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14 Novembre 2025
11:18

Cani e balene stanno contraendo malattie umane: “Fattori di rischio comuni, ma raccogliamo pochi dati”

A Fanpage.it il docente dell'Università Federico II di Napoli Giuseppe Borzacchiello commenta il nuovo studio sull'incidenza delle malattie croniche non trasmissibili nell'uomo e negli altri animali.

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Intervista a Prof. Giuseppe Borzacchiello
Docente di fisiopatologia veterinaria all'Università Federico II di Napoli
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Nuovi studi stanno svelando come l'impatto dell'uomo stia modificando sempre più profondamente la salute del Pianeta e dei suoi ospiti, domestici o selvatici che siano. Siamo nel pieno dell'Antropocene, cioè l'era caratterizzata dal dominio umano sui processi biologici e geologici della Terra, anche se enti internazionali come l'International Union of Geological Sciences non l'hanno ancora riconosciuta ufficialmente come epoca geologica.

A dirci però che si tratta di una realtà del presente sono ricerche come quella pubblicata l'11 novembre sulla rivista scientifica Risk Analysis, al momento sottoposto a revisione paritaria, che rivela come cani, gatti e persino beluga, stiano sviluppando malattie croniche che un tempo si pensava colpissero principalmente gli esseri umani, dal diabete e al cancro. Secondo gli studiosi guidati da Antonia Mataragka dell'Università di Atene, la causa è da ricercarsi nel modo in cui la nostra specie sta alterando l'ecosistema globale. Si tratterebbe quindi di un problema di One Health, l'approccio multidisciplinare che lega la salute umana, animale e ambientale.

Le cose però sono decisamente più complicate di così secondo l'analisi per Fanpage.it di Giuseppe Borzacchiello, professore di fisiopatologia veterinaria all'Università Federico II di Napoli, non coinvolto nello studio: "Attenzione a non trasformare il modello One Helth in uno slogan. Alcune forme di tumore nel cane, come ad esempio il melanoma, sono molto simili a quelle dell'uomo, ma non sappiamo se alla base ci sono le stesse cause. In cancro è per sua natura multifattoriale, e come tale non basta dire che si sviluppa in entrambe le nostre specie perché condividiamo lo stesso ambiente, servono dati a supporto, ma la verità è che non ci sono studi o evidenze scientifiche abbastanza robusti da sostenere questa tesi".

Questo però non significa che non ci sia un legame tra l'aumento di malattie croniche non trasmissibili comuni tra esseri umani e specie animali: "Abbiamo bisogno di dati sperimentali riproducibili, e in questo momento non ne abbiamo di comparabili a quelli dell’uomo. Ma sappiamo che sicuramente esistono dei fattori di rischio comuni tra noi e le altre specie".

Cosa significa che gli animali hanno le stesse malattie degli esseri umani

Borzacchiello da venticinque anni studia il cancro negli animali e mette in guardia circa i pericoli di banalizzare una patologia per sua natura multifattoriale: "Questo campo di studio applicato agli animali è per molti versi ancora inesplorato: c'è bisogno di grossi numeri, studi multicentrici, e del supporto delle famiglie. Le conclusioni delle ricerche condotte sino ad oggi in genere sono basate su piccoli gruppi, non paragonabili a quelli dei trial clinici sull'uomo". Per il professore, legare l'emersione di malattie croniche non trasmissibili negli animali e nell'uomo senza dati solidi alla mano rischia rendere la One Health "una cornice vuota, dobbiamo riempirla di contenuti".

"Questo però non significa che non ci siano fattori comuni o che l'uomo non giochi un ruolo – sottolinea – Quando parliamo cani, ad esempio, sappiamo che soffrono di queste malattie in molti casi perché c'è stata una selezione di alcune razze per fissare dei caratteri specifici che ha determinato anche la maggiore frequenza di malattie. Per fare un esempio: è per questo che i cani di piccola taglia soffrono più spesso degli altri di malattie delle valvole cardiache".

Inoltre, non dobbiamo dimenticare che anche se poniamo l'essere umano e gli altri animali su piani ben distinti, biologicamente parlando non è così: "Il cuore del cane è come quello dell’uomo, in quanto apparteniamo alla stessa grande famiglia: quella dei mammiferi. Le malattie del cuore, o quelle sistemiche come il diabete, sono manifestazioni patologiche che riguardano alcuni organi e apparati comuni. Lo stesso vale per il cancro".

Tra gli esempi proposti nello studio figurano l'obesità nei gatti, l'osteoartrite in mucche e maiali e la sindrome da cardiomiopatia nei salmoni d'allevamento. L'emersione di patologie croniche non trasmissibili comuni tra uomo e animale non risparmia nemmeno i beluga, cetaceo diffuso nei mari artici. Questo mammifero marino come altri esemplari di fauna selvatica è esposto a effluenti industriali come idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e bifenili policlorurati (PCB), e presenta tassi di tumore al fegato del 15-25%.

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"Non si può negare che l'inquinamento atmosferico sia una piaga delle metropoli e abbia effetti nocivi sugli animali più o meno vicini alla città – fa presente Borzacchiello – Ci sono fattori di rischio comuni, ma non ne sappiamo ancora abbastanza. Ad esempio, il cancro gastointestinale nell’uomo è diverso da quello del beluga: fattori diversi possono causare la stessa malattia tra uomo e animale".

L'esperto: "Ne sappiamo poco, esiste un problema di raccolta dei dati"

Lo studio quantifica la prevalenza delle malattie non trasmissibili in diverse specie e analizza i meccanismi che ne collegano i fattori di rischio all'insorgenza. Secondo gli autori dimostra che il cambiamento climatico, la perdita di habitat, l'inquinamento e gli squilibri alimentari sono tra le principali cause che portano a una maggiore vulnerabilità alle malattie non trasmissibili tra animali da compagnia, bestiame e fauna selvatica.

Lo studio è attualmente ancora al vaglio di revisione paritaria e per Borzacchiello  "Oggi sono più frequenti anche perché le diagnostichiamo di più rispetto al passato, soprattutto negli animali domestici ma anche la fauna selvatica è maggiormente attenzionata. Abbiamo a disposizione mezzi diagnostici più raffinati. Solo il proseguire della ricerca confermerà se queste tesi sono vere, oppure stiamo dando qualcosa per scontato".

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