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Potrebbe sembrare l'inizio di un film horror: gli Stati Uniti stanno preparando una gigantesca offensiva aerea a base di mosche mangia-carne. L'obiettivo? Combattere un insetto piccolo, ma letale, ovvero le larve di Cochliomyia hominivorax, una mosca parassita che infesta animali selvatici e allevati e, in casi estremi anche gli esseri umani, mangiandone i tessuti vivi. Il piano è tanto ambizioso quanto già collaudato.
Il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) intende allevare miliardi di maschi di questa specie, sterilizzarli con radiazioni e rilasciarli su ampie aree del sud del Texas e del Messico. I maschi sterilizzati non possono naturalmente riprodursi e poiché le femmine si accoppiano una sola volta nella loro breve vita adulta, l'effetto a catena è il progressivo collasso della popolazione e, si spera, il contenimento di un'infestazione che uccide tantissimi animali.
Chi sono le mosche mangia-carne

A differenza della maggior parte delle mosche, le cui larve si nutrono di carne morta e in decomposizione, diverse specie della famiglia Calliphoridae sono un'eccezione spaventosa: le loro larve si alimentano di carne viva. Le femmine depongono le uova all'interno delle ferite aperte o in mucose esposte degli animali, soprattutto mammiferi, e nel giro di pochi giorni il corpo del povero ospite diventa un banchetto vivente per centinaia di larve.
Cochliomyia hominivorax, conosciuta in inglese come screwworm fly, o mosca "magiancarne" del Nuovo Mondo, è diffusa soprattutto nelle regioni tropicali e colpisce tutti gli animali a sangue caldo, compresi cani, gatti, bovini, cavalli e persino gli esseri umani. Nei casi più gravi, un solo animale infestato può morire nel giro di un paio di settimane settimane. Il danno non è solo sanitario, ma anche economico, soprattutto per l'industria dell'allevamento: bastano poche mosche per uccidere interi allevamenti.
Come si "fabbricano" le mosche sterili

Le mosche vengono allevate in speciali impianti di produzione, come quello di Pacora, a Panama, dove nascono ogni settimana 117 milioni milioni di larve. La fase più delicata del processo consiste poi nella sterilizzazione dei maschi attraverso radiazioni ionizzanti, che rendono gli insetti incapaci di produrre prole, ma ancora perfettamente funzionali per l'accoppiamento. Alle femmine sembra tutto normale, ma dall'accoppiamento non nascerà nulla e questo è sufficiente per ridurre rapidamente la popolazione.
Le uova vengono deposte in incubatrici speciali, poi le larve vengono nutrite con una dieta ricca di proteine, che un tempo includeva carne equina e miele, e oggi è sostituita da miscele a base di uova disidratate, plasma e globuli rossi. Quando le larve sono pronte a impuparsi, vengono raccolte e poste in contenitori pieni di segatura, dove completano la metamorfosi. Da adulti, vengono separati i maschi dalle femmine e sterilizzati, pronti per essere caricati su aerei e rilasciati in aree infestate.
Cos'è la SIT, la Sterile Insect Technique

La tecnica utilizzata è nota come Sterile Insect Technique (SIT), una strategia di controllo dei parassiti basata appunto sull'introduzione di maschi sterili in una popolazione selvatica. È una tecnica che non comporta l'uso di pesticidi e non danneggia altri organismi non bersaglio. I passato è stata già ampiamente usata per combattere questa stessa specie sia negli USA che in Messico, ma negli ultimi decenni ha visto anche altri impieghi per contrastare moscerini della frutta, mosca tsetse, zanzare e altri insetti dannosi o pericolosi per la salute umana.
C'è persino chi si chiede se la SIT possa essere utilizza addirittura per estinguere definitivamente queste o altre specie, un dilemma etico complesso e ancora lontano dall'essere sciolto. Nonostante i costi, i rischi e le difficoltà logistiche, la tecnica si è dimostrata estremamente efficace nel lungo periodo. È una forma di "contraccezione di massa" per insetti e, per ora, sembra anche l'unico modo per fermare davvero le mosche carnivore e altri insetti pericolosi.