
A prima vista possono sembrare quasi identici: grandi roditori dal corpo massiccio, il muso tozzo e lo stile di vita semi-acquatico. Ma castori e nutrie, pur condividendo habitat e alcune abitudini simili, appartengono a due mondi evolutivi molto diversi. Il castoro – di cui esistono in realtà due specie, quello europeo (Castor fiber) e quello americano (C. canadensis) – fa parte della famiglia dei castoridi, mentre la nutria (Myocastor coypus), spesso chiamata anche "castorino", appartiene a quella dei miocastoridi, originaria del Sud America.
La loro somiglianza è un classico caso di convergenza evolutiva, ovvero quando specie non strettamente imparentare, adattandosi a uno stile di vita simile – in questo caso semi-acquatico – sviluppano tratti e e caratteristiche simili per affrontare le stesse sfide. Un po' come è accaduto a pesci e cetacei.
Come distinguere le nutrie dai castori: caratteristiche fisiche e habitat

Nonostante a un primo sguardo possano confondersi tra loro, osservandoli con attenzione le differenze tra una nutria e un castoro sono abbastanza evidenti. La più immediata è nella coda: quella del castoro è larga, piatta e ricoperta da squame, uno strumento multifunzionale che serve per nuotare, bilanciarsi e comunicare per esempio battendola sull'acqua in caso di pericolo. La nutria, invece, ha una coda lunga e cilindrica, molto simile a quella di un ratto, coperta da peli radi.
Anche le dimensioni sono decisamente diverse. Un castoro adulto può infatti superare i 30 chili di peso e raggiungere il metro di lunghezza (senza contare la coda), mentre la nutria è molto più piccola, di solito tra i 6 e i 10 chili. Il muso della nutria è poi più appuntito, con evidenti baffi bianchi e incisivi arancioni molto visibili; quello del castoro è più arrotondato, con occhi e narici disposti più in alto per nuotare con più facilità.

Dal punto di vista geografico, le loro storie sono quasi agli opposti. Il castoro europeo, quasi scomparso in Italia a causa della caccia e della distruzione degli habitat, è oggi tornato a popolare alcuni tratti dei fiumi alpini e appenninici grazie a progetti di reintroduzione e, probabilmente, immissioni illegali. Quello americano, invece, è originario di Canada e Stati Uniti, anche se è stato introdotto ed è ormai naturalizzato anche in alcune regioni del Sud America e del Nord Europa, dove è quindi considerata una specie aliena e invasiva.
Proprio come la nutria in Europa e in Italia, una specie alloctona introdotta nel secolo scorso dall'America del Sud per l'allevamento da pelliccia. Sfuggita o liberata volontariamente, si è poi adattata perfettamente agli ambienti umidi italiani, diventando una presenza stabile e, in alcuni casi, anche problematica per gli argini dei fiumi e le coltivazioni.
Differenze nelle abitudini e nel comportamento

Oltre all’aspetto, anche le abitudini raccontano due vite molto diversi. I castori sono veri e propri "ingegneri ambientali". Costruiscono dighe e tane con rami, fango e tronchi, modificando il corso dell'acqua e creando veri e propri ecosistemi favorevoli a molte altre specie. Vivono in famiglie stabili, con coppie monogame che collaborano nella cura dei piccoli e nella manutenzione delle dighe. Si nutrono di cortecce, rami teneri e piante acquatiche e abbattono gli alberi rosicchiandoli.
Le nutrie, invece, non costruiscono dighe, ma scavano tane lungo gli argini, a volte contribuendo a fenomeni di erosione e piccoli cedimenti. Sono più sociali e possono formare piccoli gruppi, ma i legami familiari non sono stretti e così stabili come quelli dei castori. Si cibano principalmente di vegetazione erbacea e radici, ma sono meno selettive nella dieta.

In comune, questi due roditori hanno l’adattamento a una vita anfibia: occhi, orecchie e narici poste in alto, zampe posteriori palmate e un fitto pelo impermeabile. Ma, dietro l'apparente somiglianza, si nascondono due storie naturali ed evolutive molto diverse: quella del castoro, un vero architetto dei fiumi, e quella della nutria, un roditore semi-acquatico originario del Sud America, ma che ha imparato a muoversi e sopravvivere anche tra fiumi, fossi, laghi, paludi e altre zone umide europee e italiane.