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Volontario ucciso in Burundi, arrestati e condannati gli assassini

Durato appena tre giorni il processo ai due giovani accusati di aver assassinato Francesco Bazzani, l’attivista che operava in Burundi: condanna all’ergastolo per entrambi.
A cura di Nadia Vitali
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Durato appena tre giorni il processo ai due giovani accusati di aver assassinato Francesco Bazzani, l'attivista che operava in Burundi, condanna all'ergastolo per entrambi.

Meno di una settimana e gli assassini di Francesco Bazzani, l'attivista ucciso il 27 novembre in Burundi, sono stati già arrestati, accusati e condannati: si tratta di due giovani di 20 e 24 anni che hanno ucciso durante una rapina.

Processati a tempo di record, tre giorni, a causa della flagranza del reato e in assenza di avvocati: condannati all'ergastolo per omicidio, furto aggravato, rapimento, lesioni gravi, detenzione illegale di armi e associazione a delinquere. Il capo della polizia ha dichiarato di essere in possesso di prove che garantiscono che i due ragazzi sarebbero gli assassini.

Francesco Bazzani, veronese, era un volontario dell'associazione Ascom di Legnago e si trovava nella missione religiosa di Kiremba, a circa 140 chilometri dalla capitale Bujumbura, dove le Ancelle della Carità gestiscono un ospedale da molti anni.

I banditi si erano introdotti nel convento dopo aver tagliato i fili della luce, secondo quanto riportato dai testimoni; hanno poi fatto irruzione chiedendo di consegnare i soldi ed uccidendo Suor Lucrezia Manic, croata. Successivamente sono fuggiti rapendo Francesco Bazzani e Suor Carla Brianza; infine hanno deciso, poco dopo, di liberarsi degli ostaggi. A pochi chilometri dalla missione, Bazzani è stato assassinato a sangue freddo mentre Suor Carla è stata ferita, ma attualmente non versa in condizioni gravi.

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