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E' chiamata "sindrome del cane piccolo" ma non è una malattia e non rientra tra le patologie del comportamento riconosciute nella medicina veterinaria. E' bene partire subito da questo quando si parla di una serie di comportamenti che si fanno rientrare sotto questa definizione e che sono messi in atto da cani di taglia piccola con manifestazioni come l'abbaio eccessivo, il ringhio, il morso (ovvero diverse forme di comportamento aggressivo) e anche stati di ansia e/o di iperattività.
Questi atteggiamenti, spesso, li vediamo in cani come i Chihuahua, i Pinscher, gli Yorkshire Terrier, i Maltesi, i Bassotti, i Barboncini nani, il Volpino di Pomerania e altre tipologie che hanno in comune proprio la stazza e che aumentano poi in soggetti selezionati per essere venduti come "toy".
La "Small Dog Syndrome" è stata riscontrata anche attraverso studi scientifici in cui sono stati analizzati i motivi per cui un cane di piccola taglia manifesta comportamenti non coerenti alla sua stabilità emotiva e, tra i tanti, uno molto interessante ha posto al centro del disturbo non tanto – come molti scrivono – l'inconsapevolezza del cane rispetto alle sue "misure" ma il modo in cui questi animali non vengono presi sul serio dai loro umani di riferimento.
Nota anche come "sindrome di Napoleone" o "complesso di Napoleone" ricordiamo ancora una volta che non si tratta di una condizione medica codificata ma di un modo per descrivere degli schemi comportamentali che vengono messi in atto da cani che hanno in comune proprio l'appartenere a una taglia piccola.
La sindrome del cane di piccola taglia: ecco cosa fanno i più piccoli
Esprimere un disagio è una cosa, saperlo interpretare un'altra. Ciò per dire che i cani hanno una comunicazione chiara e coerente, anche nella manifestazione di comportamenti "negativi", che vanno appunto letti e monitorati e non delegittimati, come spesso avviene invece per i cani di taglia piccola. Le dimensioni, dunque, contano sì ma per il modo in cui noi consideriamo cani come i Pinscher, ad esempio, dimentichiamoci che sono i progenitori dei Dobberman e che hanno un carattere forte e fiero cui però noi non diamo valore solo per la loro stazza. I cani piccoli, per capirci, quando assumono determinati comportamenti non vengono presi in considerazione ma se fosse un cane dalla taglia grande a manifestare un segnale di aggressività nei nostri confronti subito ci preoccuperemo e cercheremo di fare qualcosa. Ciò esita, poi, nel dato di fatto che l'animale entra in una coazione a ripetere che lo porta a un enorme senso di frustrazione ma da cui non riesce più a uscire, tanto che ringhiare, manifestare possessività estrema per una risorsa o altri comportamenti come l'abbaio ripetuto e l'iperattività si trasformano in un'abitudine.
Quali sono in particolare questi comportamenti riscontrabili in, purtroppo, molti individui di taglia piccola?
Saltare addosso – A volte questo comportamento viene scambiato per un gesto "affettuoso". Arrivano degli ospiti in casa e il piccolo Yorky gli salta addosso con le zampe anteriori. La persona allunga la mano, il cane ringhia o arriva anche al morso e tutto viene liquidato con un urlo magari e con la banalizzazione di quanto accaduto: "Si emoziona sempre quando arriva qualcuno". Le cose non stanno così: quel cane infatti non sta accogliendo ma sta allontanando l'estraneo e sta mostrando un segno di disagio che può avere come motivazioni alla base una estremizzazione della motivazione territoriale e/o possesiva nei confronti dell'ambiente in cui vive o anche della sua persona di riferimento. Ogni caso è a sé e sicuramente non bisogna sminuire questo comportamento ma comprendere che è un segnale di disagio di Fido.
Abbaio senza soluzione di continuità – Il Chihuahua è relegato nella borsetta e continua ad abbaiare senza sosta al bar dove è stato posato sulla sedia accanto alla sua persona di riferimento. Quest'ultima gli rivolge attenzione ogni volta che il cane mette in atto questo comportamento, rinforzandolo e non aiutando l'animale a risolvere quello che è un vero e proprio conflitto interiore che lo fa sentire allo stesso tempo costretto dentro la borsa e in un ambiente caotico in cui non sa cosa fare se non esprimere emozioni contrastanti. Anche in questo caso bisognerebbe andare a fondo nella relazione e capire quel cane come vive a casa e immerso nella sua realtà quotidiana ma sicuramente l'abbaio ripetuto è un'altra manifestazione di "dolore emotivo" da parte di Fido.
Dal ringhio al morso se viene avvicinato – A molti fa ridere vedere un Maltese bianco e "tutto pettinato" arrabbiarsi ringhiando o arrivando pure a mordere i calcagni o l'incauta mano di chi si è avvicinato troppo per accarezzarlo. Ma non c'è nulla di divertente quando accade perché bisognerebbe conoscere le sue motivazioni di razza per capire che quel cane è stressato e inibito in realtà. Questa razza, infatti, come abbiamo scritto su Kodami "è molto fiera e non esiterà nemmeno a mandare via gli scocciatori, soprattutto se si intromettono tra lui e voi: è qui che la motivazione protettiva si manifesta, rendendo il Maltese un vero e proprio guardiano in miniatura".
Non ascolta – Tanti umani di riferimento che vivono con cani di taglia piccola si lamentano del fatto che il loro cane non li ascolta. Per capire perché accade bisogna anche in questo caso capire come la persona vede il suo cane, ovvero quanta credibilità gli ha dato e viceversa quanto il cane si fida della persona con cui vive. In media, infatti, il cane di piccola taglia viene trattato come un "bambino da viziare" e quando gli si rivolge la parola lo si fa poi dandogli anche "comandi" in modo incoerente o fuori dal contesto in cui sarebbe invece corretto fargli capire quali sono i giusti stop. Precisando sempre che ogni cane è un individuo a sè, torniamo sulle motivazioni di razza e pensiamo ad esempio a un Bassotto. Ci viene da sorridere a pensare a questa tipologia di cane, vero? Il fatto è che il Bassotto è un animale molto fiero e anche abbastanza testardo e che ha una sua idea del mondo che condivide chiaramente con la sua persona di riferimento ma se quest'ultima lo tratta come un "cagnolino simpatico a forma di salsiccia" non avrà alcun dubbio di dover manifestare in modo molto più assertivo quanto invece dietro a quel tipetto piccolo con le zampe corte c'è un cacciatore molto, molto determinato. Non c'è da soprendersi, dunque, se l'ennesimo "seduto" gridato al cane in qualsiasi momento della giornata non arriverà proprio alle sue orecchie o, meglio, lì sicuro arriva perché i cani di certo non sono sordi ma se non vogliono intendere le parole di chi non è stato in grado di essere una guida sicura, di certo non ascolteranno.
Non sopporta i cani grandi – Moltissime persone che vivono con un cane di taglia piccola devono allontanarlo dalla rissa che sarebbe pronto a scatenare ogni volta che incontra un cane di taglia grande. Un grande classico è la domanda "ma non si rende conto delle dimensioni?" e la risposta è prima di tutto capire che non si tratta di aggressività ma di insicurezza nella maggior parte dei casi. Proviamo a tradurre quel comportamento nel nostro linguaggio e potrebbe suonare così: "Ti meno io prima che lo fai tu". Pensiamo dunque alle emozioni che sottendono un comportamento e perché quelle emozioni portano a una manifestazione di questo tipo e quanto noi anche abbiamo contribuito allo stato emotivo del nostro piccolo, ma solo di taglia, compagno canino. Sicuramente ciò che manca è anche un buon livello di socializzazione con i conspecifici e spesso anche un comportamento iperprotettivo da parte delle persone di riferimento porta a questo tipo di reazione. L'esempio più comune? Sollevare il cane da terra quando passano i suoi simili.
Richiesta costante di attenzioni – Lo avete tenuto in braccio da quando è arrivato a casa, in ogni momento e in ogni contesto. Al massimo sta dentro un trasportino o anche una borsa. Qualsiasi cosa faccia lo manipolate costantemente e gli siete sempre addosso facendogli le coccole, anche quando ringhia non prendete sul serio il suo segnale di comunicazione che serve proprio per dire "basta" e ora vi chiedete perché vuole sempre attenzioni. Un cane che è stato trattato così può aver sviluppato un iper attaccamento e uno stato di costante ansia che non gli consente di affrontare il mondo da solo, sentendosi obbligato a chiedere sempre attenzioni ma questo stesso comportamento – essendo anche l'unico che ha appreso – gli provoca comunque uno stato di costante disagio. Si può parlare di assenza di autoefficacia e autonomia emotiva in funzione di un legame di dipendenza che è andato ben oltre il corretto accudimento da parte della persona di riferimento.
Possessività estrema su oggetti e persone – Sono le risorse e non a caso si chiamano così. Che sia la cuccia o la persona di riferimento il cane sta affermando in modo non normocomportamentale che nessuno deve toccare "le sue cose". Indagare e conoscere le motivazioni di razza, come abbiamo già sottolineato, è utile anche per capire che la possessività di per sé non è qualcosa di negativo e che molti individui sono stati selezionati proprio per mantenerla alta a fronte della necessità umana della protezione su cose e persone ma quando una caratteristica si "atrofizza" c'è sicuramente anche e soprattutto lo "zampino" umano dietro. Facciamo anche in questo caso un esempio su un cane di razza piccola che può manifestare questo comportamento come il Volpino di Pomerania che per tanti è un "batuffolo di pelo" da cotonare ma che invece appartiene alla famiglia degli Spitz tedeschi, fieri e antichi cani da guardia europei. Cosa aggiungere una volta capito questo aspetto? Prima di tutto capire che non si tratta di "gelosia" e che non c'è da andare fieri se il proprio cane vuole mordere qualcuno solo perché vi sta parlando o magari si è avvicinato per salutarvi. Quel comportamento mostra uno stato emotivo di agitazione da parte di Fido, un iper attaccamento che avete indotto voi andando appunto ad atrofizzare una motivazione che nasce invece per essere messa in atto attraverso un ragionamento che il cane fa e che, invece, non riesce a compiere perché è stato abituato a non usare la testa, fondamentalmente. Se poi lo fa sugli oggetti e anche nei vostri confronti, la relazione è fallata da una mancanza di fiducia costante, come abbiamo già prima sottolineato.
Perché i cani piccoli si comportano così
Abbiamo già dato diverse interpretazioni in base ai casi ipotizzati sul perché un cane di taglia piccola può comportarsi così. Ciò che possiamo però ribadire fortemente è che la responsabilità sta tanto nella selezione quanto nella relazione. Rispetto alla prima, purtroppo sempre più persone chiedono cani minuscoli tanto che ormai ci sono soggetti che stanno dentro una "tazza di thè" e non a caso, infatti, vengono chiamati "teacup dogs". E' in corso dunque una pressione selettiva che bada solo all'estetica e che crea soggetti caratterialmente instabili e che per di più finiscono nelle mani di persone che pensando pure di fare bene creano una relazione di iper attaccamento da parte del cane che diventa sempre più dipendente ma frustrato allo stesso tempo nel non avere gli strumenti per affrontare il mondo da solo. Sia chiaro, però: i cani non nascono con la sindrome di Napoleone ma è la singola personalità e soprattutto il rapporto che si crea con la persona di riferimento e le esperienze che (non) fanno a portarli a manifestare i comportamenti che abbiamo descritto.
Come intervenire quando il cane piccolo ha questi atteggiamenti
Qualora vi troviate in una di queste situazioni e abbiate smesso di sminuire il comportamento del cane è arrivato il momento di chiamare un educatore cinofilo per capire come cambiare la dimensione di relazione con il vostro cane. Ciò che potete iniziare a fare è interrogarvi prima di tutto su cosa causa quella determinata reazione nel vostro Fido e per farlo dovete osservare prima il vostro comportamento e poi quello dell'animale.