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Si chiama John Hume, è l'ex proprietario del più grande allevamento di rinoceronti al mondo che si trova in Sudafrica ed è stato arrestato insieme ad altre cinque persone per traffico internazionale di corna.
In queste poche righe si dipanano vicende diverse e notizie che messe insieme possono suonare dissonanti ma che in realtà riguardano tutte l'estremo sfruttamento degli animali che l'essere umano continua a mettere in atto.
Prima di tutto bisogna precisare che sì, esistono allevamenti di rinoceronti che sono nati per tutelare la specie e proprio quello di Hume era un progetto nato in pompa magna e presentato come la soluzione per combattere il bracconaggio. L'imprenditore sudafricano nel 2009 aveva fondato il "Buffalo Dream Ranch", che poi ha chiamato "Platinum Rhino", in cui aveva creato una riserva. Partendo con 200 individui di rinoceronte bianco meridionale, l’allevamento era arrivato ad averne oltre 2.000, pari al 15% circa dell'attuale popolazione selvatica, diventando la struttura con il più alto numero di questi pachidermi al mondo.
La sua idea di fondo per dissuadere i bracconieri era quella di voler diventare lui il maggiore fornitore di corna, tagliandole agli animali della sua riserva e vendendole legalmente. In Sudafrica, infatti, il commercio di corni di questi animali è legale mentre ne è vietata l'esportazione secondo quanto stabilito dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione.
Come scritto sul sito ufficiale della riserva, che è ancora online e su cui ancora vengono chieste donazioni, Hume ha poi abbandonato il progetto perché "dopo aver investito personalmente oltre 100 milioni di dollari, ‘L'uomo che ha allevato 1000 rinoceronti' ha esaurito le sue risorse finanziarie per continuare a autofinanziare il suo progetto di allevamento e protezione. Ha lanciato un appello al mondo intero chiedendogli di aiutarlo". Nel 2023 la riserva è stata comprata dalla ONG "African Parks".
Ora, però, la storia di Hume si tinge di una gravissima accusa: nell'ambito dell'operazione volta alla conservazione della fauna selvatica globale, la Procura sudafricana lo ha indagato insieme ad altre 5 persone per un traffico internazionale pari a964 corni di rinoceronte che hanno un valore di 14,1 milioni di dollari. Hume è accusato anche di aver frodato lo Stato pagando mazzette a dei funzionari per ottenere i permessi di vendita che risultavano emessi per il mercato locale ma che invece venivano usati per le spedizioni nel sud est asiatico, area in cui la richiesta è elevata per l'uso che se ne fa nella medicina tradizionale locale.
L'indagine è durata sette anni ed è stata portata avanti da una squadra speciale: si chiamano "Hawks" (falchi) e sono agenti formati proprio per la lotta alla criminalità organizzata. In un comunicato stampa Dion George, Ministro delle Foreste, della Pesca e dell'Ambiente del Sudafrica, ha così commentato l'accaduto: "Il lavoro degli Hawks dimostra che le nostre agenzie di contrasto non esiteranno a perseguire coloro che depredano la nostra fauna selvatica a scopo di lucro. Questo arresto dimostra che nessuno può sfuggire alla giustizia, indipendentemente dalla complessità dei loro piani".

L'ex allevatore è già comparso davanti al tribunale di Pretoria insieme agli altri cinque indagati: Clive Melville, Izak du Toit, Catherina van Niekerk, Matheus Poggenpoel e Johannes Hennopper.