UN PROGETTO DI
17 Settembre 2025
15:36

Come un gruppo di birdwatcher è riuscito a trovare uno degli uccelli più rari e minacciati del pianeta

In India, è stato ritrovato il corrione di Jerdon, uno degli uccelli più rari e minacciati al mondo. Un gruppo di birdwatcher, grazie a una spedizione preparata per mesi, è riuscito a registrare il suo richiamo notturno. La specie non veniva segnalata da oltre 20 anni e da 125 fuori dall'unica località nota per la specie. Una scoperta che riaccende le speranze di salvezza per la specie.

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Una delle poche immagini disponibili di un corrione di Jerdon, catturata da una fototrappola nel 2004. È l’ultima osservazione certa della specie. Foto da Wikimedia Commons

Lo scorso agosto, in India, un gruppo di birdwatcher è riuscito a registrare il canto notturno di uno degli uccelli più rari e sfuggenti del pianeta, da molti considerato ormai già estinto. Si tratta del corrione di Jerdon, un limicolo che negli ultimi anni era diventato quasi leggendario tra gli ornitologi e gli appassionati di uccelli.

Fin dalla seconda metà del 1800, infatti, la specie è stata più volte "persa" e "riscoperta" e proprio per questo era inserita nell'elenco delle più ricercate dal progetto "Search for Lost Birds", un'iniziativa globale che punta a ritrovare gli uccelli che non vengono più osservati o documentati da almeno 10 anni.

L'ultima segnalazione certa per questa specie risaliva infatti a oltre 20 anni fa, tuttavia era da oltre un secolo che il corrione di Jerdon non veniva osservato al di fuori della sua minuscola roccaforte nota, ovvero il santuario di Sri Lankamalleswara, nello Stato dell'Andhra Pradesh, nell'India centro-orientale. L'unica località nota fino a oggi per la specie.

Il corrione di Jerdon, un uccello diventato leggenda

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Un’illustrazione del corrione di Jerdon. Immagine da Wikimedia Commons

Il corrione di Jerdon (Rhinoptilus bitorquatus) è un limicolo con occhi grandi e zampe lunghe, che si muove di notte tra la vegetazione arbustiva e i suoli ciottolosi dei letti dei fiumi. Non ama molto farsi vedere, né sentire, e per questo la sua presenza è stata sempre considerata più una leggenda, che una certezza. Fu infatti scoperto e descritto ufficialmente per la prima volta nel 1848 dal naturalista britannico Thomas Jerdon, poi però scomparve nel nulla per oltre ottant'anni.

Nel 1986, quasi per miracolo, venne riscoperto dall'ornitologo indiano Bharat Bhushan a Lankamalla, ma da allora, la specie è rimasta confinata in quell'unica piccola località, dove è stata documentata saltuariamente negli anni successivi soltanto grazie a lunghe e costose spedizioni con fototrappole e faticosi sopralluoghi notturni. In tutto il resto del suo vecchio areale storico, il silenzio. Proprio per questo, la notizia della sua ennesima "riscoperta" in una nuova località ha comprensibilmente scosso il mondo dell'ornitologia e del birwatching.

Una spedizione preparata nei minimi dettagli

La spedizione che lo ha ritrovato è stata guidata da Harish Thangaraj e Adesh Shivkar, insieme ad altri birwatcher e appassionati, che hanno registrato il richiamo del corrione in un'area esterna al santuario, dove nessuno lo segnalava da almeno 125 anni. Il progetto per provare a cercare questa specie tanto elusiva era però nato diversi mesi prima, quasi come un sogno coltivato leggendo vecchi appunti di chi aveva avuto la fortuna e il privilegio di incontrare il corrione di Jerdon decenni fa.

Come hanno infatti raccontato in un lungo e dettagliato resoconto, i birders hanno studiato documenti storici, mappe satellitari, tesi universitarie e descrizioni antiche degli habitat e della specie, fino a individuare alcune zone di boscaglia simili a quelle del santuario di Lankamalla. La spedizione è  poi partita il 23 agosto e, incredibilmente, già il primo giorno di campo ha regalato la sorpresa più attesa. Nel buio della notte, i microfoni hanno catturato quel richiamo che coincide perfettamente con le vocalizzazioni tipiche della specie.

Una speranza di salvezza per una specie appesa a un filo

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Una "lapida" eretta allo zoo del Bronx quando si pensava che la specie fosse ormai estinta. Immagine da Wikimedia Commons

Questa scoperta ha inevitabilmente un valore enorme sotto diversi punti di vista. Non solo dimostra che la specie non è del tutto confinata a una piccola area protetta, ma apre anche alla possibilità che sopravviva in altre località ancora non esplorate. Significa quindi che il suo areale potrebbe essere più ampio di quanto si pensasse, anche se frammentato e fragile. Ma significa soprattutto che, nonostante la pressione crescente dell'agricoltura e dello sviluppo urbano, questo uccello a un passo dall'estinzione ancora resiste.

Al tempo stesso, la registrazione di quel canto porta con sé anche un'urgenza. La specie resta "In pericolo critico" nella Lista Rossa dell'IUCN – la categoria immediatamente precedente all'estinzione – e la perdita di habitat rimane la minaccia principale. Per evitare quindi che la storia si ripeta e che la specie scompaia di nuovo e questa volta definitivamente, occorreranno monitoraggi costanti, fotografie e filmati che consolidino le prove, ma soprattutto una gestione più attenta degli ultimi habitat rimasti.

Fondamentale sarà però anche il coinvolgimento delle comunità locali, che possono diventare alleati preziosi sia nel monitoraggio che nella tutela di un patrimonio naturalistico che appartiene chiaramente anche a loro. Per i birdwatcher coinvolti, riuscire a registrare il richiamo del corrione di Jerdon è stata indubbiamente la realizzazione di un sogno. Per il mondo ornitologico e conservazionistico, tuttavia, è la dimostrazione che la perseveranza, la curiosità e la passione possono ancora riscrivere il destino di specie che ormai davamo per perdute.

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