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Zingaretti: “Apriamo un confronto con i 5 Stelle, non escludo che il Pd cambi nome”

Il governatore del Lazio, confermando la sua intenzione di candidarsi a segretario del partito, non esclude un cambio anche al nome Pd. “Va fatto un percorso in cui vedremo cosa siamo diventati e un confronto con il M5S non per accordicchi di potere, ma per una sfida culturale” ha spiegato Zingaretti.
A cura di Antonio Palma
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Cambiare nome al Pd? "Non lo escludo, ma solo alla conclusione di un percorso in cui vedremo cosa siamo diventati", così si è espresso il governatore del Lazio e prossimo candidato alla segreteria democratica  Nicola Zingaretti, parlando del  futuro del suo partito sul palco della festa del Fatto Quotidiano. "Se questo percorso di rinnovamento porterà a una identità diversa, vedremo anche se sarà da cambiare il nome al Pd" ha aggiunto Zingaretti Intervistato da Peter Gomez, confermandoo la sua intenzione di candidarsi a segretario del partito. Ma il "problema non è solo quello di cambiare leader- ha continuato il governatore — Il tema è molto più complesso. Vogliamo costruire un partito che deve andare ben oltre l'esistenza o meno di un leader. O la democrazia è fatta di partiti democratici o la democrazia si impoverisce e qui c'è la degenerazione per cui di volta in volta ci si mette nelle mani di un leader, anzi di un capo".

"Sono vecchi quelli della ‘ditta’ e sono vecchi quelli che si sono autoproclamati nuovi. Vorrò chiamare l’Italia a ricostruire un pensiero democratico” ha proseguito presidente della Regione Lazio che farà partire la sua campagna il 13 e 14 ottobre a Roma "in un grande appuntamento che si chiama Piazza grande”. Secondo Zingaretti, il Pd  deve concentrarsi sulla “vigilanza delle istituzioni democratiche” a fronte di un governo, “che cerca sempre capri espiatori”. "La sfida culturale è di riaprire la discussione con decine di migliaia e migliaia di persone", ha sottolineato  poi l'esponente Dem, proponendo a sorpresa di aprire all'intero del partito  "un confronto con il M5S non per accordicchi di potere, ma per una sfida culturale. Una nuova sfida politica deve servire anche a parlare a una parte di quell'elettorato". Alle Europee invece "il Pd dovrà presentare un nuovo europeismo, costruendo un’alleanza con tutte le forze europeiste, anche con Macron. Ma noi siamo diversi da Macron: quindi sì a difendere l’Europa con Macron, ma non fare diventare il Pd quella cosa lì”  ha ricordato Zingaretti, concludendo: "Chi mi attacca è perché ha capito che per la prima volta si sta muovendo qualcosa di competitivo che può cambiare le cose"

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