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Visto negato alla madre del rifugiato sposo nell’Astigiano, il sindaco: “Farò da garante”

Il sindaco di Villanova d’Asti farà da garante per permettere a Jainaba Drammeh di partecipare al matrimonio del figlio Ousman, rifugiato originario del Gambia che il 3 luglio sposerà la piemontese Roberta Margari. Il consolato italiano a Dakar le aveva rifiutato il visto perché secondo i diplomatici la signora avrebbe potuto non tornare più in Africa.
A cura di Susanna Picone
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Forse la mamma di Ousman riuscirà ad arrivare in Italia in tempo per il matrimonio di suo figlio, in programma il 3 luglio a Villanova d’Asti, in Piemonte. E se ci riuscirà sarà anche grazie all’impegno del sindaco della città, Christian Giordano, che è intervenuto nella vicenda di Roberta Margari e del suo compagno per tentare di riuscire a far partire dall’Africa la mamma dello sposo, rifugiato politico e mediatore culturale in Italia. La donna, che si chiama Jainaba Drammeh, non è riuscita a ottenere il visto per poter partecipare alle nozze del figlio. Il rifiuto da parte dell'ambasciata italiana a Dakar era così motivato: “La donna potrebbe non tornare più in Africa”. Esisterebbe cioè un “rischio migratorio”. La vicenda è stata resa nota, anche tramite i social, dalla sposa Roberta Margari, originaria di Villanova d’Asti, che ha spiegato di aver fatto il possibile per far arrivare la mamma di Ousman in Italia per le nozze. E alla fine il sindaco ha deciso di fare appunto da garante per permettere a Jainaba di partecipare al matrimonio dei due giovani e nei giorni scorsi ha scritto al console di Dakar.

L’intervento del sindaco di Villanova d’Asti per Roberta e Ousman – “Come amministrazione – ha spiegato – abbiamo proposto di rivedere la procedura con la possibilità che il sindaco si faccia garante del fatto che la futura suocera di Roberta lascerà l’Italia entro il 28 luglio”. La speranza adesso è che l’intervento del sindaco possa sbloccare la situazione in tempo per il matrimonio. “L’ambasciatore Francesco Paolo Venier – ha spiegato il sindaco – si è detto disponibile a rivalutare la situazione. C’è stata molta comprensione da parte dell’ambasciata, quindi siamo fiduciosi che tutto si risolva per il meglio”. Martedì la signora avrà un colloquio con il primo segretario di Stato a Dakar e poi entro 72 ore da quell’incontro arriverà la risposta dell’ambasciata. “Non diamo per certo che avvenga il ‘miracolo’ perché noi non siamo l'ambasciata, ma ci piace molto credere nei miracoli. Il 28-29 giugno, data in cui avremo risposte certe, saremo felici di condividerle con tutti voi”, ha scritto intanto la futura sposa su Facebook.

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