
"Dopo tre anni di tentativi siamo riusciti a immortalare un animale elusivo come il gatto selvatico (Felis silvestris) e ne abbiamo attestato per la prima volta la presenza nel Chianti fiorentino", racconta Tommaso Nuti, il fotografo naturalista che con Pietro Bartoli ha realizzato lo scatto. Parlando con Fanpage.it, Nuti e Bartoli non nascondono l'emozione: "C'è un motivo se lo chiamano il ‘fantasma dei boschi".
L'avvistamento, sottolinea Bartoli, racconta la straordinaria biodiversità del Chianti: "Quando ho visto la foto sulla macchina fotografica per la contentezza ho fatto un salto in aria mentre ero da solo nel bosco".
Il video del gatto selvatico nei boschi del Chianti
L'avvistamento straordinario non è stato frutto del caso – come invece è avvenuto a un altro collega fotografo nel Veronese – ma il frutto di un lungo studio: "Prima dello scatto c'è un lungo periodo di monitoraggio del territorio per capire quali specie sono presenti – spiega Nuti – Mi occupo di fotografia naturalistica soprattutto nell'area del Chianti fiorentino, quindi diciamo che sono un ‘fotografo a chilometro zero' perché mi piace riprendere gli animali nel loro habitat vicino a casa mia. Da diversi anni per farlo uso anche le fototrappole, delle macchine fotografiche collegate a sensori termici e a infrarossi che scattano quando passa un animale, in questo modo riusciamo a immortalare anche gli animali più sfuggenti, non solo il gatto selvatico, il più elusivo di tutti, ma anche il lupo".

"Io e Pietro tra il monitoraggio e l'utilizzo di questi sistemi da alcuni anni siamo riusciti a scoprire la presenza di gatti selvatici nelle aree più interne e meno antropizzate dei boschi del Chianti fiorentino".
Il gatto selvatico (Felis silvestris) è un felino presente in Italia Nord orientale e in quasi tutta l'area appenninica. Stimare l'ampiezza della popolazione è molto difficile a causa della sua estrema elusività nei confronti dell'essere umano che gli permette di passare inosservato nei boschi. Infatti la sua presenza non era mai stata attestata nell'area del Chianti, dove invece i fotografi questa estate hanno immortalato addirittura dei cuccioli: "Quest'estate abbiamo scoperto due cuccioli. che seguivano la madre, quindi pensiamo sia una popolazione abbastanza sana", conferma Nuti.
A complicare gli avvistamenti c'è anche la somiglianza con il gatto domestico (Felis catus). Distinguere le due specie con esattezza è impossibile senza ricorrere a test genetici, tuttavia la particolare morfologia del selvatico ci viene in soccorso: la coda ha una forma tozza con un disegno ad anelli neri molto ben definiti. Il dorso invece presenta una striscia nera che termina all’attaccatura della coda. Il disegno distintivo prosegue poi sulla testa e sul collo dove il gatto ha una serie di striature rigorosamente a “lisca di pesce”.
"Non possiamo essere sicuri che sia un Felis silvestris al 100% – ammette Bartoli – tuttavia abbiamo osservato bene i video e ne abbiamo riscontrato le caratteristiche tipiche come la coda clavata con punta nera e anelli; 4 strisce zona cervicale-occipitale; 2 strisce parallele nella zona scapolare; la striscia sul dorso che va dalle scapolari fino alla radice della coda, e molti altri".

"È chiamato il fantasma dei boschi perché è praticamente impossibile vederlo, e anche con le fototrappole non è tanto facile documentarlo, soprattutto in un contesto come il Chianti dove non c'erano mai state segnalazioni", sottolineano.
In questi tre anni però non si sono persi d'animo: "Abbiamo fatto vari tentativi, abbiamo localizzato una zona precisa dove abbiamo contato circa due passaggi del mese, e alla fine siamo stati ripagati".
Il fotografo: "Avvistamento conferma la biodiversità del Chianti"
La presenza del gatto selvatico in una zona come il Chianti getta nuova luce sulle bellezze naturalistiche dell'area, e farle conoscere è una delle missioni che si è imposto Bartoli che nella vita oltre alla fotografia si dedica all'attività di escursionista ambientale: "Il Chianti è molto votato a un determinato tipo di turismo fatto soprattutto di vigneti e oliveti, il bosco invece è molto sottovalutato, ed è un peccato perché anche qui esiste una natura selvaggia che andrebbe salvaguardata".
Ora, con l'avvistamento inedito del gatto selvatico la considerazione dell'ecosistema e della sua valenza turistica potrebbe cambiare: "Dando un'occhiata alla mappa delle segnalazioni di gatto selvatico in Italia del Museo di storia naturale della Maremma, ci siamo resi conto che non esistono attestazioni nella zona. Questa scoperta invece conferma ancora una volta che dobbiamo accendere un riflettore sulla nostra natura anche qui".
Tutte le foto gentilmente concesse da Tommaso Nuti e Pietro Bartoli
