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24 Novembre 2025
15:00

Cosa succede se il cane non ha il microchip: i rischi per il cane e le conseguenze legali

Il microchip per i cani è obbligatorio in Italia. Serve a identificare l’animale, previene l'abbandono e aiutare a ritrovarlo in caso di smarrimento.

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In Italia il microchip per i cani è un obbligo stabilito dalla legge nazionale regolato in termini di sanzioni dalle singole normative regionali. L’applicazione del dispositivo sottopelle avviene contestualmente all’iscrizione all’Anagrafe canina, il database che consente di associare ogni animale domestico al proprio umano di riferimento.

Quando questo adempimento non viene effettuato, si incorre in sanzioni amministrative che possono cambiare leggermente da Regione a Regione.

Cosa dice la legge sul microchip al cane: obblighi dell'intestatario e sanzioni

L’obbligo dell'iscrizione del cane in anagrafe, e quindi l'applicazione del microchip, è stabilito dalla legge n. 281/1991, nota come legge quadro sul randagismo. Successivamente la disciplina della materia è passata alle singole Regioni che possono stabilire le modalità e anche l'entità delle sanzioni.

Il dispositivo viene applicato esclusivamente da veterinari abilitati, sia nei loro ambulatori sia all’interno delle Asl. Il costo può variare, ma rivolgendosi ai Servizi Veterinari della Asl di competenza è spesso possibile procedere senza spese.

Quando un cane viene recuperato sul territorio senza microchip la responsabilità iniziale ricade sulla Asl, che provvede sia all’inserimento del microchip sia alla registrazione a nome del Sindaco del Comune di accalappiamento. Tuttavia, i protocolli differiscono da Regione a Regione e così le sanzioni. La mancata registrazione può comportare multe che in alcune zone superano i 300 euro, mentre in altre l’importo varia in base alla gravità dell’inadempienza.

A cosa serve il microchip per cani

Il microchip è un piccolo transponder, racchiuso in una capsula di vetro biocompatibile, progettato per rimanere stabile sotto la cute del cane senza provocare reazioni avverse. L’inoculazione avviene nella parte sinistra del collo tramite un’apposita siringa sterile monouso e richiede solo pochi secondi, con un fastidio paragonabile a quello di un normale richiamo vaccinale. All’interno del transponder è presente un microchip che custodisce un codice numerico di quindici cifre.

Questo codice costituisce una sorta di carta d’identità del cane, leggibile soltanto tramite un apposito scanner in dotazione ai veterinari abilitati. A ogni codice corrisponde una scheda anagrafica con i dati del cane e i dati di contatto del suo intestatario. Il tutto è registrato nel database dell’Anagrafe canina.

Il microchiop serve a tracciare la provenienza e la storia del cane, ma la sua utilità va ben al di là della semplice identificazione: scoraggia l'abbandono, rende più rapide le operazioni di ricongiungimento in caso di smarrimento, e permette di risalire allo storico sanitario del cane, compresa l’eventuale vaccinazione antirabbica.

Quando si mette il microchip al cane?

Nel caso di adozione di un cucciolo, la legge impone tempistiche precise: il microchip deve essere messo entro i primi due mesi di vita dell’animale. In caso di acquisto in allevamento l’obbligo ricade sull'allevatore, il quale deve provvedere all’identificazione prima della cessione, ricade invece sull’umano di riferimento che adotta il cane all'interno del canile o dei rifugi gestisti dalle associazioni.

In quest’ultimo caso, la persona ha solitamente quindici giorni di tempo per rivolgersi al veterinario e completare l’intera registrazione all’Anagrafe canina. Rispettare questi tempi è essenziale per evitare sanzioni e per assicurare al cane una corretta gestione sanitaria e amministrativa sin dal principio.

Perché microchippare i cani è importante

Identificare il cane non è solo un dovere di legge: è un atto di responsabilità verso l’animale e la comunità. Il microchip consente di associare un cane al suo umano di riferimento, facilitando ogni intervento veterinario, migliorando la gestione degli smarrimenti e riducendo i casi di abbandono. Il microchip infatti non viene mai tolto o cambiato mentre l'animale è ancora in vita: in caso di passaggio di proprietà si cambiano semplicemente i dati di contatto associati all'animale.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it/kodami sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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