UN PROGETTO DI
11 Novembre 2025
17:00

Che cosa è successo a Ludovica? La scomparsa della lupa del Tonale

Una lupa monitorata dal 2023 attraverso il radio collare e che fa parte del progetto WolfNext è sparita in val di Sole. Enpa: "Un plurimo delitto contro un animale ancora particolarmente protetto secondo la legge nazionale, verso la scienza e verso le persone del luogo che attraverso i dati raccolti potevano contare su una convivenza sicura con i branchi della zona"

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E' dal 28 settembre che il radiocollare ha smesso di mandare il segnale Gps. L'ultima volta la lupa Ludovica, che fa parte del progetto di monitoraggio WolfNext promosso dal Parco Nazionale dello Stelvio e finanziato dal Ministero dell’Ambiente, era nei boschi sopra Vermiglio, in Val di Sole. Poi di lei se ne è persa ogni traccia.

Come segnalato dall'Enpa, "neanche i tentativi di localizzazione manuale via antenna VHF, né le fototrappole disposte nell’area, hanno dato risultati". E chi sta indagando sul caso ritiene che un guasto tecnico, che all'inizio era l'ipotesi più credibile, ora è sempre meno plausibile: "il dispositivo, progettato per funzionare anche in caso di morte dell’animale, è scomparso senza lasciare tracce – denuncia l'Ente di Protezione animale –  E' avvenuto un blackout totale, difficile da spiegare senza un intervento umano".

Cosa sappiamo sulla scomparsa della lupa Ludovica

La storia di Ludovica si dipana tra le valli che collegano il Trentino alla Lombardia, una zona dove la presenza del lupo è un indicatore della biodiversità e del ripopolamento avvenuto negli ultimi anni. La lupa scomparsa è un esemplare adulto e ben conosciuto: è nata nel 2023 e fa parte del branco di Tonale, un esempio della possibile convivenza tra i selvatici e gli esseri umani.

L'osservazione di Ludovica da così tanto tempo è un importante caso di monitoraggio per la raccolta dei dati che consentono agli esperti di conoscere così in profondità le abitudini e il comportamento della specie. Questa lupa di cui non si sa che cosa le sia successo è tra le più seguite scientificamente in tutta Italia e le informazioni raccolte hanno consentito di tracciare i percorsi di un branco che si sposta nel Parco Nazionale dello Stelvio, raccontando una generazione di lupi italiani.

Ivana Sandri, etologa e presidente della sezione di Rovereto, ritiene che si tratti  "di un plurimo delitto: ‘non solo' commesso contro un animale ancora particolarmente protetto secondo la legge nazionale, ma verso la scienza e anche verso le persone del luogo che si vedono private di uno strumento – lo studio del comportamento di Ludovica – destinato proprio ad un futuro più sereno e sicuro per tutti, uomini e animali, attraverso la conoscenza che tante volte ancora manca e viene osteggiata da chi ha interesse a fomentare la paura. Un delitto commesso anche verso lo stesso Ministero dell’ambiente e contro tutti i cittadini italiani, in quanto la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato".

L'Enpa ha anche sottolineato che la scomparsa di Ludovica non è nemmeno un caso isolato ma diversi i casi di sparizione di grandi carnivori in Italia che passano sotto traccia a causa di quella che definisce "un'emergenza bracconaggio" che miete vittime a colpi di fucile, trappole e esche avvelenate tra diverse specie, orsi compresi.

Se davvero qualcuno ha ucciso Ludovica però le cose sono ancora più gravi perché l'assenza del segnale fa pensare alla rimozione del radiocollare da parte i chi l'ha braccata e dunque ad un atto ancora più deliberatamente delittuoso e intenzionale.

Enpa ed altre associazioni si sono ora rivolte al Ministero dell'Ambiente per chiedere un'indagine ufficiale sulla sparizione della lupa e un intervento urgente "per porre fine alla lunga catena di atti illegali che stanno decimando i grandi carnivori del Trentino: La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato. Chi la elimina, compie un reato contro la collettività tutta".

Il progetto Wolfnext e la formazione dei Carabinieri forestali sui casi di bracconaggio

Il progetto Wolfnext è un progetto di studio e monitoraggio dei lupi su scala nazionale a cui partecipano  17 parchi regionali e nazionali e che è fondato su un patrimonio dovuto a 20 anni di ricerche. Un tema importante tra quelli che vengono seguiti  è proprio quello delle "mortalità illegali", ovvero le morti sospette dei lupi provocate dall'uomo in maniera diretta o indiretta.

Su questi casi è nato tempo fa un focus specifico dedicato alla formazione di  squadre di Carabinieri Forestali preparate ad affrontare in modo appropriato le indagini e a interagire efficacemente con il Pubblico Ministero in casi come quelli della lupa Ludovica qualora si scoprisse che è stata uccisa.

A coordinare il progetto ci sono Antonio Antonucci, responsabile dell'Ufficio Monitoraggio e Tutela Biodiversità del Parco Nazionale della Maiella, e Simone Angelucci, responsabile dell'Ufficio Veterinario con cui Kodami aveva parlato all'inizio dell'attività. Tra le varie domande avevamo chiesto loro quali sono le principali cause di morte illegale per il lupo e così ci avevano risposto: "Nonostante le numerose attività di monitoraggio, purtroppo, le morti illegali sono ancora molte. Il lupo sconta non tanto una persecuzione di tipo diretto con un'attività venatoria volta alla sua uccisione, ma è soggetto anche a un bracconaggio di tipo indiretto. Per esempio molte morti sono dovute ai lacci che i bracconieri usano per i cinghiali che vengono ingoiati erroneamente o sono di intralcio. Alcune morti avvengono per bocconi avvelenati che vengono usati per i cani vaganti e, alle volte, a causa di lesioni di arma da fuoco legate a mala gestione dell'attività venatoria. Tutto sempre al di fuori delle aree protette".

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