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Il meglio della tecnologia Made in Italy
Le cinque invenzioni italiane che stanno cambiando il mondo.
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Italia, patria di inventori da più di mille anni

Quando si parla di innovazione si tende spesso ad escludere l’Italia dal novero delle grandi nazioni portatrici di novità, in grado di rivoluzionare la vita della maggior parte degli abitanti del Pianeta. Eppure, proprio il Bel Paese ha dato i natali a menti geniali e visionarie che con le loro creazioni hanno contribuito alla crescita dell’umanità e del sistema industriale così come lo conosciamo oggi.

Qualche esempio? A metà dell’Ottocento Antonio Meucci scoprì la trasmissione della voce per via elettrica diventando tra i pionieri dell’invenzione del telefono, al fisico Guglielmo Marconi si deve lo sviluppo del primo sistema radio, a Eugenio Bersanti e Felice Matteucci quello del brevetto del primo motore a scoppio, mentre l’ingegnere Corradino D’Ascanio, prendendo spunto dai progetti di un altro connazionale illustre, Leonardo da Vinci, inventò il primo prototipo di elicottero moderno. Anche il personal computer ha origini italiane: l’informatico Pier Giorgio Perotto, già progettista della Olivetti, fu l’ideatore del cosiddetto Programma 101, presentato nel 1965 all’Esposizione universale di New York.

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L’innovazione oggi

Anche se negli ultimi anni l’attenzione si è spostata altrove, in particolar modo sulla Silicon Valley, dove nascono e crescono le più importanti aziende innovative del momento, l’Italia non è rimasta a guardare, nonostante alcuni problemi strutturali legati alla scarsità di fondi investiti nella ricerca tecnologica e al digital divide. È anche per questo che, stando ai dati dello “European Innovation Scoreboard 2017”, cioè il quadro europeo di valutazione dell’innovazione annuale comparativa dei rendimenti nel campo della ricerca e dell’innovazione dei paesi dell’Unione europea, il Bel Paese occupa gli ultimi posti.

Davanti ci sono la Svezia e i paesi del Nord Europa, ma anche altri come Lituania, Malta, Paesi Bassi, Austria e Regno Unito in cui si sono registrati i progressi più repentini. Tuttavia, non sono mancate negli ultimi quindici anni delle innovazioni Made in Italy che hanno profondamente rivoluzionato il mondo delle imprese e la società.

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È italiano il supercomputer industriale più potente del mondo

È a firma di Eni, azienda italiana leader nel settore dell’energia, il supercomputer industriale più potente del mondo, in grado di fare più di 22,4 milioni di miliardi di operazioni matematiche svolte in un secondo. Il nuovo arrivato nel Green Data Center di Ferrara Erbognone ha una performance di picco pari a 18,6 Petaflop che, associata a quella del sistema di supercalcolo già operativo (HPC3), porta l’intera infrastruttura a raggiungere una disponibilità di potenza di picco pari 22,4 Petaflop, collocandosi tra i primi dieci al mondo, e al primo posto tra i sistemi non governativi e non istituzionali. Farebbe paura a qualsiasi colosso informatico della Silicon Valley.

A cosa serve? Su HPC4 girano sofisticati programmi di calcolo dedicati all’elaborazione dei dati provenienti dal sottosuolo. In altre parole, i dati geofisici e delle prospezioni sismiche che Eni produce in tutto il mondo arrivano nel Green Data Center di Ferrara Erbognone e vengono elaborati con modelli matematici che permettono di vedere i giacimenti di petrolio e gas nascosti anche 10-15 chilometri sotto la superficie e distribuiti in migliaia di chilometri quadrati. Non solo. Come ha spiegato Claudio Descalzi, Ad di Eni, “in linea con il nostro impegno per la sostenibilità, HPC4 è stato sviluppato in modo da ottenere il massimo livello di efficienza energetica, utilizzando tecnologie innovative per ridurre al minimo le emissioni di CO2 e i costi operativi”.

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ISSpresso, quando il Made in Italy conquista lo spazio

Se Samantha Cristoforetti e i suoi compagni di avventura sono riusciti a bere del caffè nello spazio durante la loro missione nel maggio del 2015 a bordo della Stazione spaziale internazionale lo devono alla collaborazione di due aziende nostrane, in partnership con l’Agenzia spaziale italiana, che ha ideato un modo per poter preparare l’espresso a più di 400 chilometri di distanza dalla Terra. Si tratta del cosiddetto ISSpresso, che funziona a capsule e in maniera moto simile a quelle che sono sul mercato per uso privato.

La particolarità è che la bevanda viene servita in un sacchetto che evita che ogni più piccola goccia possa uscire e danneggiare la strumentazione di bordo, e più che berlo lo si succhia attraverso una cannuccia. Ma preparare il caffè non è l’unica funzione di questa macchina: serve anche a scaldare l’acqua e a idratare il cibo che si consuma tutti i giorni in orbita.

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Meno inquinamento con la plastica pulita di Bio-on

Non tutti sanno che la plastica, utilizzata per realizzare molti degli utensili moderni, è stata inventata dall’italiano Giulio Natta. Grazie a questa rivoluzionaria scoperta vinse persino il Premio Nobel per la Chimica nel 1963. Esattamente 44 anni dopo, nel 2007, un altro italiano, l’ex grafico Marco Astorri, è stato il pioniere di Bio-on, una startup che si occupa di realizzare un tipo di plastica pulita, Minerv-Pha, che si scioglie nell’acqua in dieci giorni, ed è prodotta da batteri e rifiuti della lavorazione dello zucchero.

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L’accelerometro a tre assi per comandare i device con i gesti

Si chiama Benedetto Vigna l’inventore del sensore di movimento tridimensionale che, dopo essere stato adottato per la produzione di airbaig, è entrato persino nei controller di una famosa casa di videogame a livello mondiale. In altre parole, questo dispositivo, realizzato nel 2006 nel centro di ricerca di STMicroelectronics a Cornaredo, ha permesso di realizzare device comandabili con i gesti, semplicemente muovendo le mani in aria.

L’accelerometro è infatti capace di “sentire” il movimento in tre dimensioni e per questo è stato impiegato per il primo apparecchio elettronico comandato con i gesti. Non solo la Wii. Per capire la portata di questa invenzione basti pensare anche ai moderni smartphone, smartwatch e tablet.

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Massimo Banzi e Arduino: la nascita del movimento dei maker

Era il 2005, appena 13 anni fa, quando un gruppo di italiani, composto da Massimo Banzi, Gianluca Martino, David Mellis, Tom Igoe e David Cuartielles hanno avviato il progetto Arduino, che ha permesso in breve tempo ad aziende, organizzazioni e singoli cittadini di creare prodotti a costi contenuti. Si tratta, in altre parole, di una scheda di prototipazione, talmente piccola da stare nel palmo di una mano, e che consente di applicare sensori, attuatori e altre componenti elettroniche.

Lo sviluppo di Arduino è stata fondamentale per il movimento mondiale dei maker, gli artigiani digitali che con la loro fantasia stanno dando un contributo fondamentale alla crescita delle nuove tecnologie. In meno di 10 anni si è rapidamente trasformata da quella che era una scheda open source a 8 bit in tutta una serie di prodotti utili per applicazioni per Internet of Things, per wearable technology o per la stampa 3D.

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Contenuto pubblicitario a cura di Ciaopeople Studios.
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