
Dopo oltre sei ore di cammino senza risultati, la fotografa e filmaker naturalista Taylor Jamii stava per lasciare il parco nazionale della Tasmania a mani vuote. Cercava uno degli animali più schivi dell'isola al largo dell'Australia, l'echidna, un piccolo mammifero ricoperto di spine come un riccio e che si nutre di formiche e termiti. Poi, proprio mentre stava per tornare a casa a mani vuote, l'incontro che di certo non si aspettava: davanti ai suoi occhi una rarissima echidna "bionda", dal manto color crema.
Jamii ha raccontato emozionata l'avvistamento su Instagram: "Dopo sei ore di ricerca avevamo quasi rinunciato. Poi, come in un videogioco, è comparsa una rara echidna bionda! Non ho mai giocato ai Pokémon, ma immagino che trovare un Mew sia qualcosa del genere". Nel video che accompagna il post, l'animale si muove tra la boscaglia, arrotolandosi su se stessa e scavando nel terreno probabilmente in cerca di cibo.
Secondo la stessa fotografa, la colorazione chiara e anomala – le echidna di solito sono brune-marroni – sarebbe legata a una mancanza di pigmento causata da una mutazione genetica simile a quella che porta all'albinismo. In effetti, casi del genere sono sì estremamente rari in natura, ma di tanto in tanto saltano fuori.
Le echidna, mammiferi antichi e unici

L'animale filmato da Jamii è un'echidna istrice o dal becco corto (Tachyglossus aculeatus), appartenente alla sottospecie setosus, che vive esclusivamente in Tasmania. Le echidna sono tra gli animali più "strani" e singolari del pianeta. Insieme all'ornitorinco, appartengono al gruppo dei monotremi, cioè i soli mammiferi che depongono uova invece di partorire piccoli vivi. Il loro corpo è ricoperto da spine simili a quelle dei ricci, ma sotto hanno un fitto strato di pelo, e hanno un muso lungo simile a quello dei formichieri, chiamato anche "becco", e una lingua appiccicosa che usano per catturare gli insetti.
Esistono quattro specie diverse di echidne: quella appunto "dal becco corto", l'unica presente in Australia, oltre che in parte Nuova Guinea, e altre tre "dal becco lungo", appartenenti al genere Zaglossus, diffuse solo in Nuova Guinea. Una di queste, l'echidna dal becco lungo di Sir David (Zaglossus attenboroughi) – riconosciuta come specie a tutti gli effetti solamente nel 1998 -, era nota alla scienza esclusivamente per un unico individuo trovato intorno al 1961 ed è stata riscoperta e filmata per la prima volta solo nel 2023.
Tutte le echidne condividono caratteristiche molto antiche e ormai assenti in tutti gli altri mammiferi, come appunto la riproduzione ovipara. La linea evolutiva dei monotremi, infatti, si è "staccata" dal resto del gruppo oltre 100 milioni di anni fa, riuscendo a sopravvivere fino a oggi solo dove i mammiferi più "moderni", i placentati come noi, non sono mai arrivati se non di recente, spesso a causa degli esseri umani, come appunto in Australia.
Albinismo o leucismo?

Non sappiamo esattamente cosa abbia causato questa colorazione anomala e "bionda" nell'echidna osservata da Jamii, ma il suo colore non è appunto completamente bianco ed è più simile al crema. Questo dettaglio fa pensare che potrebbe non trattarsi di un caso di albinismo completo, ma più di leucismo o altre aberrazioni cromatiche, una condizione genetica simile, ma distinta e per certi versi incompleta.
L'albinismo causa infatti la mancanza totale di melanina, il pigmento che dà colore a pelle, peli e occhi. Gli animali albini hanno quindi anche occhi rosa o rossi, pelle chiarissima e una maggiore sensibilità alla luce. Il leucismo, invece, causa un difetto nella distribuzione dei pigmenti oppure un'assenza parziale, solo in alcune parti del corpo. Gli animali leucistici possono presentare macchie bianche o color crema un po' dappertutto o essere anche completamente bianchi, ma conservano sempre il colore normale degli occhi.
Nel caso dell'echidna "bionda", la pigmentazione chiara ma non del tutto assente fa pensare proprio a un caso di leucismo, una condizione rara e affascinante che rende ancora più straordinario l'incontro raccontato da Taylor Jamii. Negli ultimi anni, ci sono stati diversi altri avvistamenti di animali leucistici, tra cui merli (che sembrano portatori di leucismo più inclini di altri), un raro pesce porco e altri. Ogni volta questi animali bianchi stupiscono per la loro "unicità" e fanno sempre notizia.