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Non erano grandi, né particolarmente prolifiche. Non volavano, né dominavano gli oceani o le foreste. Eppure, le lucertole notturne appartenenti alla famiglia Xantusiidae ce l'hanno fatta. Hanno attraversato indenni la devastazione causata dall'asteroide che segnò la fine di (quasi) tutti i dinosauri, in uno degli eventi più catastrofici nella storia della Terra: l’estinzione di massa del Cretaceo-Paleogene, 66 milioni di anni fa. Secondo infatti uno studio recentemente pubblicato su Biology Letters da un team di ecologi dell'Università di Yale, questi piccoli rettili rappresentano un caso evolutivo, che sfida molte delle teorie tradizionali su chi e cosa sopravvive a un’estinzione di massa.
Una tempesta di fuoco e ghiaccio
Per comprendere l'entità dell'impresa compiuta da queste lucertole, bisogna fare un salto indietro. All'epoca del K-Pg, 66 milioni di anni fa, la Terra era un paradiso verde, caldo e pullulante di vita. I dinosauri dominavano le terre emerse, mentre rettili marini e pterosauri governavano oceani e cieli. Poi, il disastro: un asteroide di oltre 10 chilometri di diametro si abbatté sulla penisola dello Yucatán, nell'attuale Messico.
L'impatto fu tremendo e sprigionò un'energia superiore a quella di tutte le bombe costruite dall'umanità messe insieme. L'onda d’urto incenerì un'intera regione, innescando mega-terremoti, tsunami alti come la torre Eiffel e piogge di frammenti incandescenti che scatenarono incendi globali. Ma non finì lì, poiché la polvere sollevata oscurò il sole per mesi, forse anni, avvolgendo il pianeta in un "inverno da impatto" che bloccò la fotosintesi e fece collassare intere catene alimentari.
Sopravvissuti inaspettati

Eppure, tra le poche specie che ce la fecero, ci furono proprio loro, le piccole lucertole notturne. A differenza di altri sopravvissuti come uccelli o i piccoli mammiferi, queste lucertole non avevano né ampi areali né grandi capacità riproduttive. Anzi, le femmine producevano in media solo due piccoli alla volta, a volte anche uno solo, come nel caso della specie cubana Cricosaura typica. Come hanno fatto, allora?
Gli scienziati hanno usato una combinazione di analisi genetiche, fossili e modelli evolutivi per individuare l'origine della famiglia Xantusiidae. Le 34 specie ancora viventi oggi, distribuite tra Nord e Centro America e Cuba, discendono da almeno due linee evolutive antiche, iniziate circa 92 milioni di anni fa, ben prima dell'impatto. L'ipotesi è che abbiano occupato nicchie molto specifiche, forse ambienti sotterranei o riparati, che le hanno schermate dagli effetti più devastanti dell'asteroide.
Piccole, ma tenaci
Inoltre, le loro abitudini notturne e uno stile di vita schivo e in un certo senso "riservato" potrebbero averle protette dai cambiamenti improvvisi della temperatura e dalla mancanza di luce solare. Oggi, queste lucertole notturne continuano a vivere in zone limitate, spesso su isole o in habitat frammentati. Alcune, come la lucertola gigante dell’Isola di San Clemente (in California), si sono evolute in ambienti isolati, dimostrando una grande capacità di adattamento nonostante i limiti iniziali.
Secondo gli autori, lo studio suggerisce che la loro sopravvivenza rimette in discussione l'idea che, per sopravvivere a eventi catastrofici, servano necessariamente una grande diffusione geografica o alti tassi riproduttivi. Al contrario, la specializzazione, unita a una certa dose di fortuna ecologica, può rivelarsi lo stesso una strategia vincente. E le piccole lucertole delal famiglia Xantusiidae ce l'hanno fatta, lasciando eredi arrivati fino a noi per raccontarcelo.