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Vino scadente adulterato e venduto come Doc, sequestrate migliaia di bottiglie

Per gli inquirenti si tratta di una contraffazione “di proporzioni devastanti” che aveva invaso il mercato italiano ed estero con finti vini pregiati.
A cura di Antonio Palma
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Nel periodo natalizio contavano di fare affari d'oro grazie all'incremento della richiesta di vini di qualità da parte dei consumatori, peccato che secondo le indagini dei carabinieri quello che loro mettevano in commercio non erano affatto Doc e Docg ma vini di bassa qualità adulterati con l'aggiunta di alcol. È quanto emerso da un'inchiesta coordinata dalla Dda di Firenze e condotta dal Nas di Firenze e dai carabinieri del Gruppo tutela della salute di Roma che questa mattina ha portato all'arresto di tre persone: il titolare di un'azienda agricola di Empoli, dove avvenivano l'imbottigliamento e il confezionamento del vino contraffatto, e due uomini che procuravano il materiale necessario alla contraffazione.

Nei loro confronti il gip ha firmato un provvedimento di custodia cautelare ai domiciliari ritenendo che dietro la commercializzarne del vino vi fosse un'attività di contraffazione "di proporzioni devastanti" per quantità prodotte e vendute , anche all'estero. Secondo gli inquirenti, per finanziare la loro attività gli arrestati, tutti già noti alle forze dell'ordine, avrebbero anche dato vita ad un sistema di truffe attraverso l'acquisizione di società in crisi.  Otre agli arresti i carabinieri hanno sequestrato l'azienda agricola, circa 9 mila litri di vino rosso pronto per essere imbottigliato, un centinaio di bottiglie già confezionate e centinaia di etichette e fascette di vino falsificate di vari marchi.

Le indagini erano partire un anno e mezzo fa dopo il sequestro di due bottiglie di vino contraffatto  su segnalazione di un ristoratore di Firenze. Dall'inchiesta, coordinata dal procuratore Giulio Monferini,  si è scoperto così che esisteva una vera e propria organizzazione formata da almeno 10 persone ora indagate, ognuna delle quali avrebbe ricoperto un ruolo ben preciso. Il vino di bassa qualità, ma non nocivo per la salute, veniva adulterato con l'aggiunta di alcol per aumentarne la gradazione, poi veniva imbottigliato e contraffatto mettendo sulle bottiglie false etichette di vini pregiati. Infine venivano usate false fascette con il sigillo di Stato che certificavano le denominazioni doc e docg sulle bottiglie che poi venivano stoccate in depositi di ditte di Lazio e Emilia-Romagna.

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