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5 Ottobre 2025
14:33

È TikTok la piattaforma preferita per crimini contro gli animali. Il carabiniere: “Pubblico di giovanissimi”

Il traffico di specie selvatiche e cresce su TikTok, usato anche in Italia per crimini contro gli animali. Rossano Tozzi (Carabinieri Cites) avverte: "TikTok è un canale commerciale dove passano anche questi reati, con un pubblico molto giovane."

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Intervista a Rossano Tozzi
Brigadiere capo Cites del reparto operativo Soarda
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Il traffico di animali selvatici è più attivo che mai e TikTok è la sua nuova frontiera. Una nuova ricerca pubblicata su Nature Conservation ha preso in esame 80 video TikTok tratti dai profili pubblici di due commercianti di carne selvatica a Lomé, in Togo, che mostrano le vendite di carne selvatica tra novembre 2022 e aprile 2024. I video mostravano vari animali selvatici affumicati e messi in vendita rappresentativi di circa 3.526 individui di 27 specie presunte, prevalentemente uccelli, mammiferi e alcuni rettili.

Allo studio ha preso parte anche il World Animal Protection, associazione internazionale di tutela animale, attraverso la ricercatrice Angie Elwin. Secondo le stime dell'organizzazione, con oltre 1,5 miliardi di utenti mensili, TikTok è diventato un potente catalizzatore di nuove tendenze e tra queste da qualche tempo c'è anche il commercio illegale di animali selvatici. Un fenomeno sempre più in crescita sulla piattaforma a causa della scarsa vigilanza da parte di TikTok stesso delle proprie Linee Guida.

Anche in Italia i social, prima di tutti TikTok, stanno diventando una parte importante dei fenomeni criminali che coinvolgono gli animali, come spiega a Fanpage.it il brigadiere capo Cites del reparto operativo Soarda, Rossano Tozzi: "TikTok è di fatto un canale pubblicitario e commerciale, e gran parte dei crimini contro gli animali passano da qui, dal traffico di specie selvatiche al maltrattamento. Il problema è che il pubblico principale è composto da giovanissimi".

Il brigadiere: "Anche per noi i social sono uno strumento di lotta"

TikTok è una delle piattaforme social più popolari: solo in Europa raggiunge 200 milioni di utenti mensili, mentre a livello globale il numero supera il miliardo. Gli 80 video con gli animali selvatici uccisi e affumicati oggetto della ricerca sono stati visualizzati tra 660 e 216 mila volte ciascuno, e nel complesso hanno ricevuto un totale di 1.795.079 visualizzazioni. Questa visibilità inevitabilmente alimenta la domanda e, in ragione del funzionamento stesso della piattaforma, espone un vasto pubblico a questo genere di contenuti. L'obiettivo di TikTok è infatti quello di tenere l'utente nell'app per più tempo possibile, in modo da sottoporgli un numero crescente di annunci pubblicitari.

Il guadagno dell'azienda cinese si basa infatti proprio sulla raccolta pubblicitaria da parte delle aziende inserzioniste, di conseguenza se un contenuto dimostra di riuscire a trattenere le persone davanti al telefono, cioè ha il potenziale per diventare virale, allora verrà riproposto più e più volte, anche nel caso violasse le linee guida della community stilate da TikTok stesso.

"Proprio perché è immediato c'è un proliferare di attività illecite di ogni genere: dall'abbattimento di esemplari di fauna selvatica particolarmente protetta, fino alla condivisione di video di sevizie sugli animali – sottolinea il brigadiere –  Non solo sta aumentando a dismisura l'utilizzo dei social, ma l'età media di chi li utilizza si abbassa sempre di più".

Anche in Italia TikTok diventa una vetrina per le attività illecite che fino a poco tempo fa trovavano spazio solo sul dark web: "Si tratta del luogo d'elezione per il web crime, i crimini che vengono pubblicati e diffusi tramite il web. Con questi strumenti si propone anche il turismo venatorio illegale, cioè i viaggi di persone che vanno ad abbattere esemplari particolarmente protetti in altri stati. I social quindi anche per noi sono diventati uno strumento di lotta e li utilizziamo spesso per risalire agli autori dei diversi reati".

Il caso più noto in questo senso è quello dell'operazione Filossera svolta dal Raggruppamento Carabinieri Cites, Sezione Soarda, lo stesso di cui fa parte Tozzi.

Quando il traffico di cuccioli passa attraverso i social: l'operazione Filossera

Nel 2024, proprio grazie al monitoraggio dei social, i Carabinieri hanno scoperto una serie di video in cui volti noti dello spettacolo e dello sport promuovevano la vendita di cuccioli di razza a un prezzo che arrivava a superare i 3 mila euro l'uno. Si tratta di immagini come se ne trovano a migliaia sui social, ma in questo caso si trattava di una truffa, e il mezzo attraverso cui veniva proposta erano proprio i social.

Dietro quei video c'era una associazione per delinquere a carattere transnazionale finalizzata al traffico illecito di cuccioli meticci, spacciati per animali di razza. Migliaia di simil Bouledogue francesi e Volpini venivano venduti a prezzi altissimi ma in realtà erano provenienti da allevamenti intensivi di cani in Slovacchia.

"Non solo la promozione, ma anche la compravendita avveniva sui social e sfruttava l'immagine di vip totalmente ignari della truffa. Non era coinvolto solo TikTok ma anche Telegram, Whatsapp, Instagram: ogni social o chat può essere usata a questo scopo", ricorda Tozzi.

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