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Yemen, oltre 5 milioni di bambini a rischio carestia: “Troppo deboli perfino per piangere”

Il drammatico allarme di Save the Children: “Corpi esausti per la fame. Milioni di piccoli non sanno quando o come troveranno il loro prossimo pasto”. Nel Paese arabo peraltro continua l’impennata dei prezzi di alimenti e carburante. Una situazione che potrebbe creare “una fame senza precedenti”.
A cura di Biagio Chiariello
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Più di 5 milioni di bambini sono a rischio carestia nello Yemen devastato da oltre tre anni di guerra. La denuncia arriva dall’organizzazione internazionale Save the Children. Peraltro l’impennata dei prezzi delle derrate alimentari e del carburante in tutto il Paese arabo, nel contesto di un conflitto che si fa sempre più complicato. Ad aggravare la situazione di crisi, l’offensiva in corso da parte delle forze governative contro i ribelli sciiti Houthi a Hudaydah e il conseguente blocco del porto di Hodeida, nel Mar Rosso, che ha causato una ulteriore interruzione dei rifornimenti. Una serie di fattori che potrebbe “causare una fame senza precedenti”, si legge in un rapporto della Ong diffuso oggi, mercoledì 19 settembre 2018. Per “milioni di bambini” non è dato nemmeno sapere “quando e se” sarà disponibile il prossimo pasto, ha detto Helle Thorning-Schmidt, direttore esecutivo di Save the Children. “In un ospedale che ho visitato nel nord dello Yemen, i bambini erano troppo deboli per piangere, i loro corpi erano esausti per la fame”, ha aggiunto.

Da quando nello Yemen è iniziata la guerra civile nel 2015, circa 500.000 bambini sono stati costretti ad abbandonare gli studi per sostenere le proprie famiglie o combattere per una delle fazioni del conflitto. Oltre 5.000 ragazzi sono stati feriti o uccisi secondo le Nazioni Unite. “Vediamo che si sta formando una generazione perduta di bambini, senza istruzione e traumatizzati e questo creerà grossi problemi nel futuro” ha dichiarato al Financial Times Lisa Grande, coordinatore delle attività umanitaria delle Nazioni Unite in Yemen. “Nulla conta più per le famiglie che sapere che i propri figli abbiano un futuro. Deve essere fatto di tutto per fare in modo che le scuole aprano in tempo per l’inizio dell’anno scolastico”.

La situazione si è aggravata negli ultimi mesi con l’offensiva lanciata a metà a giugno dalle forze filo-governative sul porto di Hodeida, il maggiore scalo dell’ovest dello Yemen, ma anche l’unico porto rimasto in mano ai miliziani sciiti Houthi (filo-iraniani), la cui caduta potrebbe determinare il crollo del fronte ribelle. La coordinatrice delle attività umanitarie dell’Onu in Yemen, Lise Grande, ha fatto sapere che “centinaia di migliaia di vite sono in gioco a Hodeida”, mentre “la situazione è drammaticamente peggiorata negli ultimi giorni”.

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