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Nonostante le promesse e le aspettative crescenti dell'opinione pubblica, la transizione verso circhi senza animali in Italia subisce un nuovo stop. Il Senato ha approvato con 56 voti favorevoli, 47 contrari e nessun astenuto il disegno di legge per le proroghe in materia di spettacolo, posticipando al 31 dicembre 2026 il termine per l'attuazione della Legge Delega 106 del 2022. Si tratta dell'ennesimo rinvio: la scadenza iniziale era fissata per il 18 febbraio 2023, poi spostata ad agosto 2024, quindi ad agosto 2025, e ora è ancora più lontana.
Tra le conseguenze più importanti di questo slittamento c'è il mancato avvio della dismissione dell'uso di animali negli spettacoli dei circhi italiani. La decisione ha sollevato un’ondata di critiche da parte dell'associazioni, che da anni chiedono una riforma ispirata al rispetto e alla dignità degli animali. "Continuano a farci rimanere nel passato, è una vergogna", ha commentato la LAV (Lega Anti Vivisezione) attraverso Giulia Giambalvo, responsabile dell'area esotici.
L'associazione ha inoltre sottolineato come l'Italia, con questo nuovo rinvio, resti indietro rispetto a oltre 50 paesi che hanno già vietato l'impiego di animali nei circhi. Oggi in Italia, secondo LAV, sono ancora circa 2.000 gli animali costretti a vivere in gabbie e container, trasportati da città a città per essere esibiti in numeri fondati su addestramenti coercitivi e su un'idea di spettacolo che anche buona parte dell'opinione pubblica considera ormai superata.

A testimoniarlo non sono solo le battaglie animaliste, ma anche i dati: secondo l'ultimo rapporto SIAE del 2024, il pubblico dei circhi continua a calare, segno di un cambiamento anche culturale già in atto. La Legge Delega 106/2022 avrebbe dovuto segnare una svolta, incentivando il circo umano come forma di spettacolo basata sull'arte, sull'acrobazia e sulla creatività. Ma, come denuncia LAV, ancora una volta le istituzioni hanno perso l'occasione di guidare il cambiamento, lasciando che siano gli animali a pagare il prezzo dell'inazione politica.
L'ennesimo rinvio del decreto attuativo non è solo un atto amministrativo, ma una decisione che inevitabilmente prolunga la sofferenza e rallenta il processo verso un circo sfruttamento degli animali. Secondo le associazioni, è tempo che la politica ascolti le richieste della società civile e liberi finalmente gli animali dal circo. Perché dietro un animale che esegue trucchi e giochi davanti a un pubblico, spesso, si nasconde una vita intera di costrizioni e privazioni.