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20 Novembre 2025
13:22

Cosa succede alle vipere durante il letargo: ecco perché possono morire congelate

In inverno le vipere entrano in brumazione, ma le giornate miti possono spingerle a uscire dai rifugi. Se poi il gelo torna improvviso, rischiano anche di morire congelate.

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Le vipere e altri rettili vanno in "letargo", ma se escono troppo presto o in giornate improvvisamente miti, rischiano di morire congelate

Quando arriva l'inverno e il freddo comincia a farsi costante, le vipere e gli altri serpenti spariscono quasi del tutto dalla circolazione. Non sono svaniti nel nulla, ma si rifugiano sotto terra, in anfratti rocciosi o vecchie tane abbandonate. Qui entrano in brumazione, un fenomeno molto simile al letargo o all'ibernazione, che permette ai rettili di rallentare drasticamente il proprio metabolismo e superare i mesi più freddi e ostili dell'anno.Tuttavia, non sempre tutto fila liscio. Le giornate improvvisamente più miti o soleggiate possono trarli in inganno.

Bastano poche ore di sole e temperature del terreno leggermente più alte per convincere una vipera a uscire. Se però il gelo torna all'improvviso – magari accompagnato da una nevicata – il rischio è che l'animale resti esposto e non abbia il tempo di ritrovare il suo rifugio. È un evento raro, ma possibile. E la testimonianza più evidente arriva dal naturalista e divulgatore Andrea Boscherini, che ha raccontato del ritrovamento di una vipera morta per congelamento dopo essere probabilmente uscita dalla sua tana invernale troppo presto.

Perché le vipere muoiono congelate

A differenza di noi mammiferi, i rettili sono animali "sangue freddo", ovvero ectotermi, e dipendono dalla temperatura esterna per regolare la propria. Quando vanno in ibernazione – o brumazione – scelgono quindi luoghi come cavità sotterranee, vecchie tane di roditori, fessure profonde tra le rocce dove la temperatura si mantiene abbastanza stabile da non rappresentare un pericolo mortale. Il problema nasce quando le giornate insolitamente miti "risvegliano" temporaneamente l'animale.

La vipera, sentendo il calore penetrare nella tana, può decidere di uscire per scaldarsi al sole o cercare cibo. È un comportamento del tutto normale e comune a quasi tutti i rettili. Il rischio, però, è che l'animale venga sorpreso da un nuovo calo termico. Il gelo improvviso può abbassare la temperatura corporea della vipera così rapidamente da impedirle di muoversi con efficacia. Quando ciò accade, la vipera resta rallentata, quasi paralizzata, e non riesce più a tornare nel nascondiglio.

In natura, questi sbalzi termici sono sempre più frequenti anche per gli effetti dei cambiamenti climatici e se un serpente rimane bloccato fuori tana durante una notte di gelo intenso, il corpo può raffreddarsi fino al punto di non riuscire più a riprendersi. In altre parole, congela. Solo gli animali che scelgono i rifugi migliori, o che reagiscono più rapidamente alle variazioni di temperature, riescono a superare indenni l'inverno. Anche questa, per certi versi, è selezione naturale.

Come funziona l'ibernazione delle vipere

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Il "letargo" delle vipere e dei rettili è strettamente legato alle temperature esterne, come influenzan direttamente la loro attività

Durante la brumazione, un vipera non "dorme" nel senso comune del termine. Non entra in un sonno profondo come quelle di alcuni mammiferi che vanno in ibernazione, ma in uno stato fisiologico diverso e tipico dei rettili. Il suo metabolismo rallenta, il corpo consuma pochissima energia e la vipera smette di cacciare sfruttando le riserve accumulate nei mesi caldi. Poiché i rettili non producono calore internamente come noi, si limitano a "seguire" quella del loro rifugio, riducendo ulteriormente la necessità di energia.

In questo stato, una vipera in brumazione può rimanere completamente immobile per giorni o settimane e anche al sua respirazione si riduce drasticamente, contribuendo a limitare ulteriormente il consumo di energia. Il serpente entra in questa "modalità risparmio energetico" rifugiandosi in luoghi che permettono di evitare correnti d'aria e sbalzi termici, chiamati anche hibernaculum (al plurale hibernacula). A volte più individui si rifugiano insieme, creando una sorta di "dormitorio comune" che aiuta a tenere stabile la temperatura.

Quando poi le temperature all'esterno iniziano ad alzarsi – di solito in primavera, ma come abbiamo visto può accadere anche in inverno – anche quelle dei serpenti salgono e i rettili iniziano a riattivarsi. Ma è un equilibrio delicato e basta anche una piccola variazione climatica anomala e improvvisa per mettere a rischio anche quelle specie adattate da migliaia di anni a sopravvivere agli inverni europei.

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