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18 Dicembre 2025
13:56

“Cane da pastore abruzzese maremmano”: cambia la denominazione del più famoso cane degli armenti italiano

La Federazione Cinologica Internazionale ha accolto la proposta dell'ENCI per cambiare la denominazione del cane italiano invertendo i due termini nel nome. La politica gioisce ma manca una sensibilizzazione riguardo tutti i soggetti di questa razza che vengono confinati nei canili ogni giorno.

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Da oggi in poi il Cane da pastore maremmano abruzzese si chiamerà "Cane da pastore abruzzese maremmano". Praticamente cambia l'ordine delle parole che caratterizzano l'origine del cane protettore degli armenti tra i più famosi al mondo. La Federazione Cinologica Internazionale (FCI) ha infatti accolto la proposta dell'ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana) di modificare la dicitura, dopo anni di diatribe sulla primogenitura tra l'Abruzzo e la zona della Toscana in cui sono nati i primi soggetti che hanno dato vita poi a una delle razze simbolo della cinofilia nostrana.

Marco Marsilio, il governatore dell'Abruzzo, ha commentato positivamente la variazione del nome del cane rappresentativo della regione sul suo account ufficiale di Facebook, definendo la decisione come "Una vittoria della storia e dell’identità di una terra che da secoli cammina accanto a questo cane fiero, leale, insostituibile".

L'annuncio è stato dato su Facebook anche da Guido Quintino Liris, senatore di Fratelli d’Italia che da tempo ne aveva fatto una sorta di proclama politico: "Un riconoscimento storico che rende giustizia all’Abruzzo e alla sua identità. Finalmente la definizione del nostro guardiano delle greggi diventa ufficialmente: “𝑪𝒂𝒏𝒆 𝒅𝒂 𝑷𝒂𝒔𝒕𝒐𝒓𝒆 𝑨𝒃𝒓𝒖𝒛𝒛𝒆𝒔𝒆 𝑴𝒂𝒓𝒆𝒎𝒎𝒂𝒏𝒐” sancita dalla Federazione Cinologica Internazionale. Un percorso iniziato anni fa, quando da assessore regionale alle Aree Interne proposi la modifica per affermarne con chiarezza l’origine abruzzese"".

Al post del senatore sono succeduti molti commenti, tra cui quelli di diverse persone che però ricordano al politico di pensare anche alla vita di molti cani vaganti appartenenti a questa razza o incroci che sono ancora presenti sul territorio e non vengono in alcun modo tutelati, finendo spesso vite miserabili confinati nei canili. "Bellissimo questo riconoscimento..ma fa' anche in modo che i cani pastori abruzzesi e non solo, non vengano più abbandonati o rinchiusi in canili lager…. La civiltà di un popolo si vede anche da come tratta gli animali..e l Abruzzo può avere anche il cane più bello del mondo, ma se non viene tutelato non ha alcun valore", è uno dei commenti più rappresentativi in questo senso.

Sul sito della FCI è stata già aggiornata la dicitura nella scheda dedicata al Pastore abruzzese maremmano ma ciò che manca a tutta questa narrazione così entusiastica rispetto a una questione di origini è proprio una riflessione sul ruolo del cane da pastore in generale al tempo d'oggi e dell'importanza di continuare un allevamento etico che sia rivolto davvero alla continua collaborazione tra cani e persone sul territorio, che sia quello abruzzese o quello toscano. Manca poi completamente una chiara comunicazione rispetto a chi invece adotta questa tipologia di cani per tenerli in casa nelle città, privandoli così delle loro necessità etologiche.

Il Cane da pastore abruzzese maremmano è infatti un catalizzatore di interesse da parte dei neofiti per la sua bellezza, per quel manto bianco che lo rende particolarmente attraente per chi vuole un cane di taglia grande che sia esteticamente "bello". Ma si tratta di un guardiano degli armenti che è stato appunto da sempre allevato per proteggere le greggi dai grandi predatori.

Nel nostro format "Che razza di storia" abbiamo raccontato nel dettaglio la sua "biografia" e spiegato approfonditamente quali sono le sue motivazioni, ovvero i desideri e i bisogni che ogni cane ha a seconda della sua genetica e che poi vanno traslate anche e soprattutto all'interno della relazione in cui si trova, delle esperienze che fa e del contesto in cui vive.

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