UN PROGETTO DI
12 Luglio 2025
9:52

“Colpa degli animalisti se le uova costano troppo”. Perché l’accusa di Trump alla California è infondata

Il presidente Usa ha fatto causa alla California. L'accusa? Una legge statale che tutela il benessere degli animali da allevamento avrebbe fatto salire il prezzo delle uova. Le cose non stanno così e lo dicono report indipendenti e di associazioni animaliste che hanno accertato che la causa principale dell'aumento del prezzo è legato principalmente all’influenza aviaria.

160 condivisioni
Immagine

"Una cosa è se la California approva leggi che riguardano il suo Stato, un'altra è quando queste leggi riguardano altri Stati, violando la Costituzione degli Stati Uniti". Sono le parole di Brooke Rollins, responsabile dell'agricoltura statunitense che ha aggiunto: "Per fortuna, il presidente Trump si sta opponendo a questa ingerenza".

L'oggetto della diatriba che si è aperta negli Stati Uniti riguarda le uova: ebbene sì, dietro queste dichiarazioni in realtà c'è un'accusa nei confronti di uno Stato, la California, che ha attuato una politica più stringente nei confronti degli allevatori per aumentare il benessere degli animali da produzione. Una decisione che, secondo l'amministrazione Trump, però ha determinato l'aumento dei prezzi delle uova e che secondo questa visione è più impattante rispetto alle cause che invece, per gli esperti del settore, sono alla base di quanto sta accadendo: inflazione e influenza aviaria. 

Ma le dichiarazioni di Rollins non sono rimaste lettera morta o solo un modo per fare rumore intorno a un tema che sta molto a cuore agli americani, perché dalle parole si è passati anche ai fatti: Trump ha deciso di adire il tribunale federale per mettere sotto accusa lo Stato della California.

Il Presidente Usa punta a colpire quelle che ritiene norme troppo restrittive nei confronti del mercato a favore degli animali e, secondo questa visione, non utili al consumo umano. Risultato? Per Trump si tratta di "una violazione della libera commercializzazione dei prodotti tra gli Stati".

"Lo Stato della California ha contribuito all'aumento storico dei prezzi delle uova imponendo una burocrazia inutile alla produzione", si legge nella causa depositata presso la Corte Distrettuale degli Stati Uniti della California il 9 luglio. "Attraverso una combinazione di iniziative elettorali, provvedimenti legislativi e regolamenti, la California ha di fatto impedito agli agricoltori di tutto il paese di utilizzare una serie di metodi di produzione agricola che erano ampiamente utilizzati e che contribuivano a mantenere le uova a prezzi accessibili".

Il riferimento è alla "Proposta 12", ovvero la normativa che dal 2018 è in vigore in California. La legge prevede che animali come maiali, vitelli e galline che sono destinati al mercato alimentare devono essere allevati in quelle che, alla fine, sono poi condizioni davvero minime per garantirne il benessere: gli animali devono avere lo spazio per muoversi e stare in piedi, ad esempio.

Ma la battaglia intentata da Trump prende di mira anche altri Stati oltre la  California. Il  Massachusetts, con la Question 3 approvata nel 2016, ha introdotto limiti simili. Lo stesso è accaduto in Oregon, Washington e Michigan. Sempre più Stati infatti stanno abbandonando le gabbie per passare a sistemi di allevamento che tengano conto delle esigenze minime degli animali. È un cambio di prospettiva, ancora parziale, ma che sta prendendo piede sempre di più.

La legge della California, poi, si applica non solo agli allevamenti che sorgono nello Stato ma anche a tutti i prodotti importati: se un commerciante di Los Angeles, per fare un esempio, vuole vendere  i derivati delle galline ovaiole deve garantire che sono stati rispettati gli standard previsti a prescindere dalla provenienza delle uova.

Quando c'è stata l'introduzione della legge la comunità californiana ha sostenuto e voluto fortemente questo primo passo verso una maggiore sensibilità nei confronti degli animali da allevamento e la Corte Suprema nel 2023 ha anche respinto i ricorsi dei grandi produttori.

Ora Trump vuole stravolgere questo sistema, affermando che anche la decisione della Corte è sbagliata trattandosi, secondo il Presidente Usa, di una questione che solo il governo centrale può dirimere. Insomma, per il Commander in Chief la California sta imponendo la sua visione animalista a tutti gli Stati Uniti.

Ma è vero che i prezzi sono aumentati perché si vuole "proteggere" gli animali? Il procuratore generale californiano Rob Bonta ha chiaramente detto che le cose non stanno così e l'ufficio stampa del governatore ha ironizzato sulla causa in un post sul social media X, scrivendo: "Trump è tornato al suo hobby preferito: dare la colpa alla California letteralmente per tutto".

Come abbiamo accennato all'inizio dell'articolo, dunque, tra le cause principali c'è invece l'impennata di influenza aviaria che è avvenuta nel 2022 e che ha portato all'uccisione 175 di milioni di animali, causando poi un'offerta "scarsa" rispetto alla richiesta e l'aumento dei prezzi. E poi la questione non ha nulla a che vedere con la sola California: come risulta da report condotti da associazioni e analisti anche lontani dalla questione animale, i rincari sono stati simili anche in Stati dove nessuna legge sul benessere animale è in vigore.

Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views