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Sono bastati due casi, diversi l'uno dall'altro ma simili perché con protagonisti cani che sono stati rapiti, per far scattare l' "allarme rapimento dei cani" in tutta Italia. Il primo si è verificato il 30 giugno scorso a Pontremoli a fronte di una rapina in casa in cui i ladri hanno portato via un Barboncino che poi è stato ritrovato da alcuni ragazzi che lo hanno restituito alla famiglia. Il secondo il 13 luglio sul lungomare di Soverato, dove un uomo – fermato e arrestato dai Carabinieri – ha rapinato un giovane del suo Amstaff chiedendogli 500 euro.
Ma c'è davvero un numero così importante di casi nel nostro Paese di furti d'animali domestici? I dati non ci sono o, almeno, non sono aggiornati. Il riferimento che si legge su molti siti è a un rapporto dei Carabinieri forestali del 2021 che era stato messo in evidenza anche dall'Oipa in cui la media dei furti era di "circa 3 cani al giorno". Questo bilancio, in realtà, ha anche come fonte certa di verifica il Report Zoomafia 2024 della Lav in cui c'è un passaggio riferito a questi episodi in cui si parla di furti di cane di razza che "sono un fenomeno sempre più organizzato e programmato, un business con un giro di affari illecito di non poco conto che vedrebbe coinvolti anche veterinari collusi. Animali rubati e trafugati come cose".
Nel documento della Lav si legge appunto che: "Ogni giorno nel nostro Paese un numero importante di cani vengono rubati. Alcuni anni fa i Carabinieri Forestali hanno ipotizzato, stando alle denunce presentate a livello nazionale, che in media vengono rubati circa 3 cani al giorno, mille all’anno. Ma il numero oscuro, ovvero i casi reali non denunciati, è molto alto".
Ciò che l'associazione animalista mette però in chiaro è che "la fenomenologia è varia e complessa e non è possibile qui affrontarla compiutamente, tuttavia si possono fare alcune considerazioni. Il più delle volte gli animali vengono rubati per il loro valore economico e finiscono poi al mercato nero o usati come riproduttori. In particolare, per quanto riguarda i cani, la vittimologia di questa categoria vede a rischio animali di razza con pedigree importanti, campioni di bellezza, o campioni di caccia".
Ciò che però deve essere chiaro è che il fenomeno viene visto sotto una lente globale, non solo italiana. Ciò emerge anche dalle notizie che in questi giorni sono riportate in cui si fa riferimento ai dati forniti dall’American Kennel Club, ovvero l'organismo equivalente all'Enci in Italia che certifica gli animali dotati di pedigree. In Usa, dunque, e non in Italia, le razze più a rischio sono i Bouledogue francesi e i Bulldog inglesi, gli Yorkshire Terrier, i Chihuahua e i Labrador Retriever.
Anche nel report Lav, infatti, si fa riferimento all'area anglosassone in cui il fenomeno è noto come dog flipping: "I cani vengono portati via dalle loro case e famiglie e ceduti a estranei. Mentre alcune persone non rivedranno mai più i loro cani, altri hanno riferito di aver visto annunci online dei propri animali domestici rubati. Vi sono poi i rapimenti con le annesse richieste di riscatto. Sono stati addirittura registrati casi di aggressione ai danni di coloro che portavano il loro cane al guinzaglio, per rapire l’animale. Il cane sparisce e dopo poco qualcuno si fa vivo con la richiesta di soldi. A volte le persone non capiscono neanche che si tratta di un rapimento poiché il cane scompare nel corso della consueta passeggiata al parco, quando è lasciato libero, e la cosa passa come ‘smarrimento'. Si mettono così i volantini con la promessa di una ‘lauta ricompensa' e ai malfattori non resta che mettersi in contatto per ritirare quanto promesso, dicendo di averlo ritrovato. La stessa cosa succede anche per i gatti abituati ad uscire di casa".
Ciò che accade, dunque, è da inquadrare statisticamente prima in settori specifici in cui il cane è "interessante" per i ladri al fine di un valore economico davvero importante (cani da caccia, riproduttori blasonati, etc.) e poi nell'ambito della relazione privata tra persone e animali domestici in cui sì, accadono episodi come quelli di Pontremoli e Soverato ma che vanno inquadrati come casi non unici, purtroppo, ma che si ripetono nel tempo da tempo. Che vi sia un aumento è per ora una deduzione dovuta appunto all'analisi di esperti delle associazioni animaliste ma ricordiamo che non c'è una banca dati che raccoglie a livello nazionale le denunce e ciò non consente di fare un bilancio. Non si può dunque affermare che vi sia un "allarme" questa estate ma possiamo purtroppo confermare che l'orribile "prassi" è da anni che va avanti da parte anche di balordi o di ladri d'appartamento, come nei casi di Soverato e Pontremoli, che vedono nel cane una fonte di guadagno pari al rubare oggetti di valore.