
Sulla spiaggia di Aberavon, nella località di Port Talbot, in Galles, sono apparse negli ultimi giorni numerose caravelle portoghesi (Physalia physalis), uno dei celenterati marini più affascinanti e pericolosi al mondo. Le autorità costiere hanno immediatamente lanciato un avviso ai cittadini, invitando chiunque si trovi in zona a non toccare gli animali spiaggiati, anche se sembrano morti. I loro lunghi tentacoli rimangono urticanti anche dopo essere stati trascinati a riva.
L'avviso della Guardia Costiera: "Non avvicinatevi"
La Guardia Costiera di Port Talbot ha confermato la presenza delle caravelle e diffuso una serie di raccomandazioni di sicurezza: "Invitiamo tutti i visitatori della spiaggia a rimanere vigili e a non avvicinarsi a questi animali. Se si viene punti, bisogna sciacquare la zona colpita con acqua di mare – mai con acqua dolce – e rimuovere con attenzione eventuali tentacoli rimasti sulla pelle, aiutandosi con una carta rigida, come una carta di credito", ha scritto in un post diffuso sui social.
In caso di puntura, è inoltre consigliato immergere la parte del corpo interessata in acqua calda (tanto quanto si può tollerare) per almeno trenta minuti e contattare un medico o la guardia costiera. Le autorità hanno assicurato che provvederanno alla rimozione degli animali, ma l'avviso resta valido per chi frequenta la spiaggia nei prossimi giorni: i tentacoli della caravella portoghese possono raggiungere anche i 30 metri di lunghezza e restare pericolosi a lungo, anche dopo il distacco dal corpo dell'animale.
Chi è la caravella portoghese

Nonostante la parentela e l'aspetto di una medusa, la caravella portoghese non lo è. Si tratta in realtà di un sifonoforo, un organismo coloniale formato da centinaia di piccoli individui specializzati che cooperano come se fossero parti di un unico organismo. Alcuni si occupano della digestione, altri della riproduzione, altri ancora della locomozione. Il suo caratteristico "palloncino" blu-violaceo, simile a una vela gonfiata dal vento, le permette di galleggiare sulla superficie dell'acqua e spostarsi grazie alle correnti oceaniche.
Come molte meduse, però, anche la puntura della caravella portoghese è estremamente dolorosa e può provocare reazioni gravi, soprattutto nei soggetti sensibili. Può causare bruciore intenso, gonfiore, nausea e, nei casi più severi, difficoltà respiratorie. La puntura avviene in maniera simile a quella di altri cnidari (il gruppo che include meduse, coralli, polipi, caravelle e altri organismi), ovvero attraverso cellule epidermiche specializzate chiamate cnidociti dotate di capsule urticanti dette invece nematocisti.
Queste cellule possono essere presenti in varie parti del corpo, ma solitamente sono concentrate soprattutto sui tentacoli. Tuttavia, gli incidenti mortali sono molto rari e avvengono principalmente in acque tropicali, dove la specie è più comune. Negli ultimi anni, tuttavia, questa specie è stata segnalata sempre più spesso anche in alcune zone del Mediterraneo, comprese le coste italiane.
La caravella portoghese nel Mediterraneo

Negli ultimi anni sono stati registrati avvistamenti sporadici in Sicilia, Sardegna e lungo le coste tirreniche, soprattutto dopo forti mareggiate o correnti calde provenienti dall'Atlantico. Queste segnalazioni non indicano però una colonizzazione stabile, ma rappresentano comunque un fenomeno sempre più frequente a causa dei cambiamenti climatici e del surriscaldamento delle acque, che favoriscono gli spostamenti e l'arrivo specie oceaniche verso il Mediterraneo.
Ne avevamo parlato con Francesco Tiralongo, ittiologo esperto e primo autore di uno studio dell'Università di Catania sulla presenza storica della caravella portoghese nel Mediterraneo: "A causa del cambiamento climatico gli incontri possono diventare più frequenti. Evitiamo gli allarmismi ma continuiamo a monitorarla: è dotata di uncini urticanti capaci di trapassare addirittura anche i guanti chirurgici", aveva spiegato in un'intervista.
In caso di avvistamento di caravella portoghese nei mari italiani è necessario segnalare l'incontro all'ISPRA, l'istituto che in Italia si occupa della fauna selvatica e del monitoraggio degli organismi marini lungo le coste italiane. Anche avvisare la capitaneria di porto è utile per la sicurezza dei bagnanti.