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"In Italia non ce ne frega più un cazzo della Natura". Con questo post provocatorio pubblicato in concomitanza con la Giornata della Biodiversità il Wwf Italia ha sferrato un duro attacco alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e alle forze che la sostengono.
A Fanpage.it il responsabile relazioni istituzionali Wwf Italia, Dante Caserta, spiega che "Il Governo Meloni ha un atteggiamento schizofrenico verso la Natura perché da un lato vuole tutelare gli animali d'affezione mentre dall'altro consente qualsiasi sopruso ai danni della fauna selvatica". Il cittadino però ha uno spazio in cui poter reagire: "il momento delle elezioni".
Quindi all'Italia non frega davvero niente della Natura?
A giudicare dal disegno di legge sulla fauna selvatica sembra proprio che sia così. Quello che emerge è che c'è la volontà di eliminare la gran parte degli strumenti di tutela previsti dall'attuale legge 11 febbraio 1992, n. 157. Questo spiega anche la nostra provocazione, e la necessità di usare un linguaggio sopra le righe rispetto alla tradizione del Wwf. Il senso è: è difficile pensare che l'Italia sia veramente interessata alla tutela della sua biodiversità davanti a un testo del genere.
Il Senato ha appena approvato in via definitiva una legge per inasprire le pene per chi commette reati contro gli animali. In origine prevedeva anche tutele per la fauna selvatica, ma queste sono state eliminate completamente dopo il veto della Lega. È la conferma che questa maggioranza di Governo non ha interesse verso la Natura?
Sicuramente sì. Noi siamo molto contenti che ci sia stata questa iniziativa legislativa, ma ci sono problemi evidenti dovuti proprio alla scelta di ignorare volutamente la fauna selvatica, il benessere animale negli allevamenti e altri temi analoghi. È un atteggiamento schizofrenico perché da un lato si pensa a tutelare gli animali d'affezione mentre dall'altro si consente qualsiasi sopruso ai danni della fauna selvatica. C'è un'ipocrisia di fondo nel considerare solo agli animali che abbiamo in casa distruggendo tutti gli altri. Forse abbiamo dimenticato che la biodiversità dopo la riforma del 2022 è tutelata anche dalla nostra Costituzione.
Cosa può fare la società civile davanti a questo "menefreghismo di Stato"?
Tutti noi possiamo fare qualcosa al momento di eleggere i nostri rappresentanti, a volte si può agire anche solo inviando un'e-mail alla persona eletta nella propria circoscrizione per segnalare che si è contrari a una determinata scelta, ad esempio riguardo al prelievo venatorio. È utile farlo soprattutto adesso che la sicurezza di tutti è a rischio con questa pericolosa riforma a favore della caccia: dare la possibilità di sparare nelle aree demaniali, come ad esempio le spiagge, oppure dopo il tramonto, compromette la libertà di tutti.
A vantaggio di chi?
Delle 500 mila persone che hanno le licenze di caccia, a fronte di altri 59 milioni di italiani che invece la caccia al massimo la possono tollerare, ma certo non la condividono, come emerge da tutti i sondaggi sul tema. L'Italia è il paese delle lobby. Anche quando hanno numeri così limitati riescono a condizionare fortemente determinate forze politiche.
Secondo il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida contro la sua riforma è in corso una battaglia mediatica da parte degli animalisti, e anche secondo alcune confederazioni di cacciatori la vera lobby siete voi.
È una affermazione po' ardita. Faccio solo una considerazione: noi per questa legge non siamo stati neanche ascoltati dal ministro Lollobrigida, il quale invece a metà maggio è andato alla fiera di Federcaccia proprio ad annunciare il suo disegno di legge. Una parte del mondo politico, in particolare Fratelli d'Italia e Lega, stanno dimostrando un'apertura nei confronti del mondo venatorio che non ha eguali altrove.