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Vincenza Sicari, dalle Olimpiadi alla paralisi: “Aiutatemi, fatemi capire cos’ho”

L’ex atleta azzurra, vincitrice di maratone e gare in tutto il mondo, da tre anni attende una diagnosi per capire cosa ha aggredito i suoi muscoli, immobilizzandola in un letto d’ospedale: “Voglio dare un nome alla mia malattia. Aiutatemi”.
A cura di Biagio Chiariello
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Vincenza Sicari, 37 anni, nel 2008 aveva toccato il picco della sua carriera, arrivando 29esima nella maratona delle Olimpiadi di Pechino. Da allora la sua vita è cambiata molto, purtroppo in peggio. Vincenza oggi è costretta a correre un’altra ben più difficile maratona: quella per tornare a muoversi liberamente. E’ paralizzata dal tronco in giù in un letto del Sant’Andrea a Roma, senza possibilità di guarigione. L’ex atleta ha girato praticamente tutti gli ospedali italiani per capire il male che la affligge: Padova, Milano, Bari, Roma, Pavia, Napoli, Torino, e Pisa. Proprio in Toscana eravamo andati a trovarla nel marzo dello scorso anno: "Potremmo non arrivare mai a una diagnosi", ci aveva raccontato Vincenza "perché vi sono delle malattie così rare da non essere conosciute, ma ho il diritto a non essere abbandonata, e il diritto a fare tutti gli esami necessari per provare a dare un nome alla mia malattia. Aiutatemi". Un grido di aiuto che ad oggi non si è fermato. Vincenza sta continuando a correre la sua maratona più difficile, quella per la sopravvivenza: “Ho una mutazione genetica che sembrerebbe il primo caso in Italia – ha raccontato in un’intervista a Il Tempo – secondo quanto emerge dalle biopsie ma nessuno fa niente per curarmi. Ho 37 anni, sono ridotta a pesare 30 chili e non mi muovo più. […] Spero che qualcuno dall’alto si renda conto di quello che sta succedendo e prenda in mano questa situazione. […] Io voglio solamente ripetere gli esami, poi se qualcuno ha sbagliato in passato se la vedrà con gli avvocati. Sono sicura di non avere una malattia rara, questa è l’unica cosa che mi dà la forza di andare avanti” afferma la 37enne.

In una diagnosi dello scorso settembre Claudio Mariani, primario all’Ospedale Sacco e ordinario di Neurologia all’Università Statale di Milano, è arrivato ad una drammatica sentenza: si tratta di un problema neuromuscolare del quale non si conoscono le cause. Tant’è che lo specialista, per tentare un percorso curativo, aveva scritto al ministro della Salute suggerendo un consulto di specialisti indipendenti e di alto livello che “mettano fine al girovagare della paziente”. Quel consulto però non è mai stato effettuato. A fianco della Sicari c’è la Federazione italiana di atletica leggera, che l’assiste in ospedale a Roma on accuso nessuno, non voglio fare processi ai medici — continua Vincenza intervista anche dal Corriere della Sera— ma non posso morire in un letto di ospedale o essere considerata una matta. Ho servito l’Italia come atleta e al presidente del Coni Giovanni Malagò, al ministro della Salute e al presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti chiedo una sola cosa: di poter rifare tutti gli esami clinici in una sola struttura di alto livello per capire di cosa soffro. E poi di curarmi, o almeno di provarci”.

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