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I lupi della Lessinia devono morire. Lo ha deciso il Consiglio di Stato che con la sua ultima pronuncia ha respinto la richiesta di sospendere l’abbattimento di due lupi scelti a caso tra quelli presenti in Lessinia. Il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, esulta: "La Provincia continua nel proprio percorso per la tutela delle comunità locali e degli operatori dell’economia di montagna".
Le associazioni di tutela animale ENPA, LAV, LNDC Animal Protection e WWF si erano opposte all'abbattimento presentando ricorso contro il decreto di Fugatti, ma prima il Tar di Trento e poi il Consiglio di Stato, ne hanno respinto le motivazioni.
Perché la Provincia di Trento vuole abbattere due lupi in Lessinia
Le associazioni di tutela animale si erano rivolte al Tar di Trento per opporsi al decreto di abbattimento dei due lupi della Lessinia. La giustizia amministrativa aveva però rigettato il ricorso, le ong animaliste si erano quindi rivolte al Consiglio di Stato, ma anche in questo caso nulla da fare: i giudici hanno dichiarato inammissibile l’appello presentato contro la decisione del Tar. I due lupi saranno abbattuti.
La vicenda è iniziata a seguito di diverse predazioni ai danni di animali da allevamento avvenute soprattutto nella Malga Boldera, la più colpita dagli attacchi. Sarebbero stati predati un totale di 2 asini e 16 bovini giovani nel corso di 6 distinti eventi di predazione. Fugatti nel 2023 ha quindi firmato un decreto di abbattimento di due esemplari, scelti però in maniera casuale tra gli individui che frequentano la Lessinia.
Secondo quanto riportato nel Rapporto Grandi Carnivori redatto dalla Provincia "l’abbattimento di un massimo di due esemplari del branco gravitante nell’area di malga Boldera" verrà realizzato "con modalità tali da perseguire anche il condizionamento negativo nei confronti degli altri lupi".
Che però l'uccisione di due lupi a caso possa condizionare negativamente il branco, portandoli quindi a evitare le predazioni, secondo le associazioni che hanno presentato i ricorsi è una ipotesi antiscientifica.
L'opposizioni delle associazioni: "
Per ENPA, LAV, LNDC Animal Protection e WWF uccidere due lupi a caso non è una opzione: "Fucilare due lupi a caso, perché alcuni bovini sono stati predati a causa di gravi lacune nella loro protezione, è una decisione che va contro le evidenze scientifiche, che dimostrano invece come l’unica soluzione efficace sul lungo termine sia migliorare le strategie di prevenzione. Si tratta di un provvedimento figlio di pregiudizi e di una chiara linea politica, attenta a ottenere facili consensi più che a trovare soluzioni efficaci”.
Solo l’utilizzo dei sistemi di prevenzione può mitigare il rischio di predazioni, mentre l’uccisione dei lupi non è mai una soluzione. Tanto più in questo caso, nel quale gli animali allevati sarebbero stati custoditi all’interno di una recinzione non adeguata che "risultava in parte carente nella manutenzione, in particolare per la presenza di erba alta in alcuni punti lungo il perimetro e per la non corretta distanza tra i fili elettrificati" e in assenza di cani da guardiania.
Inoltre, con l’eventuale uccisione dei due lupi prevista dal decreto della Provincia, che si andrebbe ad aggiungere ai 4 lupi avvelenati rinvenuti in Valsugana negli scorsi mesi, verrebbe superata anche la quota massima annuale di prelievi di 3-5 lupi imposta dall'ISPRA, potenzialmente compromettendo anche lo stato di conservazione della popolazione trentina di lupo. "In tal caso segnaleremo quanto accaduto alla Corte dei conti, perché chi ha firmato la condanna a morte dei due lupi paghi di tasca propria il danno procurato alla collettività", hanno fatto sapere le associazioni.