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24 Giugno 2025
8:07

Chi era Amarena, l’orsa più rara del mondo uccisa a fucilate

Si apre oggi ad Avezzano il 24 giugno 2025 il processo contro Andrea Leombruni, accusato di aver ucciso con crudeltà l’orsa Amarena la notte del 31 agosto 2023. L’animale, simbolo del Parco d’Abruzzo, era accompagnato dai suoi due cuccioli.

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Inizia oggi ufficialmente il processo nei confronti di Andrea Leombruni, 58enne di San Benedetto dei Marsi che la notte tra il 31 agosto e il primo settembre 2023 ha sparato e ucciso l'orsa Amarena. Davanti al Tribunale di Avezzano l'uomo dovrà rispondere dell'accusa di uccisione di animali con l'aggravante della crudeltà.

Amarena era un'orsa bruna marsicana, la sottospecie di orso più rara al mondo presente solo sull'Appennino centrale italiano. In ragione del suo valore per l'ecosistema abruzzese e italiano, tra le parti civili c'è anche il Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, l'ente che vigila sulla fauna selvatica dell'area e soprattutto sugli orsi marsicani.

Inizia il processo per la morte dell'orsa Amarena

Dopo un rinvio avvenuto lo scorso dicembre per motivi burocratici, si apre ufficialmente il 24 giugno 2025 il processo nei confronti di Leombruni, l'uomo che ha sparato e ucciso Amarena. Secondo quanto ricostruito, la notte del 31 agosto 2023 l'orsa è stata sorpresa da Leombruni all'interno del pollaio adiacente alla sua abitazione, situata in un'area rurale della periferia di San Benedetto dei Marsi. Anche se si trovava al di fuori dei confini del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, Amarena era attentamente monitorata dai Guardiaparco che la seguivano in tutti i suoi spostamenti

Quella notte sono stati proprio loro, allertati dal rumore dello sparo, a ritrovare il corpo di Amarena a pochi metri dall'abitazione di Leombruni che dopo essere stato identificato non ha potuto fare altro che ammettere ciò che era successo, spiegando di aver agito per timore dell'animale.

In realtà, come emerso dalla necroscopia e dalle perizie eseguite sul corpo, l'orsa è morta per emorragia dopo che un proiettile è entrato lateralmente perforandole i polmoni mentre era a quattro zampe, in una posizione non d'attacco. In altre parole: Amarena era innocua quando il colpo l'ha raggiunta uccidendola.

Con lei in quel momento c'erano anche i suoi due cuccioli dell'anno che quella sera sono scappati a causa del trambusto seguito alla morte della loro madre.

Che fine hanno fatto i cuccioli di Amarena

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I due cuccioli di Amarena sono rimasti insieme dopo la morte della madre

Amarena è stata segnalata per la prima volta a luglio 2016 dal reparto del Giovenco del Servizio Sorveglianza del Parco mentre si ciba di ciliegie sulle piante di Bisegna e San Sebastiano. Da da quel momento l'orsa F17 viene diventa ufficialmente Amarena.

Nonostante la passione per le ciliegie non manifesta comportamenti confidenti se non in sporadiche occasioni, ma le cose cambiano nel 2020, con l'arrivo dei suoi primi cuccioli. Con 4 piccoli al seguito, un numero record per le mamme orso, Amarena inizia a frequentare abitualmente i pollai abruzzesi. Il motivo non è solo la ricerca di cibo per tante bocche da sfamare, ma anche sociale. I maschi adulti dominanti infatti praticano l'infanticidio allo scopo di rendere le femmine di nuovo sessualmente ricettive, alle madri conviene quindi gravitare attorno ai centri abitati dove i maschi adulti si fanno vedere molto raramente.

Qui Amarena ha iniziato a sfruttare le risorse messe a disposizione dall'essere umano ed è riuscita a portare all'età adulta tutti i suoi piccoli, tra i quali c'era Juan Carrito, anche lui protagonista di una tragica storia di confidenza.

Senza i piccoli, Amarena si tiene lontana dalle case e così infatti è per tutto il 2022, ma nel 2023 eccola tornare a frequentare i pollai con i suoi due nuovi cuccioli, fino a quando non entra in quello di Leombruni. La notte in cui è morta i piccoli sono fuggiti e sembrava che per loro non ci fosse possibilità di salvezza. Lo zoologo Paolo Ciucci, tra i massimi esperti di orso marsicano, ha spiegato che i piccoli si svincolano dalla madre quando hanno circa un anno e mezzo, nel periodo compreso tra marzo-giugno del loro secondo anno di vita, quelli di Amarena avevano appena 9 mesi, avrebbero quindi dovuto trascorrere il loro secondo anno di vita in tana con la madre.

Nonostante le difficoltà sono riusciti a sopravvivere in natura e senza aiuti, come ha confermato il Parco d'Abruzzo che ha continuato a monitorarne gli spostamenti. Sono stati infatti visti mentre si alimentavano insieme in maniera autonoma. Una speranza in più per questa sottospecie rarissima e a rischio.

Perché l'orsa Amarena era considerata così preziosa

L'orso marsicano è la sottospecie di orso bruno più rara al mondo. Vive solo nella zona dell'Appennino centrale italiano e ne restano tra i 50 e i 60 individui, come si legge nel Rapporto Orso redatto dal Parco. Con una popolazione tanto ridotta, ogni singolo individuo è importante, e lo è ancora di più se si tratta di una femmina prolifica come Amarena, in grado di cresce cucciolate di 4 o 2 individui, e portarli all'età adulta. Si tratta di una perdita enorme che mette in serio pericolo la sopravvivenza di questi plantigradi.

Proprio in ragione dell'importanza di Amarena come ambasciatrice dei marsicani e come individuo, la sua morte ha assunto rilievo nazionale, tanto da spingere anche il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin a intervenire dopo la sua morte: «L’uccisione di una femmina di orso marsicano rappresenta un episodio grave, sui cui è doveroso fare quanto prima chiarezza. Il nostro impegno è rivolto anche alla protezione dei cuccioli dell’orsa, facendo di tutto affinché possano restare in libertà. Invito infine a moltiplicare l’impegno nell’osservare comportamenti corretti per prevenire ogni possibile conflitto tra gli animali e le persone»

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