
Probabilmente potreste aver notato che quando piove, a prescindere che sia una pioggerellina o un vero e proprio acquazzone, gli uccelli che fino a un attimo prima erano a becchettare in giardino o fuori dalla finestra sembrano letteralmente sparire nel nulla. Ma dove vanno? E come si proteggono da pioggia e intemperie? Il loro comportamento sotto la pioggia in realtà dipende da vari fattori, come per esempio dalla specie, dal periodo o da quanto forte piove.
Gli uccelli di grandi dimensioni e soprattutto quelli acquatici, come gabbiani, limicoli aironi o rapaci, di solito se ne stanno semplicemente fermi aspettando che finisca la pioggia, quando naturalmente non piove troppo forte. I piccoli passeriformi che invece vivono di solito tra gli alberi e gli arbusti, cercano luoghi riparati tra rami, anfratti e sporgenze, anche artificiali, mentre altri ancora, come per esempio i rondoni che non possono posarsi, semplicemente volano via lontano, dove non piove.
Dove vanno gli uccelli quando diluvia?

In generale, la maggior parte degli uccelli cerca un riparo dalla pioggia per proteggere il suo piumaggio ed evitare di bagnarsi. Fatta eccezione per gli uccelli acquatici, infatti, il piumaggio – fondamentale per l'isolamento termico e soprattutto per poter volare – non è impermeabile o lo è poco, per cui è fondamentale per un uccello cercare di evitare che si bagni, altrimenti può avere parecchie difficoltà a spiccare il volo.
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Per i grossi uccelli acquatici, come gabbiani, aironi, anatre, uccelli marini e tanti altri, talvolta è invece più semplice resistere quando piove, per cui semplicemente se ne stanno sugli scogli, su una spiaggia o su un pontile in attesa che smetta di piovere. In caso di forti tempeste, però, anche loro si sposteranno per per cercare riparo e un luogo più sicuro in cui aspettare la fine del temporale.

Discorso ben diverso è invece quello che occorre fare per i piccoli passeriformi come cince, merli, passeri, pettirossi e tantissimi altri. Per loro è molto più difficile resistere a una forte pioggia e proprio per questo cercano quasi sempre un riparo sicuro dove proteggersi. In base alla specie e all'ambiente in cui si trovano, possono quindi rifugiarsi in una gran varietà di luoghi differenti.
Possono per esempio appollaiarsi sui rami degli alberi o tra le loro chiome, negli arbusti, ma anche all'interno di cavità sia naturali che artificiali. Durante la stagione riproduttiva, gli uccelli che nidificano nelle cavità possono infatti ripararsi anche all'interno delle cassette nido e nelle cavità naturali per superare una tempesta. Soprattutto in ambiente urbano, poi, molti uccelli possono anche sfruttare tegole, tettoie, soffitte e altre strutture riparate di origine antropica. I pettirossi, per esempio, si rifugiano spesso sotto le grondaie o nei buchi degli alberi, mentre le rondini si radunano sotto ponti, fienili o nelle gallerie.
Come si riparano gli uccelli dalla pioggia

Alcuni uccelli riescono a riconoscere i cambiamenti nella pressione atmosferica, che molto spesso sono il segnale che il tempo sta per cambiare e non in meglio. Se avvertono quindi l'avvicinarsi di una tempesta, si preparano come prima cosa cercando in maniera più intensa del cibo. La maggior parte degli uccelli non vola e non si sposta sotto la pioggia, per cui tentano di accumulare quanta più energia possibile in attesa che passi la tempesta, che può durare anche giornate intere.
In caso di forte pioggia, gli uccelli che si riparano adottano di solito una postura ben eretta, la testa col collo contratto e in generale in una posizione rannicchiata con il piumaggio gonfio. Questa posizione permette di disperdere meno calore ed energie e riduce inoltre la superficie del corpo esposta alle precipitazioni, così da bagnarsi il meno possibile. Alcuni uccelli gregari e che vivono in gruppo, possono anche radunarsi tutti insieme per tenersi al caldo.

Caso invece molto particolare è quello dei rondoni, tra i più abili volatori al mondo e che riempiono i cieli primaverili ed estivi delle nostre città con acrobazie e versi squillanti. I rondoni, infatti, sono talmente tanto specializzati nel volo che non possono posarsi né a terra né tra i rami. Fatta eccezione per quando si "tuffano" tra le tegole o nelle cavità degli edifici in cui ci sono i loro nidi, fanno quindi tutto in volo: mangiano, sia accoppiano e dormono persino mentre volano.
Quando arrivano forti piogge, quindi, i rondoni – che possono volare a grande velocità e su distanze enormi – semplicemente fuggono via dalla tempesta volando altrove. Possono spostarsi anche per centinaia di chilometri se dovesse servire, per poi fare ritorno non appena la pioggia è cessata. Qualcosa di molto simile la fanno per esempio anche i grandi uccelli marini che si trovano a vivere quasi tutta la esistenza in mare aperto. Non potentosi posare sul mare in tempesta, scappano quindi via verso condizioni atmosferiche meno turbolente.
Gli uccelli possono volare sotto la pioggia?

La maggior parte degli uccelli può volare anche sotto la pioggia, ma la questione è naturalmente più sfumata di quanto si possa immaginare. La capacità di affrontare il volo durante le precipitazioni dipende ovviamente da diversi fattori, primo fra tutti l'intensità della pioggia. Durante una pioggerella leggera, la maggior parte delle specie non incontra particolari difficoltà, inclusi i piccoli passeriformi.
Le piume, anche se non sono impermeabili, hanno spesso una struttura idrorepellente che viene mantenuta attraverso la costante pulizia del piumaggio e soprattutto con le secrezioni della ghiandola uropigia – o semplicemente uropigio – situata alla base della coda. Gli uccelli raccolgono col becco il sebo oleoso che produce e lo poi "spalmano" sulle piume evitando che si inzuppino troppo. Fanno eccezione i cormorani, che hanno invece un piumaggio fatto proprio per assorbire acqua, appesantire l'animale e facilitare così le immersioni in profondità. Un po' come i pesi usati dai subacquei.

Gli uccelli di medie e grandi dimensioni, come corvi, gabbiani o rapaci, sono generalmente in grado di volare anche sotto piogge moderate, compensando con la forza e l'ampiezza delle ali il peso aggiuntivo dell'acqua. Ovviamente, durante temporali violenti o piogge battenti, volare diventa pericoloso e dispendioso anche per le specie più grosse: l'acqua appesantisce troppo le piume, riduce la visibilità e i venti forti rendono il volo più instabile.
Gli uccelli più piccoli, come passeri, pettirossi o cince, sono quelli più vulnerabili e tendono come abbiamo già visto a rifugiarsi rapidamente, anche perché il loro rapporto peso-superficie li rende più suscettibili agli sbalzi termici e se si bagnano troppo non riescono più a volare. Gli uccelli possono quindi generalmente volare anche quando piove non troppo forte, ma nella maggior parte dei casi, come abbiamo visto, quasi sempre scelgono più saggiamente di rimanere al riparo in attesa che torni il bel tempo.