
La denuncia è arrivata da una donna che gestisce un rifugio per animali a Billings, nello Stato del Montana in Usa. Quella che era una giornata come tante altre per Triniti Halverson, responsabile del Yellowstone Valley Animal Shelter, è diventata un incubo per lei, i suoi collaboratori e i 75 animali, tra cani e gatti ospitati nella struttura. Tutto a causa della decisione dell'FBI di incenerire della metanfetamina proveniente da un sequestro nell'inceneritore dell'ufficio controllo animali che si trova nello stesso edificio del rifugio.
Il risultato di questa operazione dell'FBI è stato deleterio per gli animali e per le persone: l'odore acre ma soprattutto il fumo e le particelle prodotte dalla sostanza bruciata hanno provocato malori e sintomi di intossicazione, tanto che 14 operatori del rifugio sono stati ricoverati in ospedale e sono dovuti ricorrere a trattamenti per la grave intossicazione con anche l'impiego delle camere iperbariche.
Gli animali sono stati spostati in altre strutture gestite da associazioni che hanno dato subito disponibilità al loro ricovero e quattro cucciolate di gatti hanno riportato problemi respiratori e sintomi legati a patologie oculari dovute al contatto con la sostanza incenerita il cui odore, secondo la testimonianza riportata sul New York Times dalla stessa responsabile del rifugio, "ricordava la candeggina".
Quanto accaduto ha meritato le pagine dei quotidiani nazionali in Usa non tanto per la salvaguardia del benessere dagli animali ma per la evidente poca attenzione a gestire l'operazione di smaltimento della sostanza stupefacente da parte del Bureau. Il caso, però, ha dei chiari risvolti che riguardano la salute umana e quella animale, rispetto a un evento che poteva determinare effetti molto più gravi rispetto a quanto accaduto.
Ci vorrà almeno un mese perché i cani e i gatti potranno rientrare allo Yellowstone Valley Animal Shelter secondo quanto stabilito dagli operatori specializzati nella decontaminazione dell'area che poi sono stati inviati sul posto.