UN PROGETTO DI
19 Dicembre 2025
15:10

E’ legge il decreto che stabilisce nuovi standard per la tutela degli animali utilizzati a fini scientifici in Italia

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legislativo 183/2025 che detta regole più stringenti per la tutela degli animali da laboratorio secondo le direttive dell'Unione europea che ancora dovevano essere recepite in Italia dal 2024.

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Il 19 dicembre del 2025 rimarrà nella storia della tutela al benessere degli animali in Italia. Da oggi, infatti, è obbligatoria l'applicazione di standard etici ed etologici più stringenti per l'utilizzo degli animali nella ricerca scientifica con l'entrata in vigore del Decreto Legislativo 2 dicembre 2025, n. 183.

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, diventa così legge l'attuazione di una Direttiva dell'Unione Europea, la 2024/1262, che modificava le precedenti indicazioni date ai paesi membri in cui vengono stabiliti quali sono i parametri legati al benessere degli animali entro i quali si possono utilizzare per la ricerca scientifica. La nuova normativa, a cui tutti dovranno attenersi, contiene in buona sostanza degli aggiornamenti, in senso restrittivo per i laboratori, relativamente ai requisiti tecnici e ai principi etici alla base dell’impiego degli animali.

Come cambia la protezione degli animali usati per la sperimentazione

La protezione degli animali da laboratorio, come accennato, ha un corpus normativo di riferimento a livello europeo, nato proprio perché l’impiego di animali nella ricerca scientifica avvenga secondo principi etici e scientifici condivisi. All'origine di tutto c'è la Direttiva 2010/63 che è stato per lungo tempo l'unico riferimento per tutti gli Stati membri dell'Ue. Poi con l'aggiornamento del 2024 tutti gli Stati dovevano aggiornarsi e ora finalmente lo ha fatto anche l'Italia. Il senso di questo passaggio è legato a una costante crescita dell'attenzione internazionale sui diritti degli animali e sull'uso che l'uomo ne fa in diversi contesti.

La questione etica poi legata all'uso di altre specie viventi per migliorare l'esistenza degli esseri umani è ancora più stringente e delicata ma, come la Federazione Nazionale dei Medici Veterinari ha sottolineato "l’entrata in vigore dei nuovi allegati non rappresenta un ostacolo alla ricerca scientifica, bensì un’opportunità per innalzarne la qualità sia sul piano etico sia su quello scientifico. Standard di benessere più elevati contribuiscono spesso a una maggiore robustezza e riproducibilità dei dati sperimentali".

Il decreto prevede in particolare regole più rigorose per la stabulazione degli animali, ovvero al modo in cui vengono detenuti nei laboratori, e come trattarli durante il periodo di permanenza e fino alle modalità con cui praticare l'eutanasia.

Si indicano i requisiti attinenti allo spazio ma anche all'illuminazione necessaria, alla qualità dell'acqua che gli viene data e altre indicazioni che riguardano il contesto e l'ambiente in cui sono costretti a stare. C'è pure una parte che riguarda appunto le "tecniche di soppressione", ovvero come devono essere uccisi secondo indicazioni che sono basate sul procurare minor dolore e sofferenza agli individui utilizzati per la sperimentazione.

Il principio delle 3R per la tutela degli animali da laboratorio e l'idea diffusa che siano "provette pelose"

Si ribadisce poi sempre il cosiddetto "principio delle 3R", ovvero secondo la dizione inglese "Replacement, Reduction, Refinement", che tradotto significa "Sostituzione, Riduzione e Perfezionamento". Si tratta appunto della regola aurea che dovrebbe caratterizzare tutti i casi in cui si ritiene ancora necessario l'utilizzo di animali per la sperimentazione.

Queste tre condizioni da mettere in atto da parte dei ricercatori sono state definite nel 1959 da William M. Russel, un biologo britannico, e dal medico Rex Burch in un libro che rappresenta ancora oggi un caposaldo per l'alternativa alla sperimentazione animale intitolato "The Principles of Humane Experimental Technique".

In Italia sono utilizzati per la sperimentazione animale circa 600 mila esemplari, di questi oltre il 90% sono topi e ratti. Seguono pesci, uccelli, altri roditori e conigli. Ma nei laboratori sono presenti anche gli animali familiari come i cani e i gatti, i primati non umani e i domestici come capre e maiali.

Uno studio recente ha provato a comprendere qual è la percezione media delle persone rispetto alla vita di questi esseri senzienti, andando però a indagare tra chi si dice amante degli animali. Ciò che è emerso è che gli animali da laboratorio sono considerati come una sorta di "provette pelose". I ricercatori infatti hanno evidenziato che "i partecipanti hanno costantemente negato l'esistenza di una mente negli animali utilizzati per la sperimentazione dei prodotti rispetto agli stessi animali presentati al di fuori di quel contesto. Ciò suggerisce, in linea con i lavori precedenti, che categorizzare gli animali come "provette pelose" cambia il modo in cui li percepiamo, al fine di razionalizzare il loro utilizzo per testare i prodotti che consumiamo quotidianamente".

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