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10 Agosto 2025
12:46

Cosa fare se il tuo cane aggredisce una persona. L’avvocato: “Risarcimenti molto salati in caso di omissione”

Lo scorso luglio, a Roma, una donna è fuggita dopo che il suo cane aveva aggredito una persona. Dopo essere stata identificata dalla Polizia Locale è stata denunciata per vari reati e il cane sequestrato dall’Asl. La legge impone al detentore dell'animale di intervenire e soccorrere. L'avvocato Salvatore Cappai spiega quale comportamento è corretto tenere e quali sono le conseguenze in caso di trasgressione.

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Intervista a Salvatore Cappai
Avvocato civilista esperto in diritto degli animali
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Lo scorso 9 luglio una donna è scappata dopo che il suo cane aveva una persona alla Fiera di Roma. Dopo le indagini condotte in queste settimane dalla Polizia Locale, la donna è stata identificata e denunciata per una lunga lista di reati: lesioni personali, omissione di soccorso, omessa custodia di animali con l’aggravante di essersi data alla fuga allo scopo di sottrarsi alle conseguenze del fatto. Il cane invece è stato preso in consegna dall'Asl e portato in canile.

L'aggressione di un cane nei confronti di una o più persone costituisce una fattispecie complessa, e ogni caso è a sé. Tuttavia ci sono alcune cose che si devono fare perché a stabilirle è la legge, e la loro trasgressione può rendere le conseguenze dell'incidente ancora più spiacevoli. Lo spiega l'avvocato Salvatore Cappai, civilista ed esperto di diritto degli animali.

Chi è responsabile se il tuo cane aggredisce una persona

La prima cosa da fare, sembra scontato, è fare il possibile per fermarlo: "È necessario limitare le conseguenze lesive della sua azione", chiarisce l'avvocato. Il detentore del cane è sempre considerato responsabile delle azioni dell'animale. Unica eccezione è che l'evento dannoso sia stato prodotto da un fatto esterno imprevedibile e inevitabile, il cosiddetto caso fortuito.

"Il detentore del cane aggressore ha il dovere primario di interrompere l'aggressione e riprendere il controllo dell'animale – sottolinea l'esperto – La condotta del detentore del cane successiva all'inizio dell'aggressione è un elemento cruciale per la qualificazione giuridica della sua responsabilità. Un conto è non aver potuto impedire l'evento per una disattenzione momentanea; un altro è assistere passivamente all'aggressione e omettere i successivi doveri di solidarietà umana e giuridica. Un'eventuale scelta deliberata di non intervenire per fermare il proprio cane non costituisce un reato autonomo, ma qualifica in termini di maggiore gravità la colpa richiesta per i reati di lesioni o omicidio colposo. La giurisprudenza ha chiarito che persino il trovarsi a una distanza tale da non poter controllare l'animale integra un profilo di colpa".

Anche terminata l'aggressione è necessario essere presenti e proattivi: "Qualora, cessata l'aggressione, il proprietario del cane si allontani senza sincerarsi delle condizioni della vittima e senza attivare i soccorsi, la sua condotta può integrare un'ulteriore e autonoma fattispecie di reato: l'omissione di soccorso, prevista e punita dall'art. 593 del Codice".

E se l'aggressione dovesse essere in qualche misura riconducibile al comportamento imprudente della vittima? "Questa circostanza non esclude, di regola, la responsabilità penale del garante – risponde Cappai – La giurisprudenza ritiene che l'obbligo di custodia si estenda fino a ricomprendere la neutralizzazione del rischio derivante da possibili imprudenze altrui, che sono prevedibili. La colpa della vittima può, al più, concorrere con quella del detentore, ma non eliderla, a meno che non si configuri come una causa eccezionale, atipica e imprevedibile, tale da interrompere il nesso causale".

La mancata ottemperanza a questi obblighi può comportare pesanti conseguenze sul piano penale, a cui vanno poi sommate quelle in sede civile e di risarcimento danni.

Come funziona il risarcimento del danno se il tuo cane aggredisce una persona

Sul piano civilistico, la responsabilità per i danni cagionati da animali è disciplinata dall'art. 2052 del Codice Civile:

Il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso, è responsabile dei danni cagionati dall'animale, sia che fosse sotto la sua custodia, sia che fosse smarrito o fuggito, salvo che provi il caso fortuito.

"Ciò significa che la responsabilità sorge sulla base del solo nesso di causalità tra il comportamento dell'animale e il danno prodotto, a prescindere da qualsiasi valutazione di colpa in capo al proprietario o utilizzatore – spiega l'avvocato – La responsabilità si fonda non su un comportamento del soggetto, ma sulla relazione con l'animale. Pertanto, è irrilevante che il proprietario dimostri di aver adottato tutte le cautele possibili (guinzaglio, museruola, etc.)".

"In caso di trasgressione – aggiunge Cappai – i risarcimenti possono anche essere molto salati".

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