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21 Novembre 2025
12:37

“Adottare un cane ora significa pagare una tassa”: in Sicilia è caos per il contributo di solidarietà introdotto dalla Regione

La Regione Sicilia ha introdotto un contributo sulle microchippature e le registrazioni di cani per la creazione di un fondo in favore dei Comuni che presenteranno piani per la gestione del randagismo. Cittadini, veterinari e associazioni animaliste contestano la decisione che nella pratica rischia di far diminuire le adozioni da canile e pesa sulle spalle dei volontari.

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Si chiama "contributo di solidarietà" ma di solidale, nei confronti di chi ama e tutela i cani, questa nuova tassa introdotta dalla Regione Sicilia sembra avere ben poco. Si tratta di una tassa a carico di chiunque debba procedere all'iscrizione all'anagrafe canina, alla microchippatura e anche nel caso di passaggio di proprietà per un cane o per registrare intere cucciolate.

Cosa prevede il contributo per microchippare i cani in Sicilia

La misura era già prevista nell'articolo 10 della Legge regionale 15 del 2022 ma non era stata ancora attuata. Ora un Decreto assessoriale, il n. 1166 del 22 ottobre del 2025, l'ha resa ufficiale. Il  comma 1, in particolare, prevede un pagamento di 20 euro per l'iscrizione all'anagrafe canina, 80 euro nel caso di cucciolate dai tre cani in su e 10 euro per le variazioni attinenti alla proprietà dei cani già registrati in anagrafe. Il provvedimento non riguarda solo i cittadini ma anche i veterinari che dovranno a loro volta versare 10 euro alle casse del Comune in cui operano per ogni cane a cui inoculano il microchip.

La ratio della legge è quella di destinare i contributi a un "fondo randagismo" volto al controllo della popolazione dei cani liberi, per esempio per procedere alle sterilizzazioni, e per un fondo di contributi economici diretto ai Comuni che elaborano progetti mirati alla tutela dei cani locali. Ma ciò che in pratica sta accadendo è che in primis sono state colpite le persone che adottano dai canili che si vedranno un ulteriore carico economico, lì dove si dovrebbe favorire un sostegno a chi decide di non comprare ma appunto dare una famiglia a un cane e così allo stesso tempo alleggerire le casse del Comune che mantiene gli animali nelle strutture sul territorio. Poi si tratta di un danno economico per quelle associazioni che si fanno carico del mantenimento di più animali proprio per evitare che finiscano nei canili.

LAV e veterinari contro il provvedimento: è dannoso per le adozioni

L'Associazione Nazionale dei Medici Veterinari Italiani (ANMVI) si è espressa contro il provvedimento: "Il cosiddetto contributo di solidarietà è un ostacolo alla microchippatura, tanto più in una Regione ancora fortemente interessata dal randagismo", ha dichiarato il Presidente Marco Melosi. La stessa posizione contraria è stata espressa anche dalla Federazione Regionale degli Ordini dei Medici Veterinari (FNOVI) della Sicilia attraverso una lettera inviata all'Assessore regionale alla Salute in cui il presidente Nicola Barbera ha scritto tra le altre perplessità sollevate: "Fin dalla pubblicazione del decreto, la nostra Federazione è stata letteralmente investita da una vera e propria ondata di proteste e interrogativi, tanto da parte dei medici veterinari liberi professionisti quanto da proprietari di cani e associazioni animaliste. Tali segnalazioni provengono da tutto il territorio siciliano e testimoniano quanto questa misura sia vissuta come un ostacolo insormontabile proprio da chi, con senso civico e spirito di collaborazione, aveva finora garantito risultati tangibili sul fronte della lotta al randagismo e della tutela del benessere animale".

Giorgia Matesi, istruttrice cinofila e riferimento della Lav a Palermo non ha dubbi al riguardo: "Il cosiddetto ‘Contributo di solidarietà' è un danno ai cani e alle associazioni che salvano cani dall'abbandono e dal maltrattamento. Abbiamo sempre fatto campagne per incentivare la microchippatura, che consente di evitare molti abbandoni, di rintracciare le famiglie in caso di smarrimenti, permettendo ai cani di tornare a casa facilmente. Se già faticavamo affinché tutte e tutti andassero a registrare il proprio compagno cane, adesso che le persone dovranno pagare, sarà ancora più difficile questa impresa". Ma l'istruttrice mette in guardia anche da un paradosso evidente di questa nuova tassa introdotta dalla Regione Sicilia: "E la cosa più assurda è che se un cacciatore va a microchippare il suo cane paga quanto un attivista che ha salvato un cane malato o incidentato per curarlo e dargli un futuro".

Matesi, ad esempio, ha diversi cani intestati, in quanto responsabile della sede LAV di Palermo, che segue per percorsi di adozione in modo tale che possa essere aumentato il loro indice di adottabilità per trovare una persona di riferimento. "Non c'è distinzione alcuna tra associazioni e privati – spiega a Kodami – e c'è anche il fatto che il 90% di questi fondi saranno destinati a Comuni che hanno fatto molto poco e soprattutto male in tutti questi anni. Comuni negligenti, fondamentalmente, che hanno gettato quasi tutti i problemi sulle spalle dei volontari".

A rendere poi ancora più fumosa la situazione è che non vi è alcuna eccezione indicata in modo chiaro all'interno della normativa, come ad esempio l'escludere famiglie con ISEE basso o anche solo pensare specificamente di escludere dal contributo chi adotta dai canili o, ancora, chi ha accanto un cane da soccorso o da assistenza.

Intanto la nuova prassi è già iniziata e le ASP locali hanno aggiornato la procedura per le varie fattispecie descritte e con evidenti difficoltà visto che si è creato un gran caos e molti cittadini non sanno ancora quanto devono pagare e come visto che i sistemi informatici si stanno aggiornando e ci sono anche delle variazioni di prezzo da Comune a Comune.

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