
Per oltre cinque anni, una famiglia del Kansas ha condiviso la propria casa con più di duemila ragni violino. Non è la trama di un film horror, ma la storia vera di un'infestazione da record raccontata nel 2002 in uno studio pubblicato Journal of Medical Entomology da due entomologi americani, Richard Vetter e David Barger. In totale, in quella vecchia abitazione costruita nel XIX secolo furono trovati in pochi mesi ben 2.055 ragni appartenenti alla specie Loxosceles reclusa, conosciuto anche come "ragno eremita marrone", l'equivalente americano del "nostro" ragno violino, Loxosceles rufescens.
La famiglia che ha vissuto con 2.055 ragni violino in casa senza saperlo

La famiglia – composta due adulti e due bambini di 8 e 13 anni – si era trasferita in quella casa nel 1996, dopo che l'inquilino precedente vi aveva vissuto per vent'anni. Per diversi anni hanno notato qualche ragno comparire qua e là, senza però dare troppo peso alla cosa. Solo nell'estate del 2001 si resero conto che gli aracnidi che si muovevano tra le pareti e i mobili erano proprio Loxosceles reclusa, una delle poche specie di ragni nordamericani dotate di un morso velenoso potenzialmente molto pericoloso per gli esseri umani.
I ricercatori Richard Vetter e David Barger decisero quindi di studiare il caso più da vicino e per sei mesi di fila, tra giugno e settembre, visitarono la casa ogni sera raccogliendo a mano o con trappole adesive ogni ragno che incontrato. Il conteggio finale fu davvero impressionante: 842 ragni catturati con le trappole e 1.213 raccolti a mano, suddivisi in tre diverse categorie di taglia. Più della metà erano individui giovani e di piccole dimensioni, ma circa 500 avevano dimensioni sufficienti per iniettare veleno in caso di morso.
I ragni violino, pericolosi ma non quanto si crede

Il dato più sorprendente, anche il relazione al numero record di ragni presenti in casa, fu però un altro: nessuno dei quattro abitanti era mai stato morso, nonostante l'abitazione fosse letteralmente invasa da ragni. Secondo gli autori, questo dato metteva fortemente in discussione la frequenza con cui venivano segnalati falsi morsi di ragno violino, soprattutto in zone dove la specie nemmeno è presente. In molti casi, hanno spiegato, lesioni cutanee e strani morsi vengono infatti attribuite ai ragni violino senza alcuna prova.
Un fenomeno del genere si verifica anche qui in Europa con il "nostro" violino, con molti casi di morsi che vengono segnalati e mai confermati. L'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, per esempio, spiega che in molti si rivolgono al loro laboratorio di Parassitologia ed Entomologia per identificare i campioni di sospetti ragni violino, ma nella maggioranza dei casi sono si tratta spesso di ragni del tutto innocui.
Nonostante l'enorme eco mediatico che questa specie riceve ormai da anni, il numero accertato di persone morse dal ragno violino in Italia è in realtà molto basso, perché sia Loxosceles reclusa che il nostro L. rufescens sono ragni molto schivi, che tendono a stare nascosti in luoghi bui e tranquilli – come armadi, scantinati o dietro i mobili – e mordono solo se si sentono intrappolati, per esempio quando vengono manipolati oppure schiacciati accidentalmente.
Una lezione di convivenza (involontaria)

Si tratta in ogni caso di ragni potenzialmente molto pericolosi, tra i pochi di rilevanza medica presenti sia in Nord America che in Italia. Il loro veleno contiene alcune sostanze citotossiche che in rari casi di danneggiare i tessuti, ma nella maggior parte degli episodi i morsi si risolvono con sintomi lievi. Il caso della famiglia del Kansas è quindi diventato un punto di riferimento negli studi sui ragni violino, poiché dimostra che anche un’infestazione estrema non comporta automaticamente un pericolo concreto.
In sei mesi, i ricercatori hanno raccolto centinaia di ragni "capaci di inoculare veleno", eppure nessuno è stato morso. È una storia che ricorda quanto spesso la paura per questi aracnidi, per quanto giustificata, sia spesso incredibilmente sproporzionata rispetto ai rischi reali. Quella famiglia del Kansas, seppur involontariamente, ha convissuto "serenamente" per anni con uno dei ragni più pericolosi per la nostra specie e – sempre senza volerlo – ci ha dimostrato quanto allarmismo e disinformazione accompagnano spesso questi aracnidi.