UN PROGETTO DI
18 Ottobre 2025
16:00

Come le formiche prevengono le epidemie all’interno del formicaio per proteggere la colonia dal rischio infezioni

Le formiche modificano la struttura del proprio formicaio per contenere le epidemie, separando le camere e distanziando le entrate. Questi e altri comportamenti aiutano a sviluppare una forma di "immunità sociale" che serve a protegge l’intera colonia.

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Le formiche più esposte al rischio epidemie modificano la struttura del formicaio per ridurre la diffusione dei contagi e proteggere l’intera colonia

Un formicaio è molto più di una semplice tana scavata nel terreno. Si tratta infatti di una delle strutture più complesse ed elaborate costruite da un animale non umano, un labirinto di gallerie e camere che nasconde anche un sofisticato sistema di prevenzione sanitaria. Secondo infatti un nuovo studio dell'Università di Bristol pubblicato su Science, le formiche non solo reagiscono alle malattie con comportamenti sociali complessi, ma arrivano persino a modificare la struttura del loro formicaio per ridurre il rischio di contagio.

I ricercatori hanno scoperto che le colonie esposte a spore fungine, potenziali agenti patogeni letali per l’intero formicaio, scavano nidi diversi da quelli "sani": le entrate sono più distanziate, le camere interne più distanti e i collegamenti diretti meno numerosi. In altre parole, le formiche ridisegnano la propria città sotterranea per limitare la circolazione di eventuali infezioni. È la prima volta che un animale non umano modifica attivamente il proprio ambiente per contenere la diffusione di una malattia.

Le formiche utilizzano una gran varietà di strategie per contrastare i patogeni. In alcuni casi gli individui infetti si isolano volontariamente quando sono contaminati, in altri rimuovono spore fungine con le mandibole o spruzzano sostanze disinfettanti sulle proprie compagne. Tutto questo insieme di comportamenti complessi, definito dagli studiosi "immunità sociale", funziona come un sistema di difesa collettivo che serve a proteggere l'intera colonia, che viene sempre prima di qualsiasi individuo.

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Questo insieme di comportamenti complessi, definito dagli studiosi "immunità sociale", funziona come un efficace sistema di difesa collettivo a cui potremmo prendere ispirazione anche noi umani

Per capire come l’architettura di un formicaio contribuisse a questa immunità, i ricercatori hanno seguito due gruppi di 180 formiche operaie impegnate nello scavo all'interno di contenitori riempiti di terra. In mezzo a uno dei due gruppi sono state introdotte anche delle spore fungine. Dopo sei giorni, mediante micro-tomografia computerizzata – una tecnica che permette di creare modelli 3D ad altissima risoluzione – gli scienziati hanno potuto confrontare le due diverse strutture.

Le simulazioni successive hanno mostrato che i formicai "modificati" riducevano significativamente il rischio di esposizione a dosi elevate di patogeni, proteggendo soprattutto le aree più sensibili, come le camere dove vengono custodite le larve e le riserve di cibo. "Quando abbiamo inserito nei modelli anche il comportamento di autoisolamento delle formiche malate", ha spiegato Luke Leckie, autore principale dello studio, "l'efficacia complessiva nel limitare la trasmissione della malattia aumentava ancora di più".

Questa sofisticata e complessa armonia che intreccia comportamento, architettura e salute collettiva potrebbe persino offrire spunti anche per noi e la nostra "immunità sociale". Come i formicai, le nostre città sono reti complesse di spazi interconnessi. Capire come bilanciare la circolazione di persone, risorse e informazioni con la necessità di contenere la diffusione di un'infezione è una lezione che, forse, le formiche conoscono da milioni di anni e che visto quanto accaduto con la pandemia da COVID-19 potrebbe tornarci molto utile in futuro.

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