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Voto elettronico, proposta M5S fa infuriare FI: “Italia non è una grande piattaforma Rousseau”

Botta e risposta sul voto elettronico tra Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia e Brescia (M5S), presidente della commissione Affari costituzionali. FI: “Pensano di trasformare l’Italia in una enorme piattaforma Rousseau da manipolare a proprio uso e consumo”. La replica: “Demonizzazioni da Medioevo”
A cura di Annalisa Cangemi
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"I Cinque Stelle vogliono introdurre il voto elettronico alle prossime elezioni politiche, assicurando che il voto sarà uguale e personale, libero e segreto, cosa che a loro parere l'attuale sistema di voto non garantisce. Bene: se il Movimento pensa di trasformare l'Italia in una enorme piattaforma Rousseau da manipolare a proprio uso e consumo, questa volta dovrà fare subito marcia indietro". L'attacco proviene da Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia. "La piattaforma Rousseau – ha continuato – ha già infatti dimostrato tutta la sua inadeguatezza, è attualmente nessuna delle soluzioni tecnologiche sperimentate hanno garantito la sicurezza che i sistemi di voto tradizionale offrono. I Cinque stelle hanno fatto un mantra della battaglia contro il voto di scambio, e in questo senso la cabina elettorale resta un baluardo più sicuro rispetto al sistema del voto on line attraverso le smart card".

Come vi abbiamo anticipato ieri il presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, il pentastellato Giuseppe Brescia (M5S) ha annunciato di voler scrivere una legge, da far approvare entro questa legislatura, che consentirebbe agli elettori di partecipare alle prossime consultazioni politiche comodamente da casa, esprimendo la propria preferenza online. Il primo step sarebbe quello di far votare online gli italiani all'estero, come è previsto dal contratto di governo. "Naturalmente ogni innovazione non può prescindere dall'articolo 48 della Costituzione: il voto sarà sempre uguale e personale, libero e segreto. Credo che il sistema di voto attuale non garantisca questi requisiti e non faciliti il concreto esercizio del diritto di voto. Basti pensare all'affluenza all'estero -pari al 30% per le politiche e al 6% per le europee – o alla quota di schede nulle, quattro volte più alta rispetto a quanto accade all'interno dei confini nazionali", ha spiegato.

Il voto elettronico è già realtà in Paesi come l'Estonia, dove è stato introdotto già nel 2005, dando esiti positivi. All'ultima tornata elettorale questo sistema di voto è stato scelto da quasi la metà degli elettori, circa il 40% (su un milione di aventi diritto). Con il voto digitale secondo Brescia si può contrastare il fenomeno dell'astensionismo, permettendo anche a chi vive lontano dal proprio luogo di residenza di esercitare il proprio diritto al voto, senza sostenere onerosi spostamenti, (facendo anche risparmiare allo Stato i soldi di eventuali rimborsi).

Per rendere sicuro il voto, e soprattutto affinché sia libero, in Estonia hanno adottato quest'escamotage: si può ripetere la procedura di voto per un numero illimitato di volte, per tutta la durata della sessione.

Oggi a Montecitorio si è tenuto l'incontro dal titolo ‘E-vota! Verso il voto elettronico, per l’innovazione democratica', alla presenza anche del sottosegretario al ministero degli Interni Carlo Sibilia e di esperti digitali. Sibilia, che con Brescia è volato in Estonia come osservatore in occasione delle elezioni politiche nel Paese baltico, ha illustrato i vantaggi di questa modalità di voto alternativa, per esempio per i diversamente abili o per i fuorisede: "Il voto elettronico è un sistema che permette a tutti, anche a chi non può recarsi ai seggi, di esercitare il proprio diritto al voto". 

Il capitolo rimborsi non è poi secondario. In sei anni, dal 2004 al 2009, è stato calcolato che lo Stato ha speso circa 30 milioni in rimborsi: "Noi vogliamo che lo Stato investa in innovazione per aumentare il livello di digitalizzazione del nostro Paese e la fiducia dei cittadini e garantire diritti", ha detto il presidente della commissione Affari costituzionali.

Brescia (M5S) replica a Bernini (FI)

Brescia ha replicato così alle critiche di Bernini: "La senatrice Bernini non faccia sterili polemica e si informi. Nel 2017 persino Berlusconi ringraziò Maroni per aver promosso il voto elettronico al referendum sull'autonomia e nella scorsa legislatura deputati e senatori di Forza Italia hanno presentato proposte per il voto elettronico degli italiani all'estero. Garantire il concreto esercizio del diritto di voto dovrebbe essere un obiettivo delle istituzioni. Siamo nel 2018 e la tecnologia può aiutarci, apriamo il dibattito e arriviamo a una soluzione concreta senza demonizzazioni da Medioevo"

E ancora: "Nel 2017 il MoVimento 5 Stelle non attaccò la sperimentazione voluta dall'allora presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni. Certamente si poteva fare meglio, ma non la bollammo come flop solo perché promossa dalla Lega. Quanto a Rousseau, la senatrice Bernini dovrebbe sapere che è una piattaforma privata e che tirarla in ballo è a uso e consumo della polemica politica. Col voto elettronicoin Italia votano già realtà come alcuni consigli dell'ordine degli avvocati. La società è molto più avanti della politica e se Bernini avesse partecipato al dibattito di questa mattina si sarebbe resa conto della qualità degli interventi e forse avrebbe avuto il pudore di tacere".

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