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Violentata dal nonno a 13 anni, Laura non ha avuto giustizia: l’anziano è libero

La storia choc di Laura. 9 anni fa fu violentata dal nonno, oggi non ha ancora avuto giustizia e l’uomo è libero, senza ordini di restrizioni. “Posso incontrarlo ovunque, sempre, questa è la legge italiana…”. La sua drammatica testimonianza a Le Iene.
A cura di Biagio Chiariello
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"È difficile, è difficile vivere. Non avrò più indietro nulla, mi è stata tolta la vita. Se un uomo mi sfiora per strada io vado nel panico". La testimonianza di Laura è davvero angosciante. La giovane oggi ha 22 anni e ha deciso di raccontare la sua drammatica storia a Le Iene: quando aveva solo 13 anni, suo nonno la violentò. La ragazzina ebbe il coraggio di denunciarlo; ma ad oggi, dopo anni di processi, non ha ancora ottenuto giustizia.

Laura vive quell’incubo oggi giorno, anche ora che ormai è diventata una donna. “Quando avevo 13 anni faccio la cresima, mio nonno non era venuto alla festa ma mi ha chiamato. Così l'ho incontrato e lui mi dice ‘vieni che dobbiamo parlare’, ci spostiamo nella stanza da letto e chiude la porta. Mi dice di andare a vivere da lui, che aveva preparato una stanza per me. A un certo punto mi dice ‘stai zitta, non parlare’, mi inizia a spogliare e abbiamo avuto un rapporto completo", ricorda la ragazza. "Non ero consapevole di ciò che mi stava succedendo, come un blackout –  prosegue Laura – Lui finisce e io me ne vado piangendo. Dietro quella porta c'era il resto della mia famiglia, mi vedono piangere e nessuno mi ha detto nulla. Sono andata via e nessuno mi ha fermata. Sono sicuro che tutti mi abbiano sentito".

La giovane non ha il coraggio di parlare con nessuno: "Mi vergognavo. A casa avevo perdite di sangue, l'ho nascosto come fosse il ciclo. Mio nonno il giorno dopo mi ha chiamato come nulla fosse. Io mettevo in dubbio che fosse accaduto". L’incubo dell’allora 13enne però non era ancora finito. "Poi mi viene a prendere – ricorda – e mi porta via in auto. E succede di nuovo. Credevo di averlo fatto arrabbiare, io sentivo solo dolore. Io gli volevo bene, era mio nonno. È successo nuovamente un anno dopo". Alla fine Laura riesce a farsi forza e a raccontare tutto agli insegnanti e poi ai suoi genitori: “Mio papà si arrabbiò, non ci credeva. Mia mamma rimase in silenzio, sembrava che fosse morta dentro. Una scena surreale" ricorda ancora.

Dopo la denuncia, Laura deve attendere un altro anno per la sua prima testimonianza ufficiale. Poi il processo e la condanna in primo grado del nonno. L’uomo ricorre in appello al secondo grado. Di nuovo colpevole. "Due su due, credevo fosse finita". Ma si va alla Cassazione, passano altri 6 anni. Ma arriva l'intoppo, manca una firma di un giudice. "Vizio di forma, si torna a casa e in tribunale". L’anziano ora è libero, senza ordini di restrizioni. "Posso incontrarlo ovunque, sempre, questa è la legge italiana…”.

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