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15 Ottobre 2025
16:11

Come aiutare le tartarughe di terra per il letargo: dove metterle e come prepararle

Con l’arrivo del freddo, anche le tartarughe di terra vanno in letargo. Quelle che vivono in giardino o in casa hanno però bisogno di una mano per affrontarlo in sicurezza. Ecco come prepararle, dove sistemarle e cosa controllare per evitare rischi e superare l'inverno senza rischi.

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Le tartarughe di terra che vivono in casa o cattività hanno bisogno di un mano per affrontare in sicurezza e senza rischi il loro letargo

Con l'avvicinarsi dell’inverno, anche le tartarughe di terra – le testuggini – si preparano per affrontare il letargo. Non è un vero e proprio sonno profondo, come nel caso dell’ibernazione di mammiferi, ma un processo con finalità simili e che nei rettili viene chiamato brumazione. Questi animali sono infatti ectotermi, il che significa che la loro temperatura corporea dipende da quella ambientale.

Quando il clima si raffredda, il metabolismo rallenta, il cuore batte più lentamente, la respirazione si fa quasi impercettibile e ogni processo vitale viene ridotto al minimo per consumare meno energia possibile. Durante il letargo, che nelle specie mediterranee come Testudo hermanni e Testudo graeca va in genere da ottobre a marzo (con variazioni a seconda del clima), la tartaruga non mangia né beve. Si interra, spesso fino a scomparire del tutto, trovando rifugio sotto il terreno o tra foglie e radici.

Questo periodo le permette di mettere "in pausa" il proprio organismo in attesa del ritorno della primavera. Tuttavia, il letargo è anche un momento fragile e delicato, soprattutto per gli animali che vivono in cattività. Le oscillazioni termiche, la dieta e altre variabili ambientali possono compromettere questa fase e creare non pochi problemi ai rettili, soprattutto se non vengono seguiti con la giusta attenzione.

I consigli per preparare la tartaruga al letargo

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Le tartarughe che vivono all’esterno posso andare in letargo in giardino. Tuttavia, i veterinari consigliano spesso di tenerla in un ambiente controllato all’interno di una scatola di legno o plexiglass per ridurre i rischi

Le tartarughe che vivono in casa o in giardino dipendono da noi per quasi tutti gli aspetti della loro vita, incluso il letargo. Prima di tutto, è importante però sapere che molto dipende dalla specie in questione e dal clima della regione in cui si vive, così come dal tipo di ambiente in cui la tartaruga vive. Un giardino all'aperto o un terrario interno fanno una grande differenza, così com l'età e le dimensioni dell'animale. Vediamo però più nel dettaglio come fare per aiutare la nostra tartaruga, in linea generale, ad affrontare il letargo passo dopo passo.

Effettuare un controllo veterinario pre-letargo

Le tartarughe, come altri rettili, sanno nascondere bene eventuali problemi di salute o malattie. Prima che le temperature scendano troppo, tra settembre e ottobre, è quindi essenziale una visita di controllo da un veterinario esperto in rettili per verificare lo stato di salute generale e l'eventuale presenza di parassiti intestinali. Molti veterinari consigliano infatti anche un'anali accurata delle feci.

Solo una tartaruga in perfette condizioni può affrontare il letargo senza troppi rischi. In caso di debolezza, infezioni o parassitosi, il veterinario potrebbe infatti consigliare di evitare il letargo e mantenere l'animale in un ambiente controllato e riscaldato per tutto l'inverno. Il veterinario potrà inoltre aiutarci anche a contestualizzare meglio come affrontare il letargo anche in base alla specie, all'età e al contesto climatico in cui viviamo.

Ridurre gradualmente l'alimentazione

Con l'avvicinarsi dell'autunno, di solito a settembre, la tartaruga comincerà spontaneamente a mangiare sempre meno. È un segnale che il suo metabolismo sta rallentando e che il rettile si sta preparando ad affrontare l'inverno.

Riduciamo gradualmente le quantità fino a sospendere del tutto circa 10 giorni prima della data stabilità per far andare in letargo il nostro animale. Bisogna però continuare a lasciare acqua fresca sempre disponibile, in modo che l'animale possa idratarsi e svuotare l'intestino prima dell'interramento definitivo.

Preparare un rifugio sicuro e naturale

Le tartarughe che vivono all’aperto possono fare il letargo in giardino, scavando da sole la loro tana nel terreno. È il metodo più naturale, ma anche il più esposto ai pericoli, come eventuali predatori e cambiamenti climatici improvvisi, che possono mettere a rischio la loro sopravvivenza.

Per questo, molti veterinari consigliano comunque un letargo controllato, più sicuro e facilmente monitorabile. Basta una scatola di legno o plexiglass, con fori d'aerazione per respirare, riempita con terra, torba o corteccia e coperta di foglie secche. La scatola va poi collocata in un ambiente fresco, ma non gelido, come una cantina o un garage non riscaldato.

Controllare la temperatura

Durante tutto il periodo del letargo, la temperatura dovrebbe restare tra i 2 e i 10 °C. Se scende sotto i 2 gradi c'è il rischio di congelamento dei tessuti; se invece supera i 10°C, la tartaruga potrebbe svegliarsi parzialmente, consumando energia senza mangiare né bere, con il rischio di disidratazione e indebolimento.

Per evitare questi rischi, può essere utile inserire un termometro nella scatola o nella stanza dove si trova il rettile, controllando regolarmente le variazioni di temperatura. Se la temperatura sale o scende troppo, sarà allora necessario spostare il rifugio o intervenire per svegliare la tartaruga in sicurezza.

Non forzare i tempi del letargo

Negli ultimi anni, i cambiamenti climatici e il surriscaldamento globale stanno alterato i ritmi naturali di molti animali, inclusi i rettili. In molte regioni italiane, soprattutto al Sud, settembre e ottobre sono sempre più miti e le tartarughe possono ritardare l'inizio del letargo. È del tutto normale, se non ci sono grossi sbalzi di temperatura. Se l’animale continua a muoversi, non bisogna costringerlo ad andare in letargo. È soprattutto il clima, non il calendario, a determinare i suoi ritmi.

Cosa fare durante il letargo delle tartarughe

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Quando la tartaruga è in letargo, dobbiamo solo tenere sotto controllo i parametri ambientali e il suo peso

Quando la tartaruga è finalmente in letargo, il nostro compito è semplicemente quello di osservare senza disturbare. È importante però controllare una volta ogni due o tre settimane che la temperatura rimanga stabile, che il substrato sia leggermente umido (mai secco né bagnato) e che l’animale non mostri segni di disidratazione o perdita di peso eccessiva. Durante tutto il periodo del letargo, la tartaruga non deve perdere più del 10% del peso corporeo. Pesandola all'inizio e durante il letargo ci permette di tenere sotto controllo la situazione.

Quando le giornate si fanno poi più miti, di solito tra marzo e aprile, è il momento del risveglio. La tartaruga può essere delicatamente riportata in superficie o nel terrario, e aiutata con bagnetti tiepidi quotidiani che favoriscono l’idratazione e la ripresa dell'attività metabolica e intestinale. Dopo pochi giorni, tornerà ad alimentarsi, a muoversi e a cercare il Sole da sola, pronta per una nuova stagione di attività.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it/kodami sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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