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Violenta la figlia di 12 mesi e la uccide, ma non verrà mai processato: “Mancano le prove”

Per la quarta volta dal 2014 ad oggi Paul Worthington, papà della piccola Poppi morta dopo essere stata violentata da lui, è riuscito a farla franca. La decisione di non sottoporlo ad alcun procedimento giudiziario è stata presa dal Servizio di Procura della Corona. La madre della bimba: “Sono devastata. Non scoprirò mai cosa le è successo”.
A cura di I. A.
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Poppi Worthington.
Poppi Worthington.

Ha violentato la figlia Poppi, di soli 13 mesi, ripetutamente e con violenza fino a ucciderla. Ma per la quarta volta Paul Worthington riuscirà a farla franca. Il Servizio di Procura della Corona (Crown Prosecution Service), l'organismo autonomo che persegue i reati su cui sono state condotte indagini dalla polizia in Inghilterra e Galles, ha infatti annunciato che l'uomo non verrà processato per mancanza di prove. Il caso, dunque, non sarà riesaminato nonostante il medico legale abbia confermato gli abusi subiti dalla piccola poco prima della sua morte. I fatti risalgono al 2014, quando la piccola Poppi morì poco dopo aver compiuto un anno. Tuttavia, i molteplici errori della polizia britannica hanno permesso al padre di evitare la pena, tanto è vero che è ancora a piede libero. "Sono sconfortata – ha commentato la notizia la mamma della bambina -. Non verrà mai a galla la verità sull'omicidio di Poppi".

Come si legge in una nota, i pubblici ministeri hanno ritenuto che il padre della vittima, 50 anni e che ancora oggi si dichiara innocente, non dovrà affrontare alcun procedimento giudiziario, sempre per mancanza di prove e testimoni. "Non sono emerse delle novità rispetto a quanto già esaminato e deciso dai procuratori nel 2015 e due volte nel 2016", continuano i giudici nella loro dichiarazione, sottolineando che "la bambina è morta nel sonno, dopo essere stata posizionata in un luogo in cui la sua respirazione era compromessa. È probabile che sia stata vittima di violenza sessuale, ma l'episodio non può essere considerato collegato al decesso".

La madre della bambina si è detta devastata per il verdetto. "Gli ultimi cinque anni sono stati un incubo per lei – ha raccontato alla stampa la sua legale -. Non sa ancora cosa sia successo a Poppi quel giorno e col passare del tempo la situazione si è aggravata. Ha paura che questo caso non si chiuderà mai". Poppi Worthington è morta nel 2014, e molti sono ancora i punti oscuri di una vicenda che ha tenuto col fiato sospeso tutta la Gran Bretagna. Inizialmente a condurre l’indagine sulla morte della piccola era stata l’ispettrice di polizia Amanda Sadler, ex Miss Gran Bretagna, che in seguito aveva ammesso di non avere alcun esperienza sui decessi infantili e non era qualificata per portare avanti un’inchiesta tanto delicata. In più, le prove forensi, per mesi, non sono state neanche spedite in laboratorio, le lenzuola in cui è deceduta Poppi mai prelevate e per 5 giorni non sono stati prelevati campioni dal suo corpo. Anche il pc portatile, su cui l’uomo guardava video porno la notte in cui è morta la figlioletta, non è mai stato recuperato dalla polizia di Cumbria. Inoltre, il padre della giovanissima vittima, ex dipendente Tesco, si è sempre rifiutato di dire perché il DNA della bimba fosse presente sui suoi genitali e le sanguinasse il fondoschiena, dopo le accuse emerse dalla raffazzonata indagine della polizia. Ma ancora una volta, dopo 5 anni, è riuscito a passarla liscia.

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