
Il guscio delle tartarughe e delle testuggini è una delle strutture più affascinanti del regno animale. Non si tratta, come molti erroneamente pensano, di una corazza esterna che "copre" l'animale, ma di una parte integrante del suo corpo, fusa con lo scheletro. È come se noi avessimo le costole e la colonna vertebrale ingigantite e che coprono e proteggono il nostro busto.
Il guscio è formato da due parti, il carapace – quella superiore – e il piastrone – quella invece inferiore – che formano insieme un unico involucro osseo che cresce con l'animale, senza mai essere abbandonato o cambiato. Sotto la superficie dura e corazzata si trovano poi le ossa vere e proprie: vertebre, coste e placche dermiche saldate tra loro in un complesso sistema di protezione e sostegno.
La parte esterna, invece, è rivestita da scuti cornei fatti di cheratina, la stessa sostanza delle nostre unghie e dei capelli, che si rigenera e si ispessisce col tempo. Guardando infatti attentamente un carapace si possono contare gli anelli di crescita di queste placche, che proprio come quelli di un albero, raccontano la storia e l'età della tartaruga o della testuggine che li "indossa".
Perché le tartarughe hanno il guscio

Il guscio è il risultato di milioni di anni di evoluzione. Le prime tartarughe comparvero oltre di 200 milioni di anni fa, nel Triassico, e già allora mostravano una forma "primitiva" di corazza. Secondo alcuni paleontologi, il guscio non si è evoluto subito come scudo difensivo, ma probabilmente come un adattamento per scavare nel terreno e proteggersi dal calore.
Nel tempo, questa struttura ossea è poi diventata sempre più spessa e rigida, fino a trasformarsi in una vera e propria armatura che ha permesso alle tartarughe di sopravvivere a predatori, cambiamenti climatici e catastrofi globali che hanno invece spazzato via molte altre specie. Oggi il guscio è il simbolo stesso di tutti i testudinati, l'ordine di rettili che raggruppa testuggini, tartarughe d'acqua dolce e marine.
Serve da protezione contro gli attacchi dei predatori, contro urti accidentali e ha anche un ruolo importante nella termoregolazione. Nelle testuggini terrestri, per esempio, il carapace aiuta a regolare la temperatura corporea, trattenendo calore o proteggendo dal Sole troppo cocente.
Com'è fatto il carapace delle tartarughe

La corazza dei testudinati è un vero e proprio capolavoro dell'evoluzione. È formata da due parti principali: il carapace, la parte superiore convessa e più dura, che protegge la schiena e gli organi interni; e dal piastrone, la parte inferiore piatta o leggermente concava, che copre invece l'addome. Le due parti sono unite ai lati da una struttura chiamata "ponte osseo", che le salda tra loro le due metà formando un'unica grande corazza.
Sotto la superficie, le ossa della colonna vertebrale e le coste appiattite sono fuse al carapace stesso, rendendo il guscio un tutt'uno con lo scheletro e parte integrante e "viva" del corpo di questi rettili. All'esterno, invece, la corazza è rivestita da scuti cornei di cheratina disposti in disegni regolari, che variano da specie a specie e spesso servono anche per riconoscerle.
Alcune tartarughe acquatiche, come le cosiddette tartarughe dal guscio molle – le specie appartenenti alla famiglia Trionychidae – hanno invece un rivestimento più flessibile e privo di scuti, ricoperto solo da pelle spessa e resistente. In altre, come nel genere Terrapene o Cuora, è presente invece anche una "cerniera" sul piastrone che piagandosi permette una chiusura totale dell'apertura. Proprio per questo vengono chiamate "tartarughe scatola".
Che differenza c'è tra il guscio delle tartarughe marine e quello delle testuggini di terra

Il carapace racconta anche molto sull'habitat e lo stile di vita di ogni specie. Le tartarughe marine, infatti, hanno un guscio molto più piatto e idrodinamico, perfettamente adattato al nuoto. La forma liscia e allungata riduce infatti la resistenza dell'acqua e permette movimenti più rapidi e fluidi. Tuttavia, proprio per questa sua conformazione, tutte le tartarughe marine non possono ritirare la testa o le pinne all'interno del carapace: non c'è spazio a sufficienza per "ospitarle".
Le testuggini terrestri, invece, hanno un guscio più alto, bombato e massiccio, costruito per resistere alla pressione dei predatori e agli urti. Grazie a questa forma, loro corpo può rientrare parzialmente o completamente all'interno della corazza. In mezzo a questi due estremi ci sono le tartarughe d'acqua dolce, che hanno gusci più o meno intermedi, né troppo pesanti né troppo piatti, adatti sia al nuoto che a brevi escursioni sicure sulla terraferma.
Come dovrebbe essere il guscio della tartaruga

Il guscio di tartarughe e testuggini è quindi un parte fondamentale di questi animali, proprio per questo può essere anche un indicatore del loro stato di salute. In una tartaruga sana, deve essere duro, liscio e simmetrico, senza segni di deformazione o molli depressioni. Un guscio molle o deformato, soprattutto nei giovani, può essere segno di malnutrizione o mancanza di esposizione alla luce solare, necessaria per sintetizzare la vitamina D3 e fissare il calcio nelle ossa.
Nelle tartarughe allevate in cattività, un guscio molle o "piramidale" (con scuti sollevati) è spesso il sintomo di un ambiente inadeguato, con poca luce UVB, con alimentazione sbilanciata oppure con condizioni di umidità e temperatura non adatte. Osservare il guscio, insomma, significa anche leggere la storia e lo stato di salute di una tartaruga: ogni segno, crepa o variazione insolita può raccontare qualcosa sulla sua vita, dei luoghi dove ha vissuto e di come si è adattata.
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