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13 Luglio 2025
9:38

Dopo 30 anni in gabbia in un laboratorio la scimpanzé Samantha scopre gli alberi e le foglie

Samantha, scimpanzé nata in natura in Liberia, ha vissuto quasi 30 anni in un laboratorio dopo che la sua famiglia è stata uccisa. Oggi, a 51 anni, vive libera nel santuario Second Chance di Humane World for Animals, dove ha finalmente ritrovato dignità e serenità.

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Samantha è nata in natura 51 anni fa in Liberia, Africa occidentale, ma quando era solo una cucciola la sua famiglia è stata uccisa dai bracconieri e lei è stata venduta al laboratorio da un abitante del villaggio locale. Per quasi 30 anni la sua vita è stata un calvario fatto di esperimenti e test invasivi all'interno di un laboratorio. Adesso la sua vita è cambiata e dopo il dolore e la paura sta scoprendo cosa significa toccare l'erba di un prato e le foglie degli alberi.

La storia della scimpanzé Samantha: dalla ricerca scientifica al santuario

L'organizzazione internazionale Humane World for Animals ha diffuso le toccanti fotografie di Samantha e degli altri ospiti più anziani del suo rifugio Second Chance in Liberia. Si tratta di animali che hanno subito decenni di esperimenti invasivi in un laboratorio di ricerca del paese.

Con i suoi a 51 anni, Samantha è la scimpanzé più anziana del santuario. Nata in natura nel 1974, la sua famiglia è stata uccisa dai bracconieri e lei è stata venduta al laboratorio da un abitante del villaggio locale quando aveva solo un anno e mezzo. Per quasi 30 anni è stata sottoposta a test invasivi. Samantha ha imparato ad affrontare la vita in laboratorio escogitando nuovi modi per fuggire: i registri del laboratorio mostrano che il personale veniva allertato ogni volta che usciva, perché sentiva gli altri scimpanzé alzare la voce. Tuttavia, non è mai andata lontano; invece, andava di gabbia in gabbia a visitare gli altri scimpanzé finché non veniva tranquillizzata e ricatturata.

Dopo molti anni di queste fughe, Samantha è stata trasferita nella colonia riproduttiva dove ha dato alla luce tre piccoli, tutti morti poco dopo. I primi due piccoli le sono stati portati via per essere allevati senza successo dal personale. La tragica perdita dei suoi piccoli ha causato a Samantha una grande angoscia, ma almeno ha avuto la possibilità di fare da madre surrogata a molti giovani scimpanzé negli anni.

Tutto cambia tra l’inizio e la metà degli anni 2000, quando il laboratorio ha interrotto gli esperimenti e, successivamente, sono terminati i finanziamenti. È a questo punto che Samantha e gli altri scimpanzé sono stati trasferiti sulle isole lungo i fiumi Farmington e Little Bassa, a circa 50 chilometri dalla capitale della Liberia, Monrovia. Proprio qui sorge il santuario Second Chance, l’unico santuario in Africa che si prende cura di scimpanzé provenienti da laboratori. La maggior parte dei 61 residenti è stata sottratta alle proprie famiglie in natura e successivamente venduta al laboratorio, oppure è nata in cattività come parte della colonia riproduttiva dello stesso laboratorio. Complessivamente, questi scimpanzé sono stati sottoposti ad almeno 500 biopsie epatiche e sedati o anestetizzati oltre 4.000 volte.

All'inizio degli anni 2000, anche Samantha è stata rilasciata sull'Isola 5, ed è corsa immediatamente nella foresta con gli altri e si è nascosta per i primi mesi prima di sentirsi abbastanza sicura da uscire quando sono arrivati gli assistenti con cibo fresco e acqua. Oggi Samantha è una delle femmine dominanti dell'Isola 5. Il suo cibo preferito sono ananas e polpette di riso ma, poiché gode del rispetto dell'intero gruppo, di solito può prendere qualsiasi cibo desideri da un altro scimpanzé senza opporre resistenza.

L'associazione: "Stiamo restituendo libertà e dignità agli scimpanze"

Nel 2015, Humane World for Animals è intervenuta impegnandosi a garantire assistenza a vita agli scimpanzé, che oggi vivono in uno stato di semi-libertà nelle foreste delle isole, gestite come un santuario. Un team dedicato — che include anche alcune delle persone che si occupavano di loro al laboratorio — fa visita quotidianamente agli scimpanzé due volte al giorno per consegnare loro acqua, frutta e verdura fresche.

Jallah Fahnbulleh, responsabile dei rapporti istituzionali di Humane World for Animals Liberia, ha spiegato: "La maggior parte degli scimpanzé di cui ci prendiamo cura nasconde un passato ricco di sofferenze: sono stati vittime del bracconaggio, del traffico di animali da affezione e della sperimentazione animale. Ancora oggi portano le cicatrici fisiche e psicologiche di quei traumi, ma almeno siamo riusciti a restituire loro una parte di libertà e dignità, permettendo loro di vivere quasi allo stato brado nel nostro santuario. Si sono visti sottrarre molto di ciò che possedevano, ma speriamo che, in qualche modo, qui al Rifugio Second Chance stiano finalmente vivendo la vita che hanno sempre meritato. Vederli costruire tane sugli alberi, dedicarsi alla toelettatura reciproca e gioire della compagnia dei loro simili è un privilegio quotidiano. Hanno conosciuto il peggio dell’umanità, ma spero anche il meglio".

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