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Tutti abbiamo diritto a essere soccorsi in caso di bisogno. È una regola non scritta del vivere civile e rispettarla è ancora più importante in montagna, soprattutto quando si tratta di soggetti fragili. Eppure un rifugio in Trentino questa estate ha vietato l'accesso a una cagnolina durante una tempesta.
Dopo la denuncia di quanto accaduto da parte della sua famiglia, e la sollevazione popolare che ne è seguita, il Club Alpino Italiano (CAI) è intervenuto direttamente rispondendo alla sollecitazione dell'Enpa e degli escursionisti.
L'Enpa: "Soddisfazione per la risposta, ora modificare il regolamento"
"Esprimiamo la nostra soddisfazione per la pronta risposta del CAI alla nostra sollecitazione di modificare il regolamento delle strutture di accoglienza in montagna, nel senso di consentire l’accesso ai cani almeno nei casi di necessità, perché – animali umani o ‘altri' animali – tutti abbiamo diritto ad essere soccorsi in caso di bisogno", è il commento dell'Enpa.
Come aveva spiegato l'escursionista esperto Thomas Colussa, il CAI gestisce la quasi totalità dei rifugi e si appoggia a "un regolamento vecchio di oltre 80 anni", demandando la decisione caso per caso ai singoli rifugisti.
Nella sua risposta all'Enpa il Club ha però espresso la consapevolezza "dell’importanza che gli animali rivestono per molte famiglie e del valore che essi rappresentano nelle esperienze di montagna". Inoltre, il Club si riserva di effettuare tutte le opportune verifiche per comprendere con esattezza quanto accaduto
"Ora confronto serio e costruttivo"
L'Enpa ha spiegato che Giacomo Benedetti, vice presidente generale con delega ai rifugi ed alle opere alpine, ha accolto con favore le considerazioni dell'associazione, in quanto “il tema dell’ospitalità nei rifugi alpini, anche con riferimento agli animali, richiede senza dubbio un confronto serio e costruttivo, che tenga conto della tutela delle persone, degli animali e delle peculiarità gestionali delle strutture in alta quota”.
"Fin da ora – fanno sapere dall'Enpa – diamo la nostra disponibilità ad aprire al dialogo e al costruttivo confronto con la SOROA (Struttura Operativa Rifugi e Opere Alpine) e con il CAI, per trovare soluzioni condivise, affinché la frequentazione delle nostre montagne possa rappresentare una positiva esperienza, da ricordare come esempio di accoglienza a tutto campo, estesa a chiunque – compresi gli animali che accompagnano gli escursionisti – si trovi in condizione di bisogno".