono sostanze tossiche come i glicosidi cianogenici.
La loro capacità di metabolizzare queste sostanze e accumularle nel loro corpo, molto comune a tante farfalle, le rende quindi velenose per i predatori che provano a mangiarle. I bruchi che si nutrono di passiflora sono in grado di metabolizzare queste sostanze senza essere intossicati, mentre gli adulti riescono a produrle nutrendosi, oltre che del nettare, anche del polline tossico dei fiori.
Le farfalle coda di rondine

Anche le farfalle coda di rondine (genere Battus), diffuse anch'esse nelle regioni tropicali delle Americhe, sono altrettanto pericolose per i loro predatori. Durante la fase larvale, si nutrono infatti di piante appartenenti alla famiglia Aristolochiaceae, che contengono potenti sostanze tossiche. Anche in questo caso, le tossine si accumulano nel corpo della farfalla adulta, rendendola estremamente velenosa per i predatori.
I loro colori appariscenti con macchie bianche, verdi o blu, spesso abbinati a strisce gialle, avvertono i predatori della loro pericolosità, che non ci pensano nemmeno a mangiare queste farfalle. Molte altre specie non tossiche imitano i loro colori per ingannare a loro volta i predatori, una strategia chiamata come abbiamo visto mimetismo batesiano, molto comune non solo tra le farfalle, ma anche in tantissimi altri animali.
Le falene del genere Zygaena

Anche alcune falene diurne, come quelle del genere Zygaena presenti anche in Italia, adottano strategie di difesa molto simili. Queste falene si distinguono per i colori vivaci, spesso una combinazione di rosso o giallo e nero. Durante il loro sviluppo larvale, si nutrono di leguminose che contengono cianuro, un potente veleno. Le falene Zygaena sono quindi capaci di sintetizzare e immagazzinare cianuro nei loro tessuti, rendendole letali per i predatori.
Anche in questo caso, qualcun altro ha imparato a "copiare" questi lepidotteri. Le falene del genere Amata, conosciute come pretino o fegea, hanno sviluppato forme e colori identici al genere Zygaena. Inoltre, a riprova che farfalle e falene tossiche per i predatori non sono pericolose per la nostra specie, c'è un'antica tradizione della Carnia, in Friuli, che vedeva i bambini mangiare queste falene ricche di sostanze zuccherine senza conseguenze.
Come riconoscere le farfalle velenose

Come abbiamo visto, sia tra le farfalle che tra le falene esistono numerose specie "velenose". Per riconoscerle, basta quindi "imparare" dagli altri animali e guardare soprattutto i loro colori sgargianti. Ali iridescenti, arancione acceso, puntini neri su sfondi rossi e viceversa, accostamenti molto contratti come il giallo e nero sono solitamente i colori che segnalano la tossicità di una farfalla, o perlomeno un sua chiara dichiarazione in questo senso.
Come abbiamo visto, non sempre i colori aposematici sono sinonimo di tossicità o sapore sgradevole. Ma proprio perché come gli altri animali è impossibile distinguere "a occhio" una farfalla velenosa da una che finge di esserlo, ci dobbiamo "fidare". È anche questo il bello dell'evoluzione e della biodiversità. Quasi tutto ha un senso e uno scopo molto preciso, ma dietro c'è sempre molto di più di ciò che appare. Tossicità, inganni e travestimenti, sono il motore evolutivo della bellezza che tanto apprezziamo della farfalle.