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Videopoker, bingo e scommesse online in mano a Casalesi e Mafia (VIDEO)

Un asse tra camorra e mafia per gestire i proventi illeciti e milionari delle sale Bingo e il gioco d’azzardo, anche on line. Sconcertante il quadro che emerge nel corso dell’inchiesta della Procura di Napoli che, questa mattina ha portato all’esecuzione di 57 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di personaggi ritenuti vicini al clan dei Casalesi e al sequestro di beni per 450 milioni di euro.
A cura di Alessio Viscardi
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videopoker e camorra casalesi

Un sodalizio tra la camorra dei Casalesi, esponenti della mafia dei Santapaola e ‘ndranghetisti per gestire un giro basato sul gioco d'azzardo legale. Capo dell'organizzazione, Nicola Schiavone, figlio del boss di Casal di Principe, Francesco “Sandokan” Schiavone. A lui ed altre 56 persone è stata notificata la custodia cautelare in carcere -in due sono riusciti a sfuggire alla cattura- a seguito dell'operazione “Rischiatutto” condotta dalla Dda di Napoli assieme al R.o.s. dei Carabinieri di Napoli, alla Squadra mobile e al nucleo Polizia Tributaria di Frosinone, e al gruppo della Guardia di Finanza di Aversa.

L'operazione è stata definita anche "Normandia 2" perché nata dalle risultanze della prima indagine che ha messo allo scoperto i rapporti tra camorra e gioco d'azzardo in mezza Italia. Stamattina sono stati sequestrati beni per 470 milioni di euro, tra cui 347 immobili, 148 aziende, 247 conti bancari, 280 auto – tra cui due Ferrari – e quote societarie dal valore di un milione di euro.

Il gioco d'azzardo online al centro del sistema, emerge dalle indagini un sistema messo a punto da Nicola Schiavone tramite l'installazione -effettuata personalmente- di server informatici in Romania. Le macchinette presenti in alcuni circoletti adibiti a sale gioco, ma anche attraverso una rete di internet-poit, gli avventori potevano scommettere o giocare a videopoker online. La scelta di un server estero era dovuta alla necessità di rendere opaca e poco tracciabile la movimentazione di denaro sul web.

“I boss diventano imprenditori” questo l'allarme lanciato dal procuratore di Napoli, Giovanni Colangelo, che tratteggia i contorni della nuova criminalità organizzata. “La criminalità non è più solo quella dal volto violento che conosciamo, che opera attraverso traffici illeciti, ma si converte per operare in attività imprenditoriali e commerciali – a cui applicca le dinamiche dell'intimidazione mafiosa”.

“La criminalità organizzata entra in una prima fase quasi in punta di piedi offrendo soccorso oppure cifre importanti per entrare o nella società o nell'acquisto dell'impresa. -precisa Colangelo- Dopo di che, una volta entrata, opera con i metodi tradizionali che possono essere quelli della minaccia, della violenza o della continua e lenta estromissione degli originari proprietari”.

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