
Amava gli animali e si impegnava per loro senza risparmiarsi. È questo il ricorso che la comunità bolognese ha condiviso per dare l'ultimo saluto ad Alessia Monti, volontaria animalista tra le fila della Lav, morta all'età di 46 anni. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto profondo tra coloro che la conoscevano e insieme a lei si prendevano cura degli ultimi tra gli ultimi, gli animali liberi e randagi.
"Presenza e responsabilità: Alessia lascia una grande eredità"
"Se Alessia ci ha insegnato qualcosa è che amare gli animali e l'impegno devono essere la stessa cosa. Non basta dire ‘mi piacciono i gatti o i cani": servono presenza, gesti concreti e responsabilità: quelli che Alessia ha donato a dismisura nella sua vita. Ciao Alessia, grazie per quello che hai fatto, non ti dimenticheremo", è l'addio commosso dell'Oasi felina di Pianoro.
Alessia era una volontaria storica del mondo animalista bolognese e si era distinta durante il Covid perché aveva supportato anche tantissime famiglie in difficoltà e salvato i loro animali, senza considerarli mai un tema di serie B, ma esseri senzienti da aiutare al pari dei loro umani. "Chi ama gli animali in questo territorio, però, conosceva Alessia già da molto prima. In questi anni è sempre stata una presenza costante e una forza sicura a cui rivolgersi in casi di difficoltà. Siamo sicuri che la sua enorme passione lascerà in tante persone un'altrettanto grande eredità".
I funerali si sono tenuti lo scorso sabato, ma l'Oasi ha fatto sapere che a breve organizzerà un momento allo scopo di ricordarla e per raccogliere pensieri e aneddoti del suo vissuto.
Alessia aveva salvato un cavallino senza un occhio
Tra le tante testimonianze che in queste ore affollano la Rete, il rifugio La casa di Geronimo ha dato il ricordo più commovente e rivelatore dell'amore che Alessia provava per gli animali. Il protagonista in questo caso non è né un cane né un gatto, ma un cavallo, una specie considerata il più delle volte più simile a un attrezzo da lavoro che a un essere vivente.
"La nostra collaborazione è iniziata con il recupero di Velázquez detto Velino, un cavallo che aveva perso un occhio. Era un caso difficile, ma Alessia mi è stata vicina fin dal primo giorno. Insieme alla Lav, associazione unica con cui ho sempre collaborato bene con stima reciproca negli anni e che considero famiglia, ha seguito e sostenuto per mesi il suo stallo, preoccupandosi ogni volta che non gli mancasse nulla".
Ma il fulcro dell'attività di Alessia erano i randagi, gli esseri più invisibili tra tutti: "Una notte tardissimo, quasi le undici, abbiamo fatto un salvataggio di cani, di quelli che ti restano nel cuore. Quella sera Alessia era ancora lì, pronta ad aiutare. Mi ha dato una mano a metterli in salvo, e da quel momento è iniziata un’altra avventura: ho fatto da balia, come spesso succede, occupandomi di loro giorno e notte. Erano dodici cuccioli, solo nove sono arrivati vivi, e alla fine sei sono sopravvissuti. Una lotta lunga, dura, ma piena d’amore, e Alessia era sempre presente, a trovare le case, a portare quello che serviva, a non lasciarci mai soli".
La storia di Alessia è fatta di tutto questo: cavalli, cani, recuperi, cucciolate salvate, ma soprattutto, ricorda la sua amica Anto, "di cuore e di umanità. Ieri abbiamo perso tutti qualcuno di veramente importante. Una donna che ha fatto tanto, che ha aiutato tanti, senza mai far rumore".