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“Vietato l’ingresso agli zingari”: cartello shock in un panificio di Roma

Come nell’Italia fascista, nella Germania Nazista o nel Sudafrica dell’apartheid a Roma un negozio ha esposto un cartello contro i rom: “È severamente vietato l’ingresso agli Zingari, anche davanti al negozio”.
A cura di Davide Falcioni
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“È severamente vietato l’ingresso agli Zingari, anche davanti al negozio”. Un cartello recante questa scritta è stato esposto qualche giorno fa sulla vetrina di un panificio dei quartiere Tuscolano, a Roma. La scritta è stata rimossa grazie all'intervento degli attivisti dell'Associazione 21 Luglio, ma testimonia di un clima pericoloso in una città che pure ha conosciuto la deportazione degli ebrei, dei rom, degli omosessuali e degli oppositori politici durante il regime fascista. Il cartello, infatti, ricorda terribilmente quelli della Germania Nazista o dell'Italia delle Leggi Razziali, oltre che la segregazione dei neri in Sudafrica durante l'Apartheid.

In occasione della Giornata Mondiale contro il Razzismo, che si celebra domani, l'Associazione 21 Luglio ha scritto una lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, esprimendo preoccupazione per il clima discriminatorio persistente nei confronti delle comunità rom e sinte di Roma. In particolare viene ricordata la cosiddetta "campagna dei cartelli" che prese il via nel 1938 nella Germania nazista. Fuori dai negozi si poteva leggere “In questo locale gli ebrei non sono graditi”, “È vietato l’ingresso ai cani, ai mendicanti, agli ebrei”, “Per ragioni d’igiene è vietato l’accesso ai giudei”. Anni dopo la stessa cosa accadeva in Sudafrica, dove ad essere esclusi erano i neri, che non potevano neppure salire sugli stessi autobus dei bianchi. Fuori da alcuni negozi, inoltre, si poteva leggere l'avvertimento: "For use by white persons” .

Nella lettera al Capo dello Stato si legge: "A Roma “è severamente vietato l’ingresso agli Zingari” come lo era a Berlino per gli ebrei e a Soweto per i neri? Oppure siamo forse così assuefatti a una certa terminologia da ritenerla innocua e non percepire più la gravità di alcune affermazioni?". E ancora: "Il popolo rom e sinto rappresenta in Italia la minoranza più discriminata e meno tutelata a causa di perversi processi sociali che rischiano di avvitare le nostre città in una spirale di odio incontrollato e talvolta volutamente sottovalutato. 40.000 rom vivono in Italia in condizioni di povertà estrema e di segregazione spaziale e sociale. Circa 140 mila rom e sinti vivono invece in abitazioni convenzionali e conducono una vita di apparente normalità, se tale può chiamarsi un’esistenza in cui spesso è necessario, al di là del proprio status giuridico, nascondere la cultura di origine perché siano garantiti i diritti fondamentali".

L'Associazione ha quindi ricordato la campagna "Stop all'apartheid dei rom": "Questo “Stop” – conclude la lettera a Napolitano – va gridato con forza e urgenza, soprattutto in occasione dell’imminente Giornata Mondiale contro il Razzismo. Dobbiamo farlo tutti, rappresentanti della società civile e delle istituzioni, con coraggio ma anche con la responsabilità e la consapevolezza di quanti ancora credono che un’Italia multietnica, e quindi anche un’Italia Romanì, sia non solo ineludibile ma anche auspicabile".

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